Forse un greco suicida nel 1934 fu il rapitore di "baby" Lindbergh di Stefano Terra

Forse un greco suicida nel 1934 fu il rapitore di "baby" Lindbergh Hauptmann mori innocente sulla sedia elettrica? / -1 * ' 1 Forse un greco suicida nel 1934 fu il rapitore di "baby" Lindbergh E' quanto afferma l'inchiesta di un giornale ateniese - Colpevole del crimine orrendo sarebbe un. Costantino Maratos, dal passato misterioso, giunto nell'isola di Paros poche settimane prima dell'arresto di Hauptmann - Era carico di banconote da 50 dollari, segnate come quelle della taglia: le bruciò prima di uccidersi - E' difficile avere certezze: quasi tutti i documenti sono stranamente spariti (Dal nostro corrispondente) Atene, 21 novembre. Nel 1931 il giornalista ateniese Giovanni Dracos conversò per più di un'ora con il generale Lindbergh, che visitava la Grecia come turista. Da allora Dracos non lasciò passare un anno senza compiere un viaggio nell'isola di Poros per avere informazioni su di un certo Costantino Maratos, che si era sparato una pallottola al cuore nel 1934. Da qualche giorno Dracos annuncia con grandi titoli sul quotidiano Acropolis di aver finalmente trovato gli elementi per dimostrare che, condannando Hauptmann alla sedia elettrica come rapitore e assassino del piccolo figlio del Lindbergh, fu commesso il più grande errore giudiziario del secolo. , Negli articoli in questione, si afferma che dife persone, l'avvocato Karas e il proprietario agricolo Delitanasis, essendo trascorsi trent'anni dal processo Hauptmann, potevano affermare pubblicamente la lo- M111 ì 111 li 1111111 i 111111111111 ni 111 II 11 ! 111111 i 111111 : i a ro persuasione che era stato Maratos a compiere il delitto atroce e non Hauptmann, il quale sino all'ultimo urlò la sua innocenza. Perché Karas e Delitanasis lasciarono passare tanto tèmpo prima di parlare? Rispondono: primo, perché ormai Hauptmann era rimasto fulminato sulla sedia elettrica; secondo, (e questa appare subito la ragione più valida) perché i compansani che erano pratici dell'America di allora, gli consigliarono di tacere se non volevano fare la fine di Maratos. Questo Maratos giunge da rfew York a Poros qualche settimana prima dell'arresto di Hauptmann,' dichiarandosi nativo dell'isola dalla quale mancava da più di trent'anni Nessuno si ricordava di lui e della sua famigliai. Finalmente ■unj^^sjghorina' di mezza età, chiamata ' Caraàimas, affermò che il greco^-americdno era un suo lontano cugino e gli affit tb uno bella villa, sulla strada che porta ai resti del tempio di Posidone. Maratos colpì su bito .la fantasia degli isolani per la sua vistosa eleganza i suoi vestiti, dice l'avvocato Karas, le sue valigie, i suoi ba stoni sembravano usciti da un negozio di lusso e in più portava lobbia, caramella e pan ciotto di feltro grigio. Dava mance enormi, tanto che il traghettatore decise di innalzare la bandiera nazionale ogni voi ta che Maratos traversava il braccio di mare che separa Poros dal Peloponneso per pas seggiare solo e signorilmente assorto fra i limoni di Galatas Un suo amico servizievole di venne un certo Delitanasis, il quale racconta: « Un giorno siccome ero di cattivo umore per una scadenza da pagare ricevetti dal greco-americano un biglietto da mille dollari piegato in otto, dentro una scatola di fiammiferi». Ma erano i biglietti da SO dollari che riempivano soprattutto le tasche di Maratos, e queste banconote portavano il sigillo di oro come quelle consegnate da Lindbergh al rapitore del piccolo Carlo. Ben presto venne annunciato il matrimonio di Maratos con la cugina padrona di casa; ma quando il Consiglio comunale di Poros si preparava per accogliere ufficialmente la munifica offerta di Maratos per la fornitura dell'acqua corrente alla cittadina, giunse la notizia della sua morte. L'amico, quello dei mille dmagpLrlfsrcdlaria. dollari nella scatola di- fiammiferi, raccontò alla polizia di aver visto da pochi passi il greco-americano spararsi improvvisamente in pieno petto. La scena assurda, da cattivo romanzo poliziesco, provocò l'arresto del Delitanasis, che fu rilasciato avendo la polizia scoperto un messaggio di Maratos il quale diceva semplicemente: <Devo andarmene da questo mondo ». Al sopraluogo dei gendarmi di Poros assistette l'avv. Karas. Questi riferisce che dei tanti mazzetti di dollari esibiti da Maratos, il quale entrando in Grecia aveva denunciato $3 mila dollari alla dogana, non rimaneva una sola banconota, mentre il caminetto del salone della villa era ancora ingombro di cenere calda. Durante l'inchiesta risultò .che uno stra.-njerp.era arrivUtQ "a. Poros il giorno prima della tragedia con una barca a motore. An dò direttamente alla villa di Maratos e ripartì qualche ora prima della tragedia, senza fermarsi in paese. Ho visitato oggi Poros con alcuni giornalisti greci, per cercare di trovare qualcosa di più convincente dei ricordi dei due principali testimoni, più o meno filtrati dal trascorrere di oltre ZI anni. L'isola è piena di fiori, ma le rose sono gonfie d'acqua e solo gli aranci maturi riescono a pungere clrrfcshcgvdcgf con il lóro colore la foschia e la pioggia. Nel paese c'è un'aria di disarmo balneare: le reti dei pescatori sono appese fra gli ombrelloni accartocciati. Il traghettatore tiene sempre esposta la bandiera e ha comprato la barca da pochi anni. L'avv. Karas e il signor Delitanasis sono improvvisamente introvabili e fanno dire dai loro amici preoccupati che non hanno niente da aggiungere a quanto è stato riferito al giornalista greco. Al municipio ci lasciano consultare l'archivio, e vediamo che effettivamente Costantino Maratos aveva offerto 300 mila dracme, nel luglio del '34, perché l'acqua venisse portata a Poros dalle sorgenti di Pubas. La cugina-fidanzata partì per Itaca, dove nacque, pare, il padre del greco-americano. Alla casèrma dei genidarmi non sanno niente: l'archivio andò distrutto in un incendio. Andiamo verso il cimitero dalle mura bianchissime di calce, circondato da acace, dalla terra rossa appena smossa. La- tomba di Maratos è introvabile. Eppure aveva comperato, come risultava al Comune, un loculo eterno. « Jlfa quando nessuno se ne occupa...», dice il guardiano dai capelli ancora nerissimi e i baffi bianchi. Per evitare il gruppo di bambini che ci segue, ci rifu¬ giamo nel principale caffè di Poros, dove naturalmente tutti discutono l'affare. Viene ricordato che Maratos parlava perfettamente il tedesco e che l'avv. Karas lo trovò somigliantissimo ad Hauptmann le cui fotografie avevano invaso i giornali dell'epoca. So lo, in un angolo, un brigadiere dei gendarmi in pensione davanti al suo caffè, dice « Pola kronln... » e cioè, in parole povere: « Sono passati troppi anni». Stefano Terra

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