Cacciatore colpisce un bimbo e lo lascia morire dissanguato
Cacciatore colpisce un bimbo e lo lascia morire dissanguato Cacciatore colpisce un bimbo e lo lascia morire dissanguato Voleva sparare ad una lepre - Poi è fuggito terrorizzato Il piccolo ha agonizzato quattro ore in un cespuglio (Dal nostro corrispondente) Firenze, 8 dicembre. Un ragazzo di otto anni, Remigio Bello che abita con i genitori in frazione Sant'Antonio nei pressi di Montaìone nell'Empolese, è stato raggiunto da un colpo di fucile esploso da un cacciatore contro un capo di selvaggina. Subito. dopo lo sparo il cacciatore, accortosi di quel che era accaduto, terrorizzato, si dava alla fuga invece di soccorrere il ferito. Remigio Bello, caduto in mezzo a un cespuglio, rimaneva lì solo, senza soccorso, per oltre quattro ore. Trasportato all'ospedale di Castelflorentino è spirato prima che i medici potessero fare qualcosa per salvarlo. Il ragazzo, come era solito fare, aveva trascorso la prima parte del pomeriggio di ieri giocando con altri coetanei in una casa colonica distante tre o quattrocento metri dalla sua abitazione. Poi, verso le 17, si era avviato a casa, ove come ogni sera la madre lo attendeva. In un primo tempo la donna non si preoccupava eccessivamente nel vedere che il figlio ritardava in quanto spesso, nel rincasare, attende va il ritorno della sorella mag Kiore. una giovinetta quattordicenne, impiegata presso una ditta di confezioni di Montaìone Quando però questa è rientrata da sola e ha detto d'aver saputo per strada che il fra¬ tellino era già un paio d'ore che aveva lasciato i compagni, la signora Bello ha dato l'allarme e le ricerche sono subito cominciate. Genitori, amici e conoscenti dei Bello, risultate vane le ricerche nelle varie abitazioni, hanno preso a battere il bosco, cespuglio per cespuglio, al lume delle torce elettriche. Infine, verso le 21,30, uno dei ricercatori udiva proveniente da un cespuglio flebili invocazioni di aiuto e rinveniva il piccolo Remigio coperto di sangue e in gravissimo stato: la fucilata l'aveva colpito al volto e al tronco. Soccorso e trasportato all'ospedale il bimbo vi giungeva però cadavere, causa la grande quantità di sangue perduta durante le quattro ore e più in cui era rimasto, privo di soccorso. Avvertiti i carabinieri, questi identificavano lo sparatore nella persona del pratese Marcello Tatti di 20 anni, abitante a Signa, in località < San Giovanni ». Il Tatti era stato invitato a una partita di caccia presso la fattoria Nardi Dei. Accortosi che la fucilata da lui sparata a una lepre aveva ferito qualcuno era corso all'automobile con la quale aveva raggiunto la fattoria ed era tornato spaventatissimo a casa: aveva riferito tutto al padre e questi si era precipitato alla fattoria per raccontare della disgrazia avvenuta. Il Tatti non ha potuto anco¬ ra essere interrogato perché in preda a choc. Egli avrebbe comunque detto al genitore di avere sparato contro una lepre senza essersi minimamente accorto della presenza sul luogo del ragazzo nascosto dagli alberi e dai cespugli, numerosissimi nella zona. g-. c.
Persone citate: Cacciatore, Marcello Tatti, Remigio Bello
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