La situazione

La situazione La situazione Ad Elisabethville la situazione si è ulteriormente aggravata nelle ultime ventiquattro ore. I combattimenti non solo sono stati ripresi con maggiore violenza, ma si sono estesi praticamente a tutta la città mentre sia l'Onu che il governo katanghese stanno facendo affluire rinforzi. Le vittime aumentano tra i « caschi blu » e i gendarmi di Ciombe, tra i neri e tra i bianchi e il peggio potrebbe ancora venire. Martedì a mezzogiorno, gli armati katanghesi al comando di mercenari bianchi avevano attaccato con mitragliatrici, mortai e pezzi di artiglieria le forze indiane • dell'Onu che presidiavano l'aeroporto ed avevano desistito dall'aggressione solo dopo cinque ore di combattimento e dopo aver perso 36 uomini. Tra i soldati dell'Onu era caduto un capitano ed alcuni erano rimasti feriti. Contemporaneamente altri gendarmi attaccavano il quartier generale deile Nazioni Unite, ma venivano facilmente respinti da reparti indiani che abbattevano due di quegli ufficiali bianchi al servizio di Ciombe dei quali egli continua a negare l'esistenza. Ieri mattina all'alba la lotta si riaccendeva oltreché attorno al nuovo e al vecchio aeroporto e al comando dell'Onu, anche nei quartieri residenziali della città. Faceva la sua comparsa un aèreo della « aviazione fantasma » di Ciombe : un apparecchio da trasporto di costruzione tedesca lasciava cadere, senza danno, qualche bomba sull'aeroporto di Elisabethville. Apparecchi a reazione dell'Onu, svedesi ed indiani, entravano immediatamente è per la prima volta in azione e bombardavano l'aeroporto del centro minerario di Kolwezi, tenuto dagli armati di Ciombe, dove distruggevano al suolo quattro aerei-fantasma. Sei « Globemaster » dell' aviazione americana iniziavano intanto un ponte aereo tra Léopoldville ed Elisabethville per rifornire i « caschi blu » di mezzi corazzati ed artiglierie; altri aerei stanno trasportando truppa. Le forze dell' Onu nella capitale del Katanga non superavano i 2600 uomini (1600 indiani, 500 svedesi, 500 irlandesi) : ieri sono arrivati altri 300 svedesi, oggi si aspettano 350 irlandesi. Sull' entità dei reparti messi in linea dal Governo di Ciombe manca qualsiasi indicazione precisa: si tratta probabilmente di un migliaio di gendarmi africani al comando di cento o duecento mercenari bianchi. Ma dietro a questi reparti organizzati, il Governo di Elisabethville può schierare un numero imprecisato di guerrieri della boscaglia, male armati, ma fedeli ad uomini come Ciombe o Munongo che, oltre ad essere i capi di un governo, sono gli esponenti delle maggiori tribù del Katanga. Già oggi le vittime sono numerose, ma lo scatenarsi di una lotta anche tribale — come quella minacciata dal ministro degli Interni Munongo — potrebbe rendere tragico il bilancio. Ad Elisabethville stessa, in mezzo al caos generale, 67 soldati svedesi continuano a controllare da soli il gigantesco campo dove sono raccolti più di 40 mila rifugiati baluba in assoluta maggioranza ostili a Ciombe. Se questa "massa umana dovesse straripare, urtarsi con quella katanghese, il disastro e la strage potrebbero assumere proporzioni drammatiche. Da martedì a mezzogiorno, ogni discussione sui limiti, le forme o l'opportunità stessa dell'intervento dell'Onu in Congo è, ripetiamo, fuori posto: più rapidamente, più decisamente agirà l'organizzazione internazionale, e meglio sarà per il Katanga, e per tutti. *• Vi.

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