Hove detenuti portoghesi evadono in carro aratalo

Hove detenuti portoghesi evadono in carro aratalo Hove detenuti portoghesi evadono in carro aratalo Tutti politici - La fuga ideata da un autista, che riuscì a mettere in efficienza un «tank» donato da Hitler a Salazar nel '38 (Nostro servizio particolare) Lisbona, 6 dicembre. U regime di Salazar registra oggi un altro duro colpo al proprio prestigio: nove prigionieri .politici, detenuti nella fortezza di Cacias, sono evasi usando come mezzo per la fuga un carro armato che giaceva, arrugginito e fermo, nel cortile interno del carcere. Era un carro armato tedesco che Hitler aveva inviato, come dono di Natale, all'amico Salazar nel 1938. Tenuto lustro e ben oliato in mostra per un certo tempo, il tank era stato messo nel cortile della fortezza, fuori dagli sguardi di tutti. Era molto ingombrante e nessuna caserma l'aveva voluto come trofeo o'monumento. I particolari del piano chi ha portato i nove prigionieri fuori delle mura del carcere, dicono le autorità governative, sono stati ideati e perfezionati dal < capo > del complotto, Elidio Dias Esteves, di 37 anni, ex-conducente dei servizi urbani di Lisbona, il quale doveva apparire oggi davanti a un Tribunale speciale per rispondere di attività contro la sicurezza dello Stato (distribuzione di volantini anti-salazari«ini). I nomi degli altri otto non sono stati rivelati, L'Esteves, il quale si trovava nella fortezza da diversi mesi, era riuscito ad accatti yarsi la simpatia e la benevolenza della direzione del carcere, grazie alla sua na condotta ed all'abilità nel mantenere in perfetta efficienza i motori delle automobìli della fortezza. Gli era concessa, una libertà di movimenti di cui altri prigionieri non go- devano. Ogni giorno l'Esteves dedicava dieci minuti, della sua ora di _« libera uscita > nel cortile alla' messa a punto di quel relitto di carro armato che, appena entrato nei carcere, aveva notato in un angolo, facendogli balenare l'idea della più audace e sensazionale evasione della storia portoghese. Le guardie al portone di ingresso avevano appena chiuso il battente più piccolo dopo aver fatto uscire un automezzo del carcere, quando un rombo assordante le faceva trasalire. Dall'angolo dove era il < dono di Hitler > si alzava una nube densa, mentre l'ansimare di un potente motore cominciava a farsi più insi- stente. Dalla nube di gas usciva quindi il grosso bestio ne, avanzando prima lentamente, poi sempre più forte, verso i cancelli ed il portone d'uscita. Ben presto lo sbigottimento lasciava il posto alla reazione. La mitragliatrice de gli spalti e le armi personali delle guardie di custodia en travano in funzione, ma i proiettili di Salazar rimbalzavano sulla corazza di Hitler ed il pesante mezzo poteva cosi giungere fino all'uscita. 1 can celli e le inferriate venivano divelti come fuscelli ed il por tone massiccio di legno era abbattuto. Il fuoco delle guardie si faceva più rabbioso, ma era inutile L» autorità del carcere, messe sotto accusa dal governo, hanno aperto un'inchiesta. Si ritiene che l'evasione non sia stata possibile senza la com plicità di qualche guardia. a. p.

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