Uccide col gas la sua bambina che dorme e si sopprime gettandosi dal tergo piano

Uccide col gas la sua bambina che dorme e si sopprime gettandosi dal tergo piano Tragica fine di una donna infelice e sciagurata Uccide col gas la sua bambina che dorme e si sopprime gettandosi dal tergo piano Una squallida esistenza - Abitava in un alloggetto di via Cherubini e manteneva la figlia, 7 anni, in collegio a Lanzo - Venti giorni fa aveva incontrato un uomo: l'ultima sua speranza per mutar vita - Ma era già sposato - Lunedì lo prega di ritirare la bimba dall'Istituto per «andare a un funerale » - Nella notte stacca il bocchettone del gas, fa respirare il veleno alla ragazzina addormentata fra le sue braccia, poi la stende nel letto accanto a sé e all'amico - Ma questi si sveglia e dà l'allarme - All'arrivo della Croce Rossa la sventurata si lancia dalla finestra Una giovane donna ieri mattina all'alba ha ucciso con il gas la sua bambina di 7 anni, Franca, poi al è tolta la vita gettandosi dalla finestra del suo alloggio, al terzo piano di via Cherubini 62. La spiegazione più facile è che l'omicidio ed il suicidio siano frutto di una improvvisa follìa. Può darsi. Sicuramente il turbamento psichico che ha portato a conseguenze cosi tragiche trova origine in una vita tremendamente infelice, squallida, rovinosa. Nata 26 anni fa a Melle, in Val Varalta, Caterina Perotto appena sedicenne era venuta a Torino. Andò a servizio presso due o tre famiglie. Fu ricoverata all'ospedale di Sant'Anna e nacque Franca. Volle riconoscere la sua bambina. Per vivere scelse la strada: Franca la lasciava presso le suore, prima a Torino, poi a Lanzo. Guadagnava parecchio. A 26 »&nifl già conosceva squadra' del buon costume, cella di siscurezza della Questura, caree-i re, Tribunale e Corte di'"Assi"' se. Vittima di aggressione aveva fatto condannare i colpevoli. Aveva anche ecceduto di fantasia nell'accusa e a sua volta era stata condannata per calunnia. In questo sfacelo di vita la sorreggeva l'affetto per la figlia. <Farò di tutto per lei: se vorrà, la farò studiare, perché stia bene». Quasi analfabeta, contadina di nascita, vedeva nella coltura U presupposto di una agiatezza. Da due anni abitava in via Cherubini 62, in una casa nuova all'angolo con via Vivaldi, in borgata Monterosa, verso il Regio Parco. Al terzo piano aveva affittato un alloggetto di una camera, tinello con cucinino, piccola entrata, bagno. L'alloggetto minimo moderno. L'aveva arredato con mobili e suppellettili costose, se non di buon gusto. Anche lei era elegante: abiti di fiuona confezione, borsa di coccodrillo, scarpe del negozi più cari, mólti ori al braccio "e al collo. v Venti giorni fa aveva incontrato Sergio Bortolotto, 35 anni, abitante in corso Sebastopoli 159, sposato con una figlia, ma separato dalla moglie. In lui Caterina Perotto credeva di aver trovato l'uomo della speranza? Due o tre sere fa mentre attendeva dalla pettinatrice, a pochi passi da casa sua, disse che si sarebbe sposata. Parlò di un industriale dicendo che era il padre della sua Franca (in queste donne la megalomania è facile); aggiunse che t però preferiva sposare un uomo di affetto sicuro. Da una settimana aveva smesso la sua attività: non più ritorno all'alba in taxi, non più litigi aspri sulla porta di casa, o addirittura nell'alloggio. A casa lei faceva pulizia e cucinava. Sabato scorso andò a Lanzo a prendere la bimba e se la tenne la domenica. Alla se ra la riportò. Poi al lunedi pregò il Bortolotto di andarla a riprendere. « Ma se l'hai vista ieri >. < E' morta mia sorella, voglio che venga anche lei ai funerali. Ci accompagnerai tu in auto ». « Io? Che c'entro con i tuoi parenti? » < Se vado con la bambina tutti dicono male; se invece ci vedono in tre, la gente pensa che noi siamo a posto ». La sua idea fissa: avere una famiglia riconosciuta. Il Bortolotto accettò e le suore Immacolatine gliela consegnarono, perché avevano ricevuto la richiesta per telefono dalla donna. Alle 20 mangiarono tutti tre in casa, in via Cherubini. Dopo guardarono la televisione. Cera 11 film c Rasho Mon », ossessionante, tragico. Trillò 11 telefono. Èra una collega di Caterina, e Non ti si vede più ». « Son qui con Franca ». < Cè anche lui? » < SI, guarda la televisione». «Ah!» «Famiglia modello, cara mia». « Tomi? » « Non