Otto operai investiti da alluminio fuso per lo scoppio del forno in una fonderia ad Alba

Otto operai investiti da alluminio fuso per lo scoppio del forno in una fonderia ad Alba Eia violenta esplosione ha messo in allarme un rione della cittadina Otto operai investiti da alluminio fuso per lo scoppio del forno in una fonderia ad Alba Cinque dèi feriti sono in gravi condizioni all'ospedale - Scoperchiato un capannone - L'officina dovrà rimanere inattiva per qualche tempo - Non si esclude che un proiettile si trovasse tra il materiale che alimentava la fusione (Dal nostro inviato speciale) Alba, 29 novembre. Il Borgo Piave di Alba è stato messo . in allarme oggi pomeriggio da un violento scoppio avvenuto all'interno della « Fonderia Albese*.. In breve una considerevole folla si è radunata davanti alla fabbrica, mentre accorrevano i vigili del fuoco ed alcune autoambulanze. Erano le 16,45. La deflagrazione, è avvenuta in fondo ad un capannone, dove una squadra di operai era al lavoro attorno ad un forno per la fondita dell'alluminio. Cinque di essi hanno dovuto essere portati d'urgenza all'ospedale di Alba, le loro condizioni sono gravi. Tutti hanno riportato ustioni di primo, secondo e terzo grado per cui sono stati ricoverati con prognosi riservata. Altri tre sono stati medicati sul posto ed hanno potuto far ritorno alle loro abitazioni. I cinque ricoverati in ospedale sono: Piero Vtnotto, di 19 anni, residente a Neive; Bruno Doglia, pure di 10 anni, frazione Morelli di Neive; Franco Rizzo, ventisettenne, frazione Scioneri di Ouarene; Vittorio Aguzzi di SI anno, abitante in Alba e suo fratello Bruno, diciannovenne. Questi ultimi due sono i più gravi, in particolare il Bruno, che era addetto al caricamento del forno e che è stato colpito in pieno dall'esplosione. Una prima inchiesta è piò sfata compiuta dai Carabinieri di Alba e dai vigili del fuoco locali. Tutto è stato messo sotto sequestro in attesa che il Procuratore della Repubblica nomini i periti che dovranno pronunciarsi sulle cause dell'esplosione. Dal racconto dei tre operai scampati allo scoppio — i loro colleghi ricoverati in ospedale non possono per ora essere interrogati perché in preda ad un forte choc - I carabinieri hanno così potuto ricostruire l'incidente. Era in corso la fusione di blocchi di alluminio in un, forno di non grandi dimensioni, alimentato da un bruciatore a nafta. Venivano introdotti rottami di alluminio che a mano a mano erano fìisi e colati negli stampi. Durante una delle operazioni di caricamento — il portello era aperto — è avve nuta l'esplosione. E' stata violentissima, udita a centinaia di metri di distanza. Il materiale fuso si è rovesoiato sui cinque che si trovavano vicino al forno, mentre parti di metallo ancora da fondere venivano proiettate violen¬ temente contro il soffitto aitò circa sei metri, demolendo tegole i cui cocci ricadevano sugli operai che fuggivano terrorizzati. Per fortuna nessun elemento incandescente è caduto sul serbatoio dove era tenuta la nafta che alimentava il bruciatore. I primi soccorritori si sono preoccupati di portare all'aperto gli infortunati. Del forno non esisteva quasi più nulla. Intanto giungevano i proprietari della fonderia signori Dalmasso e Marchisio. Assai arduo stabilire le cause dell'esplosione. Due sono le ipotesi più probabili Forse il bruciatore aveva una combustione irregolare e una parte della nafta non si incendiava subito: aprendo lo sportello per caricare il forno il Bruno Aguzzi avrebbe prodotto un •maggior afflusso di aria e quindi di ossigeno che favorendo la combustione avrebbe causato l'incendio improvviso della nafta provocando l'esplosione. L'altra ipotesi è avvalorata dal fatto che venivano usati per la fusione rottami di alluminio e non barre. In mezzo ai rottami avrebbe potuto trovarsi — come altrove è già accaduto — qualche bossolo gettato via da persone poco scrupolose che volevano disfarsene. Appena infilato nel forno — che aveva una temperatura di circa settecento gradi — ' ti proiettile sarebbe esploso. Si è trattato di una deflagrazione di estrema violenza. Per fortuna solo otto uomini si trovavano nel reparto. Questo è in via di rifacimento da una settimana e attualmente venivano eseguite lavorazioni secondarie per cui era sufficiente il forno più piccolo, quello che è esploso. I danni sono abbastanza gravi ed ascendono a qualche milione. Oltre al forno completamente distrutto dovrà essere rifatta quasi per intero la copertura del capannone. Molte tegole sono rotte — come ab biamo detto — quasi tutte le altre spostate. Inoltre la fonderia dovrà rimanere provvi soriumcnte inattiva A sera il capitano dei carabinieri co mandante la Compagnia di Alba ha compiuto -un nuovo sopraluogo sul luogo del grave incidi nte, interrogando a lun go i due proprietari deV.n ita- bilimento. e. r. L'interno del capannone della fonderia di Alba ieri dopo l'esplosione del forno n Il signor Dalmasso, proprietario della fonderia di Alba

Persone citate: Bruno Doglia, Dalmasso, Franco Rizzo, Marchisio, Morelli, Piero Vtnotto

Luoghi citati: Alba, Neive