Processo a un commerciante di Bra fallito per mancanza di esperienza

Processo a un commerciante di Bra fallito per mancanza di esperienza Processo a un commerciante di Bra fallito per mancanza di esperienza Incominciò a rovinarsi con un allevamento di suini e un'officina meccanica • Per evitare il dissesto commise una serie di operazioni imprudenti - Imputata anche la moglie (Dal nostro inviato speciale) Alba, 23 novembre. Il Tribunale di Alba (Presidente dott. Cosentino, giudici i dottori Padovani e Volpi, Pubblico Ministero dott. Sin;baldl) ha iniziato stamane ìl processo a carico di Emilio Lodali (nato a Roddi d'Alba nel 1912 e domiciliato a Bra), Giovanni Massa di Cervasco (anni 33), Giovanni Crovero di Torino (anni 38) e Luigina Colla, di Diano d'Alba (46 anni), moglie di Emilio Lodali. Il Lodali è l'Imputato principale, e in stato di arresto. Gli altri sono a piede libero. Grava contro di lui l'accusa di « avere compiuto operazioni di grave imprudenza per ritardare il suo fallimento, aggravando il proprio dissesto astenendosi dal chiedere la dichiarazione dì fallimento, e commerciando con clienti notoriamente insolvibili ». Inoltre egli « ha tenuto in modo del tutto irregolare e Incompleto le scritture e i libri contabili prescritti dalla legge ». Sua moglie, Luigina Colla, non più esperta di lui in affari commerciali, è implicata in cambiali con la sua firma; Giovanni Crovero risulta c Godo di fatto » del Lodali con tutte le conseguenze che ne derivano; quanto a Giovanni Massa, deve rispondere di una specie di c perizia falsa » per aver fatto credere ad un acquirente ingenuo che un'automobile semifracassata all'interno, era eccellentissima, soltanto perché verniciata a nuovo. Nell'Intricata vicenda, girano diversi milioni di lire ma con un finale quasi benigno. I debiti privilegiati presentati al fallimento assommano a L. 11 milioni 890 mila 530; quelli chlrografari a L. 36 milioni 610 mila 528. Dalle attività sommate insieme del Lodali e del < socio di fatto » ne è venuto fuori quel tanto da poter indurre i creditori ad accettare un concordato che alleggerisce le responsabilità penali degli imputati. Il Lodali comincia a rovinarsi e cioè, come dice l'atto d'accusa, a < consumare una notevole parte del suo patrimonio » con un allevamento In grande stile di suini e con un grande impianto di riparazioni per autoveicoli, senza avere nessuna competenza particolare in nessuno del due rami. Per riparare alla falla egli si mette nel commercio di automobili usate, senza nessuna specializzazioine neppure su questo ramo. E un ingenuo? Certamente si, se l'accusa gli rimprovera di commerciare con « clienti notoriamente insolvibili ». Ed eccolo nell'assillo di pagamenti urgenti e senza fondi: egli dovrebbe restituire a Garelli Francesco cambiali per L. 156 mila e 500, e le mette Invece in circolazione; due cambiali, rilasciategli in bianco per lire 20 mila, diventano 30.870 e 80 mila; a cambiali di 100 e 200 mila lire appone la firma falsa di suamoglie e le rifila a Ortensia Tornelli; non solo ma mentre lei è distratta da una telefonata le sottrae (dice l'accusa) un assegno per 280 mila lire; il più malconcio sarà Giovanni Cuniolo per una ventina di cambiali, a firma falsa del padre del Lodali, sino all'ammontare di 11 milioni e 961 mila lire; cambiali per un milione 350 mila a Carlo Fanti; per 755 mila a Sebastiano Fiandlno; per 180 mila aEttoreMaccagno;perun milione e 600 mila alla Banca Popolare di Novara e magagne minori, non ultima quella dell'automobile, nuova soltanto come vernice, e che « indurrà in errore » Nicola Barlesi per 580 mila lire. Il Lodali, un piccolo uomo dall'aria smarrita, ammette tutto quanto, eccettuata la sottrazione di quell'assegno per distrazione telefonica della proprietaria. Egli dice di aver fatto < tutto a fin di bene e, invece, finiva tutto male». La sua aria smarrita è cosi penosa che la moglie chiede di poter sedere accanto a lui « per fargli coraggio » e il presidente, cavallerescamente, glielo concede. I difensori del Lodali e di sua moglie, avvocato Demarchi e Bonaudl, punteranno sulla buona fede dei loro protetti, In modo da poter ottenere un'imputazione di bancarotta semplice e non fraudolenta. a. a.

Luoghi citati: Alba, Bra, Novara, Roddi D'alba, Torino