« Assassini» grida ai quattro imputati la madre del sindacalista ucciso
« Assassini» grida ai quattro imputati la madre del sindacalista uccisoDrammatica udienza al processo delia mafia « Assassini» grida ai quattro imputati la madre del sindacalista ucciso La donna, vestita a lutto, rievoca come riconobbe il figlio steso a terra, cadavere - Ha confermato le sue accuse - « Se un giorno mi troveranno morta, si sappia fin d'ora che è stata la mafia » (Dal nostro inviato speciale) Caserta, 9 novembre. Francesca, la madre del sindacalista trucidato dagli scherani della mafia, ha oggi testimoniato dinanzi alle Assise di Santa Maria Capua Vetere. Interamente vestita a lutto, con il viso ancor più pallido fra il nero dello scialle, la dònna è giunta presso il banco del presidente in un silenzio profondo e carico di emozione. Su di un banco siedono Luigi Tardlbuono, Giovanni Di Bella, Antonio Manglafridda e Giorgio Manzeca. Quest'ultimo ha sul bavero della giacca, sospesa ad una spilla, una medaglia con su incisa l'immagine di Santa Rosalia. Il magistrato ha innanzi tutto letto le dichiarazioni già fatte in istruttoria da Francesca Carnevale. Ad un certo punto la donna raccontava come la mattina del 16 maggio 1953 — quella del delitto — lei, accorsa sul « feudo » Cozze Secche, dove erano già arrivati i carabinieri, riconobbe il figlio steso a terra, riverso sulla « trazzera ». Il corpo era nascosto da una coperta: gliel'avevano messa addosso, pietosamente, alcuni contadini. Ma dal colore del calzini a maglia che lei gli aveva fatto non ebbe più dubbi e il cuore le si gelò. Dinanzi al ricordo atroce la donna di scatto e, rivolta ai quattro, indicandoli con la mano tesa, grida a voce altissima: «Assassini, siete voi che avete ucciso la mia creatura! >. I quattro, pur sotto gli sguardi di tutta la folla che gremisce l'aula, rimangono impassibili, come fossero scolpiti nel marmo. Presidente — Confermate le vostre accuse? Francesca — Sono essi che hanno ucciso mio figlio. Presidente — Nel periodo trascorso dalle indagini ad ora siete riuscita a raccogliere altre prove? Francesca — Nulla, oltre quanto già denunciai. Voce del pubblico — Le prove del delitto le deve raccogliere la polizia, non i parenti della vittima! Presidente (senza udire l'interruzione) — Perché non avete mai informato vostro figlio delle minacce che gli avrebbe fatto uno degli accusati, Luigi Tardibuono, vostro tramite ? Francesca — Non dissi nulla a mio figlio per non impressionarlo. Presidente — E perché non lo diceste almeno ai carabinieri ? Francesca — Non pensavo che il Tardibuono avesse veramente intenzione di dar seguito alle minacce, giungendo dove è giunto. „ ^Presidente — Voi avete.sempre insistito nell'accusate Manglafridda e Tardibuono. Cosa vi fa pensare che siano colpevoli anche Di Bella e Panzeca? Francesca — Questi ultimi due sono addetti alla vigilanza nelle tenute agricole come i primi. I < campieri » agivano sempre in stretto accordo e quello che voleva l'uno volevano anche gli altri. D'altra parte l'attività sindacale svolta da mio figlio colpiva gli interessi di tutti e quattro costoro e poneva in pericolo il loro pre- lst^°- congedare ,a <,onna „ Ipresidente le chiede: «Avete (11 II 111ICMM11I MI I liti 11111E ■ 11111 i 11111111 altro da dire?» e lei: «Nulla, eccetto una cosa, se, ritornando in Sicilia, un giorno mi troveranno uccisa si sappia fin d'ora che è stata la mafia», e si allontana, sedendo vicino al fratello Antonino, venuto con lei da Sciara. c. g. Francesca Serio, madre del sindacalista Carnevale, durante la deposizione al Tribunale di Caserta (Telefoto) iiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiitii iiitniiiiuiiiMiiiifiuiiiiniigiMiiiiiiiiiiMiiiiiiiiiitiiB
Persone citate: Antonio Manglafridda, Di Bella, Francesca Carnevale, Giorgio Manzeca, Giovanni Di Bella, Luigi Tardibuono
Luoghi citati: Caserta, Santa Maria Capua Vetere, Sciara, Sicilia
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