La coppia "fermata,, a Sanremo ammette la lite con la contéssa

La coppia "fermata,, a Sanremo ammette la lite con la contéssa La coppia "fermata,, a Sanremo ammette la lite con la contéssa La ragazza e il suo amico negano però di averla soppressa - Erano vicini di casa dell'ex-ballerina - La vedova sarebbe stata uccisa durante uno squallido diverbio (Dal nostro inviato speciale) ' Sanremo, 5 dicembre. Carabinieri e polizia hanno finalmente in mano il bandolo del complicato imbroglio sullo strangolamento della contessa Aida Gontar vedova Bragadin, avvenuto la notte dal 22 al 23 novembre? Forse che sì forse che no. Fino al primo pomeriggio di oggi si poteva quasi rispondere dì sì. Verso sera si è ritornati in pieno dubbio. Al centro della vicenda si trovano i due « fermati > dalla polizìa, Ivana Giudici di 28 anni e Ausonio Cicognini detto Giulio di 24, soprannominato Giuin. Lei è originaria di Pieve di Teco, separata dal marito e madre di una, bambina di 3 anni e mezzo; lui è dì Vehtimiglia e non si sa molto della sua vita. Pare però che sia sposato in Francia e diviso dalla moglie. Quando era più giovane si distinse come contrabbandiere e come guida di espatrii clandestini. Adesso è indicato come « protettore di donne». Il Cicognini è amico, è «protettore » di Ivana: essi abitano insieme in via Arnaldo da Brescia 25, sullo stesso pianerottolo della Bragadin, proprio a porte fronteggianti. All'ingresso, "Una misera buca per le lettere porta soltanto il nome di lei. Lui non figura nemme no all'anagrafe di Sanremo. Tra i primi ad essere interrogati dai carabinieri sono stati naturalmente la Giudici e ^ il Cicognini. Essi parlano con disdegno della morta. Vicini di casa, sta bene, ma non si rivolgevano mal la parola. Essi non udirono nulla di so spetto nella notte fatale e se anche avessero udito qualcosa avrebbero alzato le spalle data l'antipatìa che li divideva. Alibi per quella notte, quanti se ne vogliono. I due non si erano meravl gliati di non incontrare più la Bragadin sul loro cammino? Ma no quella donna, per loro, era come non esistesse. Non avevano notato la luce accesa anche di giorno nel misero appartamento di lei? Ebbene, l'appartamento pure era come se non esistesse. E poi il cadavere era stato scoperto a udh settimana circa dalla morte; ir tutto questo tempo non avevano sentito il lezzo della putrefazione incipiente? No, nemm. in questo. Altri testimoni riferiscono che tra la Bragadin e 1 due vicini fossero corse parole grospiù volte. Ragione delle dispute: una questione di mestiere? Il Cicognini avrebbe voluto -«proteggere» anche la contessa la quale si sarebbe ribellata. Oppure, avendo questa piccola « casa chiusa privata » un solo ingresso, la Bragadin si sarebbe messa in agguato per catturare a volo qualche cliente. E' vero che a 67 anni, quanti ne aveva lei, non ci si può battere contro i 28 di Ivana, ma di notte tutti i gatti sono bigi, specialmente in una via mal rischiarata come l'Arnaldo da Brescia. E qui si innesta un capitolo romanzesco. Entra in scena un'auto il cui proprietario sarebbe specializzato nel racimolare clienti per questa e per quella, da consegnare a domicilio. Quella notte, verso l'una o le due, ne avrebbe portato uno in via Arnaldo da Brescia 25. Disgrazia vuole che contemporaneamente arrivino le due donne che rincasano sole. Esse si disputano la preda che, viceversa, scappa. Allora le due donne vengono a parole, sopraggiunge 11 « protettore » di Ivana che naturalmente prende la parte di lei. Ma non si arriva a un litigio aspro, tanto che i tre entrano insieme nella stanza della Bragadin. Che cosa avviene lì dentro? Mistero. Quando la fantasia galoppa non si spaventa dei misteri, li scavalca d'autorità. La Braga din ad un certo momento avrebbe alzato la voce e l'uomo oer farà tacere l'avrebbe stretta alla gola con una mano. Per farla tacere in auel momento, non già per l'eternità. Disgraziatamente lei, colta-da collnsso cardiaco si era afflosciate sul letto, morta. I due, sna\'entatlssimt, se ne erano andati senza nemméno spegnere 1b luce, tirandosi dietro la porta nel primo scatto della serratura. T due naturalmente prote stano tutto questo, negando io strenuamente. Essi ammettono di aver litigato, ma soltanto per motivi di cattiva vi -inanza. Nell'abitazione della Rragadin c'era .tronpo chiasso Hi notte, tanto che loro non ontevano dormire: e poi lei «ollrvava la sua immonda nstlumiera ore<tso la norta di Tvono invece che presso la sua Sono corse, però, molte altre voci: si parlava di un «de¬ litto su ordinazione », si facevano paragoni con l'uccisione di Maria Mar tirano e spie, più o meno anonime, lasciavano intendere che il segreto del crimine sarebbe stato scoperto nella cassetta di sicurezza che la Bragadin aveva affittato alla Cassa di Risparmio locale nel 1960. Oggi la cas setta è stata aperta: era completamente vuota. Avrebbe forse consegnato il suo con tenuto alla vigilia della morte? Carabinieri e polizia tendo no sempre più a escludere ogni forma di rapina. Si tratterebbe di un delitto preterintenzionale. La donna sarebbe stata presa alla gola proprio con una sola mano, mentre quando si vuole uccidere in quel barbaro modo si adoperano tutte dieci le dita per maggior sicurezza. E' stato anche reperito il padrone dell'auto fantasma, ma dal suo primo interrogatorio non sarebbe venuto nulla di passabilmente concreto. a. a. gsDGdjcqldsaiiiiiiiiiiitiiiiiitiiiiiiiiiiiiiiiiiiniiiiiiiiiitiiiiiiii

Luoghi citati: Brescia, Francia, Pieve Di Teco, Sanremo