Nei laboratori del «Galileo Ferraris» si creano apposta i peggiori incidenti

Nei laboratori del «Galileo Ferraris» si creano apposta i peggiori incidenti L'istituto elettrotecnico, vanto di Torino Nei laboratori del «Galileo Ferraris» si creano apposta i peggiori incidenti In 25 anni il campo degli atudi si è enormemente allargato, passando dall'elettricità applicata alla ricerca pura; ma prevalgono ancora le indagini "pratiche" - Una delle attività più importanti: cercare materiali e macchine resistenti ai cortocircuiti - Le scoperte realizzate con il microscopio elettronico forse consentiranno di creare nuovi, comodissimi televisori Tra molte altre sigle di recente fattura, eccone una — I.E.N. — nota da tempo agii elettricisti italiani; nota fin dal 1935, quando per iniziativa di uno studioso eminente, romano di nascita piemontese di ceppo, Giancarlo Vallauri, veniva inaugurato a Torino l'Istituto Elettrotecnico Nazionale, intitolato a Galileo Ferraris. Al compito, ad esso assegnato, di condurre studi nel «impo dell'elettricità applicata, l'Istituto si mantenne fedele; ma dove non è applicata, al tempo nostro, l'elettricità? Alle macchine, agli apparecchi elettrici beninteso; alla crescente schiera degli elettrodomestici; alle comunicazioni, come è noto; ma anche all'esame dei batteri, allo studio della grana del metalli, alla misura del tempo, della luce, dei rumori, della radioattività, e di ogni pensabile grandezza.'- Cosi 11 lavoro dell'Istituto si è venuto via via dilatando, e una porzione di esso, pure avendo preso le mosse da intenti applicativi, ha assunto il carattere di ricerca pura: e difattl il grado di finitezza che si esige oggi da certe tecniche porta di necessità gli studiosi a risalire al fenomeni fisici fondamentali. La .vastità dei compiti assolti dall'Istituto, le sue benemerenze nel campo dell'istruzione tecnica superiore, l'abbondanza dei delicatis sìml e costosi strumenti (cui fa contrasto forse una certa scarsità di ricercatori) meriterebbero un discorso troppo lungo per esaere contenuto nei limiti di un quotidiano. Bisognerà perciò che ci limitiamo ad illus: ..'e alcuni lavori di speciale interesse e attualità. Nel reparto dell'elettromeccanica (incominciamo da questo, più da vicino rispondente agli °"ìpi iniziali dell'Istituto, ide . in un primo tempo come laboratorio al servizio della Società elettrica Sip), si provano, ora separati ora insieme, gli elementi che costituiscono gli impianti elettrici: conduttori, apparecchi di manovra, di protezione, di regolazione. Una buona parte di queste prove, dirette ad assicurare un alto grado di sicurezza nell'uso del materiale elettrico, consiste nel produrre eventi; che, nell'esercizio reale',''farebbero ' definiti com'è incidènti, guai, o addirittura disastri, nel produrre cioè dei cortocircuiti. Di questi, ne avvengono un buon numero, ogni giorno, in tutte le reti; è sono prodotti da cause diverse: operai che, scavando in una strada, urtano col piccone le condutture elettriche interrate; un qualche gatto che, introdottosi In una cabina elettrica, stabilisce col suo corpo un ponte fra due sbarre In tensione (restandone fulminato); una carica di plastico che esplode alla base di un traliccio di una linea ad alta tensione, portando a contatto fili che dovrebbero rimanere distanziati; il più sovente di tutto topi, 1 quali si annidano volentieri nel cunicoli, nelle Intercapedini, dove passano i cavi elettrici, e ne rodono le protezioni isolanti (non che essi abbiano cosi rozzo palato da gustarne i rivestimenti di gomma o di resine o addirittura di piombo; ma devono molare e consumare di continuo i denti Incisivi durissimi, che, senza questo esercìzio, crescerebbero di una dozzina di centimetri all'anno). I cortocircuiti richiamano, nei conduttori, correnti intensissime e vi provocano forti riscaldamenti, esca frequente di incendi; o, se avvengono in ambienti chiusi (come, le casse del trasformatori ini olio), vi producono vere esplosioni. A bloccare le conseguenze di un qualsiasi cortocircuito, provvedono fusibili e interruttori automatici, organi che interrom