Vanno a scuola volentieri perché mangiano in un piatto

Vanno a scuola volentieri perché mangiano in un piatto Vanno a scuola volentieri perché mangiano in un piatto Sono i venti bimbi di Garavagna - A casa loro intingono con i familiari il cucchiaio in un'unica grossa pentola • Gli alunni d'una scuola di Mondovì stanno raccogliendo doni per i loro compagni - "Specchio dei tempi" aderisce all'iniziativa i . i e i o e o . (Nostro servizio particolare) Mondovì, 9 dicembre. Abbiamo scoperto un piccolo borgo dove i ragazzi vanno a scuola volentieri, perché alla refezione possono mangiare ognuno con 11 proprio piatto. E' Garavagna, tre gruppi di case con 45 famiglie e 180 abitanti, sopra Villanova, a sinistra della provinciale che da Mondovì porta a Cuneo. Ci sono ancora case dove a mezzogiorno e a sera in tavola si mette una grossa pentola e i componenti della famiglia, piccoli e grandi, intingono il loro cucchiaio. Tutti s'affrettano, perché chi è lento mangia meno, e in un attimo la pentola è vuota, e finito il pranzo o la cena. (Il pensiero corre alle case di città dove padre e madre ancora Imboccano i figli di sei-sette e magari nove anni, M [ 111111 r [ 1111111 ! 11 ! 11111111 ! 11M M1111 ! MIM11 [ 111 ! J11 ! IU dove non si sa qual leccornia possa stimolare l'appetito). E' stato il maestro elementare Aurelio Lavarino, a parlar di Garavagna in una lettera a i Specchio dei tempi ». Egli insegna alla scuola Trigari di Mondovì e per Natale i suoi alunni di terza vorrebbero far qualche regalo ai ragazzi di quel borgo. Ha scritto: « I miei scolari hanno raccolto alcuni doni, ma non sono sufficienti per numero a rallegrare il Natale dei loro amici, come desidererebbero. Non potresti tu, caro " Specchio", aiutarci? Ritengo che l'iniziativa dei miei ragazzi non possa essere trascurata, perché serve ad imprimere nell'animo loro un sentimento di fratellanza, che deve essere alla base di ogni società ». In classe già hanno raccolto bambolotti, rivestiti a nuovo dalle pazienti madri, trenini riverniciati, palle e giochi vari. Anche la terza femminile concorre nella raccolta. Hanno saputo che a Garavagna quest'anno c'è tanta tristezza. I raccolti principali, funghi e castagne, sono stati un disastro. La siccità ha dimezzato quello dei funghi, la grandine ha praticamente distrutto per intero quello delle castagne. La piccola frazione di montagna è composta di tre gruppi di case, Garavagna, che dà il nome all'intero agglomerato, Paganotti, Rolando: d recente le tre borgate sono state collegate da una strada carrozzabile tra di loro e con il capoluogo Vii lanova. Prima c'era la mu lattiera. La luce fu portata nel '55. A Garavagna c'è una sola fontanella, che butta quando piove. In autunno l'acqua cadeva a gocce e bisognava far la coda per riempire le pentole. A Paganotti la portavano i vigili del fuoco con le cisterne. La scuola è nei locali della canonica. Venti alun lei maschietti e dieci ban i x> scorso anno erano ven' .no /e, e prima della guerra si aggiravano sui quaranta. La gente se ne va. Le giovani per sposarsi pongono come condizione che il marito le porti via. Non c'è neppure la parrocchia; ma soltanto una cappellata rurale. Il giovane cappellano, don Giuseppe Gasco, fa anche il maestro di quarta e quinta. Mentre per le prime tre classi viene da Magliano una graziosa insegnante, Carla Costamagna. Locali poveri,- buona attrezzatura didattica. Don Gasco ha acquistato la radio e il magnetofono. E anche il televisore per tutta la borgata: lo si accende in canonica due volte la settimana. I ragazzi vengono a scuola volentieri. C'è chi gode del piacere di mangiare alla refezione con un piatto tutto per lui. Gli altri perché si riposano: a casa c'è sempre qualcosa da fare nella stalla, nei campi in cucina. Ad una bimba, piccola pìccola, Angela, abbiamo chiesto che cosa vorrebbe per Natale. Si è stretta nelle spalle. « Parla, fammi conoscere il tuo desiderio ». « Per me tutti i bambini sono belli ». Qui i regali per Natale sono « bambini ». Aveva 10 fratelli, sono morti. Fa un'ora di mulattiera per venire a scuola, un'ora per tor nare (Ora le famiglie sono meno numerose. Prima della guerra si arrivava ad un numero di figli impressionante. Due fratelli che avevano sposato due sorelle ebbero 61 fi gli. Qualcuno dice sessanta quattro). Giocattoli ce ne sono pochi. Le sole bambole, forse, sono quelle che le madri si procurano con le scatole dei detersivi. Buona idea quindi quella degli scolari di Mondovì c Specchio dei tempi » aderisce volentieri alla loro iniziativa e provvedere ad un dono per ciascuno dei venti alunni di Garavagna. Questi già hanno fatto sa- pere che ricambieranno. La prima neve ha abbattuto alcuni abeti. Hanno ottenuto il permesso di tagliare le cime, di darle ai loro amici di Mondovì, che potranno farsi in casa l'albero tradizionale. La consegna, anzi lo scambio dei doni, è stata fissata una settimana prima di Natale. Giovanni Trovati Natale

Persone citate: Aurelio Lavarino, Carla Costamagna, Giovanni Trovati Natale, Giuseppe Gasco, Magliano, Paganotti, Trigari, Villanova

Luoghi citati: Cuneo, Garavagna, Mondovì