Morti un dirigente dell'Olivetti e l'autista nello scontro con un camion sull'autostrada
Morti un dirigente dell'Olivetti e l'autista nello scontro con un camion sull'autostrada iiiiiiiiiiiMiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiniiiiiiiii iiiiiimiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiii iiiiiiiiiiiiiiiiiiiimmiiiiiimiiiiiiiiii iiiiHiiiiiiiiiiniiiiiiiiiiiiiiiiilllllllllillitiiHiiiiiiniiiiiiiiiiiiiiiiiliiiiiiiiiiiii iiiimiiiimiiwiiliiimiillimi Ieri mattina, mentre pioveva, al ponte della ferrovia presso Santhià r Morti un dirigente dell'Olivetti e l'autista nello scontro con un camion sull'autostrada Una delle vittime è l'ingegnere Mario Tchou di Milano, figlio di un ambasciatore cinese in Italia - Era diretto a Ivrea con una « Buick » pilotata da un dipendente del suo reparto - Sul cavalcavia la potente vettura ha sbandato forse a causa dell'asfalto viscido - Poi si è schiantata con violenza in un autocarro di Bergamo (Nostro servizio particolare) Santhià, 9 novembre. Un alto dirigente dell'* Olivetti», ingegnere e docente di elettronica, è morto assieme all'autista in una spaventosa sciagura sull'autostrada Tori¬ iiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiuiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiii i a ¬ no-Milano: la sua potente macchina americana ha sbandato e si e schiantata sul fianco sinistro di un autocarro. Entrambi gli sventurati sono rimasti uccisi sul colpo. La morte li ha colti mentre, per iiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiniiiiiiiiiiiiniiiiiiiiiiiiiiis e . o a r s a e r l l l n ragioni di lavoro, si dirigevano da Milano verso Ivrea, sede della società. L'ing. Mario Tchou, un cittadino cinese nato ed abitante i.i Italia, è stato cosi stroncato tragicamente mentre era al vertice di una brillantissima carriera nel campo scientifico ed in quello industriale. Figlio di un ambasciatore cinese in Italia, era nato a Roma trentasette anni fa: l'italiano era la sua seconda lingua materna; nelle nostre scuole aveva frequentato tutte le elementari, le medie ed il primo biennio di ingegneria. Aveva poi completato gli studi negli Stati Uniti e, laureatosi in ingegneria elettronica^ aveva conquistato un pósto di rilievo nel campo scientifico, ed era stato docente in una delle maggiori uni¬ versità americane, la « Columbia University*. . Nel 1053 era venuto in Italia chiamato dall'* Olivetti » a dirigere il c Laboratorio di ricerche elettroniche », a Borgo Lombardo, nelle immediate vicinanze di Milano. Sotto la sua guida il laboratorio non soltanto si era sviluppato ed ingrandito ma anche trasformato, negli ultimi anni, in un importante reparto di produzione, che occupa ora più di mille operai. Con l'opera dell'ing. Tchou e dei suoi collaboratori la fabbrica piemontese si era inserita (non soltanto sul mercato italiano ma su quello mondiale) nel nuovo campo delle macchine elettroniche per uffici ed aziende. Si tratta di un ramo produttivo destinato ai più ampi svilup pi nel futuro e la scomparsa del massimo dirigente del set- tore, oltreché un grave lutto, costituisce un sensibile danno per l'azienda. Pur avendo conservato la cittadinanza ed il passaporto cinese, e avendo la residenza ufficiale a Taiwan (cioè a Formosa), l'ing. Tchou era ormai italiano di elezione:'aveva fissato la sua divxora a Milano in via Telesio 13, e sposato un'italiana, Lisa Montessori, nipote del sen. Meuccio Ruini da cui aveva avuto due figlia Nicoletta di tre anni e Donata di un anno. La sciagura è avvenuta al le 11,30 tre chilometri prima del casello di Santhià (dove avrebbe lasciato l'autostrada) sul cavalcavia della ferrovia per Biella. L'ing. Tchou viag giava sul sedile posteriore di una grossa < Buick » targata Ginevra guidata dal ventottenne Francesco Frinzi, un autista dipendente dal suo reparto, abitante a Milano in via Misurata 60. Le cause precise dell'incidente non potranno forse mai esser chiarite, ma soltanto ricostruite attraverso ipotesi e con la testimonianza del camionista bergamasco Carlo Tiiiesi di 87 anni, contro il cui < Leoncino > l'auto andò a schiantarsi. Il Tinesi, proveniente da Torino, stava cominciando appena la salita del cavalcavia. Vide la c Buick » che, in discesa, stava compiendo il regolare sorpasso di un autotreno. Poi, all'improvviso, mentre si stava riportando a destra, l'automobile cominciò a sbandare. Il conducente ne perdette completamente il controllo, la pesante vettura come impazzita fece un giro completo su se stessa, poi cominciò una seconda piroetta. L'autista cercò di inchiodare il < Leoncino > ma » due veicoli erano ormai troppo vicini quando incominciò la sbandata, e l'urto fu inevitabile. La fiancata dell'auto, proprio all'altezza dell'abitacolo, andò a sfasciarsi contro il muso dell'autocarro e l'urto fu di tale violenza da sconquassare tutta la € Buick » come se fosse stata una leggera utilitaria. Su ordine della < Stradale > di Vercelli essa è stata rimossa dal c tSO.BOO > soltanto il cofano anteriore dell'automobile, letteralmente piegata in due nella parte posteriore, è rimasto intatto. La morte dei due passeggeri stata istantanea; il Tinesi è restato illeso. Al momento della sciagura piovigginava e l'asfalto era estremamente viscido. Si può quindi pensare che una brusca sterzata, oppure una frenata, o entrambe le cose insieme, ab biano causato la sbandata al momento del ritorno sulla-de stra. Non bisogna dimenticare che le auto americane, pur avendo motori di enorme po tema, non sono concepite per le alte velocità, severamente proibite su tutte le strade ed autostrade statunitensi. Diven tano quindi malsicure come freni e tenuta di strada quando si supera una certa velocità, soprattutto se guidate da conducenti europei abituati a ben altro genere di vetture. Sull'asfalto insidiosissimo di stamane neppure un autista esperto come il povero Frinii (non uso però a guidare le vetture americane) poteva riprenderne il controllo. «. r. La vettura americana con la fiancata sinistra semidistrutta dopo l'urto contro il oamion nei pressi di Santhià L'ingegner Mario Tchou e l'autista Francesco Frinzi
Persone citate: Lisa Montessori, Mario Tchou, Meuccio Ruini, Tchou
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