so, no ». La bimba aveva sonno, il Bortolotto consigliò di andar tutti a dormire. Al mattino avrebbe dovuto alzarsi presto. Mise la sveglia alle 5,50. Si coricarono tutti nella stessa, stanza, nell'unico letto. Poco prima dell'ora fissata il Bortolotto si evegliò. (Raccontiamo seguendo la sua deposizione e 1 risultati delle in¬ MiiinniiiwniiiiiiiiiiiiiiMiiiiimiiiiinwiiiiiii dagini). Aveva udito del rumori. « Che cosa c'è? ». « Nulla — gli rispose la donna — la bimba è caduta dal letto. Dormi ». « Cosa? ». Allungò la mano al tavolino per accendere la lampada; nel movimento incerto incontrò la sveglia; la fece cadere sul pavimento. La sveglia si mise a trillare. L'acuto suono lo tolse dal torpore. Scese, raccattò la sveglia, accese la luce. Caterina Perotto era seduta sul letto, gli occhi fissi, attonita. Avverti un < sibilo e subito un odore agro che prendeva alla gola. « Senti che puzzo? ». Andò in cucina premette l'interruttore, e subito scorse il bocchettone del fornello staccato, mentre il gas usciva violento. Chiuse il contatore. Tornò nella stanza Caterina era là immobile. Immobile anche Franca, con la bocca aperta e sul volto i segni dei baci di sua madre. apremelrtsgardgmtrdctv«Ma è morta! Caterina!?» Intuì la tragedia:. la madre aveva avvelenato la piccola portandola dormiente a respirare ,11 gas in cucina, poi si era messa ad attendere che la morte raggiungesse anche lei e lui. Fu colto dal terrore e lanciò un urlo così forte, terribile, che In casa si precipitarono l vicini,- con i cappotti sopra i pigiama. Al veder la gente la donna si alzò e corse alla finestra, ma il Bortolotto riuscì a fermarla la- fece sedere, le diede da bere del cognac. Poco dopo arrivarono 1 militi della Croce Rossa. Portarono la bambina all'astanteria Martini. Il medico di guardia sentì il polso, auscultò 11 cuore, alzò.le palpebre. Morta. Erano le 5,45. L'autoambulanza tornò in via Cherubini, perché i due infermieri pensavano che anche la madre non stesse bene. Trovarono Caterina Perotto seduta che sorseggiava il cognac e intorno i vicini. « Qui bisogna avvertire la Questura » disse un infermiere al col- ldilcsAtmgcpgptgtbdiddpcglptc lega. All'udire « Questura », la donna balzò ritta, corse verso il bagno, con una manata si liberò dall'infermiere Tesauro, che aveva cercato1 di fermarla, si chiuse dentro a' chiave. Aperse il finestrino. Dalla porta subito sfondata i due infermieri poterono vederla ohe si gettava a capofitto, le mani a coprirsi gli occhi. Cadde nel piccolo giardino che fiancheggia l'ala di via Vivaldi. La portarono all'astanteria Martini. Il medesimo medico di guardia senti il polso, auscultò 11 ouore, sollevò le palpebre. Morta. Erano le 6,20. NefUa casa arrivò 11 brigadiere Spagnuolo; il Bortolotto, inebetito, fu interrogato dal dott. Scandorrà, commissario della barriera di Milano. Nel pomeriggio, su ordine del Procuratore della Repubblica aggiunto dott Biffi Gentili, all'istituto di medicina legale 11 prof. Portiglteittl esegui l'autopsia sul cadavere di Franca confermando che era morta per il gas. '■ Perché questa tragedia?--La scienza, che si appoggia su una casistica numerosa, suggerisce di cercare la spiegazione in una crisi di depressione che sovente subiscono le donne di quella vita. Una crisi che è sempre accompagnata da un sentimento di colpevoiezza e che esige una punizione. Di certo le tare familiari possono aver creato un elemento debilitante nella sua psiche. Un momento di sconforto. La convinzione che mai avrebbe trovato un marito. Neppure 11 Bortolotto poteva coronare il suo sogno, perché già sposato. Uccise Franca perché temeva che nessuno avesse cura di lei. La uccise con il gas, la riportò a letto e la baciava sul volto, sul collo impiastricciandola di rossetto, mentre an cora calda stava spirando. Prima uccise lei, perché voleva essere sicura che non le sopravvivesse. Perché uccidere il Bortolotto? Soltanto perché si trovava anche lui nella casa. Indifferente che fosse vissuto o morto. Nell'esasperazione c'erano soltanto lei e la sua Franca II resto non importava. Franca, 7 anni. La madre, fotografata durante un recente processo. A Lanzo: il quaderno della bimba è rimasto aperto sul suo banco, dove le compagne hanno deposto fiori Sergio Bortolotto, 35 anni

Luoghi citati: Lanzo, Melle, Milano, Torino