La riforma decimale della sterlina è inevitabile per la stampa inglese

La riforma decimale della sterlina è inevitabile per la stampa inglese In vista dell'adesione ai Mercato contine europeo La riforma decimale della sterlina è inevitabile per la stampa inglese La moneta verrebbe dimezzata e divisa in 10 scellini e 100 pence - II «Financial Times» è favorevole anche a cambiarne il nome: «senza rimpianti», dopo tante difficoltà e svalutazioni (Nostro servizio particolare) Roma, 1 dicembre. La stampa economica inglese è decisamente orientata a favore dell'ingresso della Oran Bretagna nel Mercato Comune. Per anni il settimanale Economist ha guidato la crociata contro l'isolazionismo commerciale; da mesi anche il Financial Times, l'autorevolissimo giornale della City, ha sciolto ogni riserva circa l'adesione al Mec. Dopo over pubblicato lunedi scorso un supplemento speciale dal significativo titolo: < La sfida dell'Europa >, il quotidiano londinese ha voluto subito mostrare di raccoglierla modificando l'impaginazione abituale delle notizie dall'estero. D'ora in poi le notizie del continente saranno raccolte sotto il titolo < Europa >; tutte le altre sotto la rubrica < Il resto del mondo >. In questo quadro di rottura con la tradizione e di ricerca di nuovi legami con l'Europa, vanno collocate iniziative di gran lunga più audaci, come l'adozione del sistema decimale per la moneta c io studio di un < collegamento > permanente attraverso la Manica, ponte o tunnel che sia. Non a caso, del resto, Economist e Financial Times sono da tempo in prima linea nella campagna per la riforma monetaria. Non è una campagna facile: la sterlina è per gli inglesi un simbolo carico di storia e di gloria. Lo provano le migliaia di lettere ricevute dalla stampa britannica da quando la « decimalizzaziotie > è diventata problema di governo: per lo più, quelle lettere "sprimono dubbio, ostilità, non di rado indignazione. Tuttavia, una decisione in senso positivo è ormai imminente: secondo ogni verosimiglianza la futura moneta britannica si dividerà in 10 scellini e in 100 pence. Con ciò non si farebbe altro che dimezzare la sterlina attuale (comprendente venti scellini) ed aumentare leggermente di valore il penny il quale da 1/1S di scellino (pari aU l'incirca a lire 7£5) salirebbe a 1/10 di scellino Gire 8,70). In base alla recente esperienza sud-africana, l'operazione — a parte il costo di sostituzione delle macchine contabili — non presenta sul piano tecnico grosse difficoltà. La sola vera difficoltà è d'ordine psicologico: questa nuova unità monetaria si chiamerà ancora < sterlina » (sia pure con l'aggiunta di un aggettivo per distinguerla dalla vecchia) oppure il nome di sterlina verrà abbandonatot Oli iconoclasti del Financial Times non arretrano neppure dinanzi alla seconda alternativa: dopo tante svalutazioni e tante difficoltà anche recenti, il nome di sterlina non dovrebbe suscitare rimpianti. Comunque, anche dimezzata, la sterlina sarebbe ancora la più costosa fra le monete a larga circolazione in Europa. Del resto, osserva giustamente Lombard CFinancial Times del £8 novembre) le monete più stimate nel mondo sono oggi il marco tedesco e il franco svizzero, il cui valore non raggiunge neppure il decimo dell'attuale <.sterlina pesante». L'articolo di Lombard presenta per noi italiani un interesse tutto particolare. Infatti esso è dedicato alla lira, alla sua condizione di * mone ta fra le più forti del mondo che tuttavia avrà presto la non invidiabile distinzione di essere l'unità monetaria più insignificante, con la sola eccezione del dinaro jugoslavo ». Il commentatore del Finan. cial Times esprime quindi la speranza che le autorità italiane non lascino passare l'anno del Centenario senza rida r« alla lira un aspetto più prestigioso. ar. Jj^

Persone citate: Lombard

Luoghi citati: Europa, Roma