Cinque richieste dell'Italia per gli emigrati in Svizzera
Cinque richieste dell'Italia per gli emigrati in Svizzera Aperta ieri a Berna la terza fase delle trattative Cinque richieste dell'Italia per gli emigrati in Svizzera / punti in discussione riguardano: assicurazione malattie, assegni familiari, congiunti in Patria, istruzione scolastica, visita medica al confine (Dal nostro corrispondente) Berna, 23 novembre. Con una seduta di due ore e mezzo si è aperta oggi a Berna la terza fase delle trattative italo-elvetiche per la revisione della convenzione sulla emigrazione e dell'accordo sulla previdenza sociale fra i due paesi. Al termine dell'odierna riunion", naturalmente segreta, non è stata fatta alcuna dichiarazione da parte delle due delegazioni, ma risulta che viene data la precedenza ai problemi concernenti le questioni sociali. La delegazione italiana, presieduta dal ministro plenipotenziario Pazzaglia, si compone di funzionari degli affari esteri e del ministero del lavoro, tra cui il dott. Angelo Altarelli, direttore generale per la manodopera. Circa la durata di questo terzo ciclo di negoziati non è dato sapere nulla di preciso; pare tuttavia che non andrà oltre i dieci giorni. Come si sa, nel corso di un recente viaggio in Svizzera Von. Sullo, ministro del lavoro, ha autorevolmente illustrato le principali rivendicazioni del governo italiano, per migliorare la situazione dei 400 mila italiani che attualmente sono occupati nei vari settori dell'attività economica della Confederazione elvetica. Data la diversa legislazione sociale della Svizzera, la conclusione di un accordo nel campo delle assicurazioni sociali si rivela, però, abbastanza laboriosa. Le richieste avanzate dal governo italiano possono essere riassunie in cinque punti: Assicurazione malattia: ti lavoratore italiano in Svizzera si trova esposto a dei rischi che non correrebbe nel proprio paese; egli deve poter godere in Svizzera delle medesime condizioni che ha in Italia, cioè di una assicurazione malattia obbligatoria per sé e per la famiglia e di una indennità per la perdita di guadagno in caso di malattia. Assegni familiari: esistono sotto forma legale solo in 21 Cantoni su £5 e solo due Vallese e Ticino —versano agli operai italiani questi assegni per i figli rimasti in patria. Il governo italiano chiede che questi assegni siano concessi a tutti gli operai italiani tu Svizzera, indipendentemente dal fatto che i loro figli risiedano o no' nel territorio della Confederazione. Ricongiungimento dei familiari' in Svizzera si trovano attualmente S'.W.OOO lavoratori fvtczdlficpllcigdasrcqspsitaliani, di cui ima buona par- te vive lontano dalla propria\ famiglia. Queste non possono venire in Svizzera se non dopo tre anni di residenza del loro congiunto in territorio svizzero. Istruzione scolastica: essendo riconosciuto in Svizzera l'italiano come terza lingua ufficiale, il governo di Roma chiede che gli operai italiani possano dare ai loro figli una istruzione scolastica nella loro lingua materna. Visita medica: da parte italiana si giudica non solo umiliante, ma anche inutile la visita medica imposta alla frontiera agli operai italiani. Si tratta di una discriminazione che deve sparire. Nelle sue recenti conclusioni il ministro Sullo ha anche sottolineato che se la Svizzera intende associarsi al Mercato Comune, dovrà accettare la legislazione sociale prevista dal Trattato di Roma e specialmente le disposizioni sulla libera circolazione della mano¬ dopera. 1. f.
Persone citate: Angelo Altarelli, Pazzaglia, Sullo, Vallese
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