L'incerta sorte dei 13 aviatori italiani nel Congo prigionieri dei seguaci di Lumumba in rivolta

L'incerta sorte dei 13 aviatori italiani nel Congo prigionieri dei seguaci di Lumumba in rivolta Da sabato MMiasicana notisele, nessuno li Ita più visti L'incerta sorte dei 13 aviatori italiani nel Congo prigionieri dei seguaci di Lumumba in rivolta I nostri piloti, che operavano per conto dell'Onu, sono stati catturati e percossi da congolesi avvinazzati, quindi rinchiusi in carcere - Scambiati per mercenari belgi? - Vano tentativo dei governanti di Léopoldville di ottenere il rilascio: gli estremisti di Gizenga (ex-vice di Lumumba) li hanno costretti a fuggire - L'Onu lancia un ultimatum - A New York il ministro Segni è intervenuto presso il nuovo Segretario Thant II generale dell'Aeronautica Cerniti in volo a Léopoldville (Nostro servizio particolare) Léopoldville, 15 novembre. I tredici aviatori italiani arrestati sabato scorso nella provincia congolese del Kivu — mentre operavano a bordo di due grossi aerei C-119 per conto della guarnigione dell'Onu — non sono stati ancora rilasciati. Non solo, non è stato finora permesso ad alcun alto funzionarlo delle Nazioni Unite di visitare i prigionieri ed avere notizie dirette sulle loro condizioni: mentre si assicura che nessuno dei tredici uomini è rimasto ferito, si conferma pure che sono stati fatti segno ad atti di violenza. Anche gli esponenti del governo di Léopoldville, generale Lundula e ministro Gbenye, che si erano recati a Kindu (capoluogo del Kivu) per ottenere il rilascio, non hanno-potuto fare nulla e anzi sono stati minacciati e scacciati a loro volta. L'Onu ha emanato stasera |un ultimatum imponendo la niitiiiiiiiiiiiiiiiitiiiiiiiiiiiitiiiiiiiiitiiitiiiuiiiiB mattinata di oggi, Thant si riconsegna dei prigionieri entro domani mattina. Un primo testimone oculare giunto a Léopoldville, il colonnello indiano Paul, ha riferito come si svolse l'incidente che portò all'arresto degli italiani. I due apparecchi dell'Onu con equipaggio italiano atterrarono a Kindu sabato alle 14. Il personale di bordo, subito dopo l'arrivo, si recò alla mensa per fare colazione e stava consumando il pasto quando, alle 15 circa, 70 o 80 soldati congolesi, alcuni dei quali avvinazzati, arrivarono dicendo che cercavano < paracadutisti belgi ». Alcuni dei militari congolesi circondarono la mensa mentre altri fecero irruzione all'interno e cominciarono a percuotere gli italiani quando si accorsero che due di questi ultimi parlavano francese Tutto accadde in pochi minuti, e nessuno potè telefonare all'aeroporto, dove si trovava il grosso del contingente malese dell'Onu. Alcuni dei militari italiani furono picchiati e colpiti a calci fino a.perdere i sensi; essi vennero poi trascinati fino ad un autocarro militare congolese, che raggiunse la città. Gli italiani furono rinchiusi nella locale prigione e da allora non se ne è saputo più nulla. Il portavoce dell'Onu, nel dare notizia che le Nazioni Unite non erano ancora riuscite ad ottenere il rilascio dei tredici aviatori italiani, ha per l.'x prima volta aggiunto: « Temiamo fortemente per la loro sorte >. Secondo il portavoce, nella governo centrale congolese e del comando delle forze dell'Onu, per oltre un'ora. Una cosa è ormai chiara l'arresto degli aviatori italiani è stato un episodio venuto ad inserirsi nello stesso momento nel quale si scatenava la lotta del lumumbista Gizenga sia col governo congolese' centra le sia con l'organizzazione delle Nazioni Unite nel Congo. Diplomatici « non Interessati > hanno confermato oggi che Gizenga si è trasferito nei giorni scorsi da Stanleyville, 11 suo caposaldo del periodo dell'* anti-governo > lumumbista, nella città di Kindu, dove avvenne l'arresto degli aviatori italiani. E' proprio da Kindu che Gizenga sta dirigendo ora la rivolta di circa 2000 soldati, a lui fedeli, contro l'autorità del governo centrale e contro l'Onu. L'aperta ribellione dell'esponente della sinistra congolese si è manifestata inequivocabilmente nella giornata di ieri, quando egli ha costretto ad abbandonare in fretta e furia il Kivu i due inviati del governo centrale che si erano recati sul posto per ottenere il rilascio dei 13 aviatori italiani: il gen. Victor Lundula (comandante del distretto di Stanleyville che si estende anche a Kindu ed alla circostante provincia del Kivu) ed il ministro degli Interni Christophe Gbenye. Questi due esponenti del governo centrale — che furono llllIlllllllllllltllllllIIIIIIIIIIIII (IIIItlllllllUMI anch'essi figure di rilievo nel periodo dell'< anti-governo » di sinistra — hanno abbandonato d'urgenza Kindu nel timore di essere arrestati e forse anche soppressi e si sono recati in aereo direttamente a. Stanleyville, dove si prevede che faranno di tutto per sottrarre definitivamente quella capitale di provincia alla pericolosa influenza del « ribelle > Gizenga. Come si è detto, nulla ancora si è saputo della sorte dei tredici aviatori italiani, ma appare certo che l'esponente lumumbista voglia farne degli ostaggi per bloccare ogni eventuale azione dell'Onu diretta a stroncare la sua ribellione alle autorità di Léapoldville. Pure critica .è la situazione dei 200 malesi della guarnigione dell'Onu a Kindu; secondo le ultime notizie, essi si trovavano circondati da 700 soldati congolesi inviati sul posto da Stanleyville. Ma ancora più difficile è apparsa la situazione quando si è saputo, nella giornata di oggi, che successivamente erano arrivati in aereo a Kindu (sempre da Stanleyville) altri 1300 soldati scelti uno per uno da Gizenga fra i lumumbisti più fidati. A quanto risulta dalle notizie provenienti da Albertville (porto sul lago Tanganika che è stato teatro nei giorni scorsi di gravi episodi di ammutinamento fra la truppa congolese), Gizenga intenderebbe estendere la ribellione anche a quella città del Katanga settentrionale che è abitata prevalentemente dai Baluba, noti avversari del regime separati Tshombe. Gli scopi per cui Gizenga ha gettato la maschera non sono aHIIMHIIMIIIIIIllllliiliniIMltlllilMillllllirilllli chiarì. E* significativo però il fatto che egli ha cominciato ad agire allo Scoperto allorché il gen. Lundula (comandante — come, si è detto — della regione militare della provincia orientale del Congo) si recò a Léopoldville alla fine della scorsa settimana per garantire al comandante in. capo dell'esercito congolese, gen. Mobutu, la fedeltà delle guarnigioni sotto il suo comando, a. p. Una recente foto, scattata a Léopoldville, del sottotenente pilota Giulio Garbato nella carlinga del suo aer.eo: è uno dei tredici aviatori italiani prigionieri nel Congo (Tel.)