«Andrea Chénier»
«Andrea Chénier» Al Teatro Nuovo «Andrea Chénier» Gavazzeni ha annotato nei suol Trent'anni di musica: < Puoi esserti buttato con l'impegno massimo nelle più calibrate o pirotecniche partiture odierne, ma quando, dirigendo 10 Chónicr, sopraggiunge il momento in cui Maddalena si offre a Gerard per riscattare l'esistenza dell'uomo che ama, cadono gli strumenti della critica e s'alzano, luminose, le ragioni del cuore >. E perché? Critica e cuore non si avversano. Cadrebbero, se mal, gli strumenti di quella critica che si limita alla tecnica, ai calcoli formalistici e sonori, e se ne appaga, non dell'altra che cerca 11 dramma e ne sente il palpito cordiale e gioisce della liricità. Tuttora incontaminato dalla invadente sonorità senza poesia, il Gavazzeni, serba l'amore a quei melodrammi, che, d'ogni specie e tempo, sono opere d'arte, concrete nel canto delle passioni onde i personaggi vivono. L'ha dimostrato anche iersera, ripre3entando Andrea chénier, melodramma non interamente felice, ma spesso pieno di sentimento e caldo e impetuoso e commosso, e pur notevole per esser lavoro di un ventottenne, mentre Verdi ancora viveva, e la corrente veristica travolgeva, spostando gli argini dell'arte. Dar risalto all'energia della partitura giordaniana, coglierne il fremito, le pulsazioni, lasciar espandere la sgargiante canorità vocale e strumentale, e non favorire l'enfasi, la gonfiezza, le elementari grossezze, che son pur implicite nel soggetto, è il non lieve compito del concertatore che non cede al plateale gusto. L'ha compiuto onorevolmente, corretto ed entusiasmante, il Gavazzeni, e la sostanza e l'aspetto del sessantacinquenne melodramma son riapparsi integri. Chi ha nausea del gigionismo può stavolta lodare il tenore Giuseppe Di Stefano, protagonista gagliardo. Col bel timbro tenorile tipicamente meridionale, vellutato e anche metallico, lo scatto slanciato, la soavità nella tenerezza, la chiara dizione nel melodioso fraseggio, l'accento vario secondo il momento drammatico, dà -a persona di Chénier, quale real mente nacque dalla musicalità creatrice. Gli erano accanto la soprano Anna De Cavalieri, che bene s'esprime nella parte di Maddalena amorosa ed eroica, e Ugo Savarese, la cui potenza baritonale e l'impetuosità s'addicono a Gerard. Rapidamente son da nominare Franca Stagliano, Clara Betner, Mafalda Maslni, Silvio Maiomica, Alberto Albertini, Pier Luigi Latinucci, Virgilio Carbonari, Franco Ricciardi, Armando Benzi, Lido Maffeo, che con decoro contribuirono alla rappresentazione. La regìa, affidata a Sandro Solchi, e qua e là variata, aderiva comunque all'azione con scene, luci, movimenti, adeguati. Applausi frequenti durante i quattro quadri, e unanimi calorosi alla fine. a j c.
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