Anche il segretario del commissariate sottoscriveva i decreti senza leggerli

Anche il segretario del commissariate sottoscriveva i decreti senza leggerli Anche il segretario del commissariate sottoscriveva i decreti senza leggerli Continua l'interrogatorio al processo per gii abusi edilizi con i soldi della penicillina - Presidente: «Perché la somma non fu messa nel bilancio della cooperativa?» - Imputato: «E' meglio chiederlo a chi se ne interessava » - Presidente: « Ma lei non firmava gli atti? » - Imputato: «Sì, ma non approfondivo il loro contenuto» (Nostro servizio particolare) Roma, 22 novembre. « L'accusa crede di ravvisare nel decreti emessi dall'alto commissario on. Nicola Perrotti, con i quali venivano concesse delle sovvenzioni a favore di una cooperativa costituita tra i dipendenti dell'Acis, una distrazione di fondi. Senonché questa distrazione non esiste in quanto quelle somme furono detratte da un fondo che era a disposizione dell'alto commissariato e destinato al personale». Questa la tesi con la quale il dottor Giuseppe Solimena, già segretario generale dell'Alto commissariato per l'Igiene e la Sanità, ha impostato la propria difesa. L'udienza al processo per lo scandalo delle ville costruite con i fondi della penicillina è stata quasi completamente occupata dalla deposizione-fiume dell'ex prefetto dottor Solimena. Presidente — Sappiamo di una gestione della penicillina che era sotto l'organizzazione dell'Unrra. Senonché dopo il 1947 questa gestione passò sotto 11 diretto controllo del governo italiano. Ora il tribunale vorrebbe avere dei chiarimenti proprio su questa se conda gestione. Imputato — Cessata la organizzazione Unrra ci dissero di metterci in rapporto, tramite il ministero del Commercio con l'estero, direttamente con l'A¬ mCactnm merica. Fu necessario allora, per reperire dei fondi, rivolgerci al ministero del Tesoro. Chiedemmo 300 milioni come anticipo per importare la penicillina: praticamente per continuare una gestione Unrra. Senonchc il ministero non ci diede alcuna risposta. Neanche dopo i nostri solleciti ci fece sapere nullaPresidente — I capitali venivano impiegati dall'Alto Commissariato sin dall'inizio o quando la merce era arrivata in Italia e sdoganata? Imputato — Quando la merce era stata già importataPresidente — Perché il danaro fu chiesto al ministero del Tesoro? Imputato — Non vi era altra possibilità: la vendita della panicillina non poteva costituire un capitolo nel bilancio dell'Alto Commissariato. Presidente — Bene, prosegua pure. Imputato — Il ministero del Tesoro, come ho già detto, non ci fece avere nessuna risposta. Allora ci facemmo anticipare il danaro dal Consorzio provinciale antitubercolare di Roma. Le somme ricevute furono poi restituite poco per volta. Presidente — Con quale somma si aprì il fondo penicillina? Imputato — Non avemmo una somma precisa: a mano a mano che si dovevano pagare le fatture chiedevamo anticipazioni. Presidente — Bene, adesso parliamo della gestione di questo bilancio penicillina italiana. Imputato — Con la vendita dell'antibiotico, così come era accaduto per la gestione Unrra, si ottenne un utile del 15 per cento, e fu proprio con questa economia di gestione che l'on. Nicola Perrotti pensò di devolvere una certa somma a favore della cooperativa Igea. Presidente — Allora l'idea della cooperativa venne perché c'era questo danaro disponibile? Imputato — No assolutamente. Furono i funzionari e i dipendenti del dicastero a pensare di costituire una cooperativa. Io fui informato del progetto, e poiché in qualità di membro del Consiglio superiore dei Lavori Pubblici avevo molta dimestichezza con questo problema, consigliai personalmente di non chiedere una sovvenzione al ministero dei Lavori Pubblici, tanto sarebbe stato inutile, visto che vi era un cumulo di domande in sospeso. Presidente — Allora come si giunse al finanziamento? Lei saprà bene che il 10 marzo '48 la cooperativa ebbe assegnati 180 milioni. Perché questa somma non fu. riportata nel bilancio della Igea? Insomma io vorrei sapere perché questa somma devoluta con un decreto fatto alla «luce del sole > non fu inserita nel bilancio della cooperativa. Imputato — Veramente su questi particolari sarebbe meglio interrogare chi s'interessò personalmente della cooperativa. Presidente — Senta, lei non può trincerarsi dietro a questo silenzio. Non dimentichi che in periodo istruttorio ha risposto a queste stesse domande, e che gli atti risultano firmati da lei. Imputato — Veramente io firmavo i decreti e tutti gli al tri atti senza approfondire il contenuto. Presidente (spazientito) — Allora mi dica chi si interessava di questa cooperativa. Ieri abbiamo sentito l'on. Perrotti il quale ha detto che firmava i decreti senza sapere nulla, ora lei dice che firmava senza approfondire nulla: ci dica allora a chi possiamo rivolgerci. Imputato — Al capo della Ragioneria dell'Alto Commissariato, dott. Giovanni Franco e al dott. Minafra. Presidente — Lei quindi non sa dirci nulla neanche sulla storia dei decreti? Imputato — Ricordo che l'on. Perrotti chiese solo Ji mio parere ed io risposi positivamente. A questo punto il presidente ha chiamato per un confronto l'on. Nicola Perrotti per sapere se quello che ha affermato il dott. Solimena risponde alla verità. ■ Imputato — Ieri ho detto che l'Idea di costituire la cooperativa mi era stata suggerita dal mio segretario particolare dottor Presutti Presidente (interrompendo) Senta onorevole, io vorrei che lei fosse leale con me: non solo ieri, ma anche in istruttoria lei ha affermato che dell'idea della cooperativa ne aveva parlato con il dottor Solimena e il ragionier Franco. Io vorrei sapere, insomma, questi decreti da chi furono compilati. Imputato — Io so solo che erano controfirmati dal dottor Solimena e che a me bastava la sua sigla perché potessi firmarli ciecamente. Presidente (rivolto a Solimena) — Ha sentito? Allora sa dirmi chi compilava questi decreti? Imputato — Il dottor Franco, capo della ragioniera dell'Acis. Terminato con questa battuta l'interrogatorio dell'ex-segretario generale dell'Acis, è stato subito chiamato a deporre il dottor Franco. Questi però non ha saputo neanche lui spiegare chi compilava I decreti. Presidente — Visto che neanche lei sa spiegarci chi pre-, parava 1 decreti, vuole spiegarci per quale motivo gli stessi decreti furono firmati prima ancora che la cooperativa venisse costituita? Imputato — Furono disposti dall'on. Perrotti In previsione del fatto che essendoci una crisi ministeriale in vista egli avrebbe sicuramente abbandonato l'alto incarico. Chiamato per un nuovo confronto, l'on. Perrotti ha fatto questa singolare affermazione: « Era mia- intenzione aiutare tutti. Ecco perché firmai quei decreti con i quali speravo di poter dare una casa a tutti i dipendenti». L'udienza è così terminata. Prima di concludere la propria deposizione 11 rag. Giovanni Franco ha chiarito al Tribunale che la sovvenzione di 180 milioni non fu registrata nel bilancio della cooperativa Igea per evitare i rigori del fisco. 8- S-

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