«Non è reato fabbricare francobolli falsi fuori corso »

«Non è reato fabbricare francobolli falsi fuori corso » Interessante sentenza a Genova ls «Non è reato fabbricare francobolli falsi fuori corso » La legge tutela soltanto ì valori che hanno corso legale (Dal nostro corrispondente) Genova, 29 novembre. Non costituisce reato fabbricare francobolli falsi quando si tratti di « pezzi » fuori corso legale destinati ai collezionisti. A questa conclusione è giunto il Giudice Istruttore, dott. Dettori, chiudendo dopo tre anni l'istruttoria sulla truffa dei francobolli falsi scoperta nel '58 a Genova. Sette persone furono allora denunciate per associazione a delinquere, truffa ed altri reati in seguito alla loro attività di produzione e smercio in grande stile di valori postali fasulli. La maggior parte delle accuse è però caduta proprio in virtù del principio secondo cui non è punibile la contraffazione dei « pezzi » da collezione. Due soli dei sette imputati sono stati rinviati al giudizio del tribunale perché essi commerciarono, fra le tante, anche una partita di francobolli aerei danesi aventi ancora valore legale: i due commercianti sono note figure dell'ambiente filatelico cittadino: Abramo Bounimovitch di 66 anni, di origine bulgara, con negozio in vico Falamonìca e Maino Pozzi, sessantenne, abitante in via Trento 42, titolare con la moglie di uno studio filatelico. La scoperta avvenne in seguito a indagini dell'Interpol, che era stata messa in allarme dalla comparsa di intere serie alterate in Francia, Svizzera, Danimarca e Svezia. La traccia giusta venne dal filatelico danese Larnes Kerik, che riferì d'aver acquistato una serie contraffatta della « posta aerea» dalla signora Pino, titolare di uno studio filatelico genovese gestito dal marito Maino Pozzi. Una perquisizione nell'ufficio portò alla scoperta e al sequestro di altri esemplari identici a quelli venduti al Kerik, al collezionista francese Muller e ad altri ancora. La cerchia delle indagini si allargava e coinvolgeva tra gli altri anche il tipografo Mario Bonissone ed il foto-incisore Angelo Vincentelli per la parte tecnica avuta nelle falsificazioni e infine il Bounimovitch, il quale risultava il perno della organizzazione per lo smercio. Dalle indagini risultava che erano stati fabbricati e messi in circolazione serie rare dell'Epiro e pezzi antichi. I difensori degli imputati — il prof. Filippo Gramatica e l'avv. Renato Piccinino — presentavano un loro studio per dimostrare che la falsificazione dei francobolli fuori corso non era punibile in quanto la legge tutela soltanto i valori in corso legale: il principio difensivo è stato ora accolto dal Giudice Istruttore, che ha perciò mantenuto solo l'imputazione relativa ai francobolli danesi appunto ancora in corso. Rimaneva il reato di truffa in quanto, se è ammesso alterare francobolli da collezione, è però reato farne commercio spacciandoli per autentici: questa ultima imputazione, elevata a carico del Pozzi e de! Bounimovitch, è stata cancellata dall'amnistia. c. m.

Persone citate: Abramo Bounimovitch, Dettori, Filippo Gramatica, Kerik, Maino Pozzi, Mario Bonissone, Muller, Renato Piccinino

Luoghi citati: Danimarca, Francia, Genova, Svezia, Svizzera