pono la corrente, appena si manifesta una erogazione eccessiva di essa. Nei laboratori dell'Istituto, questi guardiani degli impianti domestici e industriali vengono collaudati, per passaggi di correnti centinaia di volte più Intensi del normale (fino a centomila Ampère per i maggiori interruttori industriali); e si pretende che escano da tali prove indenni e in grado di funzionare ancora (i fusibili no: bisogna poi cambiarli). Sono prove in parte automatizzate (la rapida successione delle manovre non consente margini per decisioni prese anche con eccezionale prontezza), e non sarebbero scevre di pericolo per coloro che le conducono, a salvaguardia dell'immunità di noi tutti, se non fossero prese oculatissime cautele. Un altro reparto dell'Istituto è Intitolato alla microscopia elettronica. Come è noto, per superare certi limiti del microscopio ordinario, per ottenere cioè immagini di oggetti di estrema piccolezza, è stato inventato, da tempo, un microscopio, nel quale i raggi di luce sono sostituiti da fasci di particelle, gli elettroni. Non è impossibile, grazie a questo strumento, ottenere fotografie con ingrandimenti fin di centomila volte. Il microscopio elettronico ha reso importanti servizi alla biologia: ha reso visibili gli inafferrabili vi¬ rplerngFnvclnmtsbdcscsvtbtsmnnlstmremdèdlarerccdlclgEttpnnnp rus; ha rivelato i modi di riproduzione dei batteri; ha colto le drammatiche fasi della guerra che contro di essi conducono i globuli bianchi del sangue. Ma, all'Istituto Galileo Ferraris, il microscopio elettronico è adoperato quasi esclusivamente per ricerche nel vasto campo della fisica dei solidi. In questo momento, sono allo studio due fenomeni poco noti. Il primo di essi è la termoluminescenza. Di questo si tratta: che un corpo, il quale sia stato assoggettato a bombardamento di raggi gamma o di particelle elementari, ne conserva la memoria; nel senso che dopo, quando sia qualche po' riscaldato, emette una sua debole luminosità. Una volta emessa tale luce, il materiale perde la memoria del bombardamento subito; e- ritorna allo stato normale. Questo fenomeno non dà luogo a manifestazioni vistose e forse non è destinato a'' applicazioni pratiche di carattere popolare. Ma ha già reso qualche servizio; ha permesso, tra l'altro, di ricostruire la storia termica di una roccia (di scoprire cioè se in un certo passato essa abbia subito un riscaldamento che l'ubbia scaricata di quella tale luminosità); ed è stato altresì applicato, alla dosimetria delle radiazioni. L'altro fenomeno dell'elettroluminescenza, in questo consiate: che.una lastra di materiale trasparente (vetro, ad esempio), in cui siano incorpo rati materiali fosforescenti, e ciascheduna delle facce sia ricoperta di uno straterello conduttore di elettricità, diventa luminosa, quando vi si appli chino — dall'una parte e dall'altra — i due poli di una sorgente di elettricità alternata. E' un fenomeno conosciuto da tempo: ma soltanto di recente si cercò di trarne profitto, per ottenere una illuminalo ne di ambienti che provenisse non già da una lampada, ma da vaste superficie, come pannelli, pareti, porte, scale, e persino tendaggi. Le ricerche non hanno approdato finora a risultati pratici convenienti. Adesso si studia, tra l'altro di derivarne una nuova rivoluzione nel campo della televisione (non si .spaventino gli utenti che<hanno giusto sborsato i quattrini per il secondo canale: ci vorrà ancora parecchio tempo). Il televisore non.avrebbe più come organo principale 11 cinescopio, quel tubo a vuoto di forma svasata, sul fondo del quale si dipinge la scena. A questo schermo, leggermente ricurvo, si sostituisce una, lastra piana, guernita di un reticolo di conduttori elettrici invisibili, flnissimi. Tale laatra, di grandezza voluta, si potrebbe appendere al muro, alla guisa di un quadro o di una lavagna; mentre una scatoletta che regola l'accensione dei vari punti, e cioè la formazione e la successione delle immagini, sarebbe collocata in un angolo qualunque della stanza. Didimo «**

Persone citate: Galileo Ferraris, Giancarlo Vallauri

Luoghi citati: Torino