Si protestano innocenti gli imputati per l'assassinio del sindacalista siciliano

Si protestano innocenti gli imputati per l'assassinio del sindacalista siciliano Particolari misure di sicurezza alle Assise di S. Maria Capua Vetere Si protestano innocenti gli imputati per l'assassinio del sindacalista siciliano Tensione nell'aula per la presenza di molti testi d'accusa già minacciati dalla mafia - Una lunga catena di delitti contro i difensori dei braccianti - L'interrogatorio dei 4 accusati e e 3 e ì , n i n a (Dal nostro inviato speciale) Caserta, 7 novembre. Particolari misure di sicurezza sono state predisposte nel palazzo di giustizia di Santa Maria Capua Vetere, dove s. svolge innanzi a quelle Assise il processo ai quattro mafiosi di Caacamo e Sciara, dei quali due — Giorgio Panzeca e Antonino Mangiafridda — sono imputati di essere stati i mandanti e due — Luigi Tardibuono e Giovanni Di Bella — gli esecutori dell'uccisione di Salvatore Carnevale, il sindacalista caduto per difendere gli interessi dei braccianti e dei contadini. Le precauzioni adottate dal maggiore dei carabinieri Vincenzo Pallisco, comandante del Gruppo di Caserta, sono giustificate dalla tensione esistente sotto l'qpparente calma. Fra i testimoni, to carico » v'è l'at¬ l i tuale segretario del partito so cialista di Sciara, Sebastiano Busso. Egli — come è stato scritto da varie fonti — venne più volte avvicinato in Sicilia da elementi mafiosi e invitato con o senza sottintesi a rego tarsi in modo da non aggravare o compromettere la posizione dei quattro imputati. Ma gli approcci della mafia verso l'amico di Salvatore Carnevale non dovettero avere alcun risultato e la conseguenza fu che il S3 settembre scorso, in un terreno fittato nel feudo € Cozze Secche » di proprietà dei principi Notarbartolo — lo sfesso < feudo » dove venne ucciso il giovane sindacalista — e adibito a deposito di legname, si sviluppò durante la notte uno strano incendio. Strano perché non giustificato da alcuna distrazione del Russo e perché di eccezionale violenza, come quando sul legno ben secco si versano delle latte colme di benzina. Allorché Sebastiano Russo fu avvisato, del legname non rimaneva che cenere. Per comprendere con quali sistemi la mafia lotta contro i sindacalisti basterà ricordare la lunga catena di omicidi verificatisi, oltre che nelle file dei partiti di sinistra, anche in quelle democristiane, fra esponenti dello < scudo crociato » sinceramente impegnati nella azione di rottura delle strutture medioevali ancora imperanti in tante campagne isolane. A Gibellina cadde il li marzo '48 l'avv. Vincenzo Campo, segretario provinciale della de di Agrigento; ad Alcamo (8 luglio '48) Leonardo Renda, segretario di quella sezione democristiana; a Trapani (10 ottobre '49) Nicasio Triolo;'ad Alessandria Della Rocca (8 marzo '51) Eraclide Giglio. Il 14 settembre '54 a Palma di Montechiaro, è crivellato di proiettili l'avv. Aniello Montaperti. Nulla di strano dunque che i carabinieri vigilino attentamente fuori e dentro l'aula, dove stamane si notavano numerosi esponenti socialisti del Casertano quali il senatore Generoso Jodice, il sindaco di Marcianise, Giuseppe Lasco, e molti professionisti. E la vigilanza è tanto più necessaria perché, essendo l'aula abitualmente riservata alle udienze in via tl:. riparazione, gl'imputati siedono non nella « gabbia » ma su d'una panca. Stamane vi è stato un « incidente » sollevato dall'onorevole Francesco Taormina, del foro di Palermo, che con gli avvocati Giuseppe Garofalo e Pompeo Rendina — entrambi del foro di Santa Maria Capua Vetere — rappresenta la madre e gli altri parenti di Salvatore Carnevale, costituitisi « parte civile ». L'on. Taormina, a nome suo e dei colleghi, ha chiesto che l'interrogatorio dei due imputati ritenuti mandanti dell'omicidio, Giorgio Panzeca e Antonino Mangia/ridda — la cui deposizione ha occupato l'intera udienza — fosse fatto senza che nessuno degli accusati potesse udire. La corte ha accolto la richiesta e sono stati fatti- uscire il Panzeca e gli altri due, Tardibuono e Di Bella. Il Mangiafridda, dopo avere riaffermato la sua innocenza, spiega perché i carabinieri non gli sequestrarono i due fucili da caccia trovatigli in casa durante una perquisizione, avendo essi il calibro 18 e £4, mentre Carnevale era stato ucciso con arma di calibro 1S. Uscito l'imputato, vien fatto entrare il Panzeca. E' un uomo anziano, dai capelli bianchi, con lo sguardo astuto. Anch'egli, come Mangiafridda, ha il volto sfregiato da una cicatrice. ■■ Panzeca, ritenuto la mente direttiva dei quattro, pària piano, attento. Protesta la sua innocenza e poi, su richiesta dell'avv. Giuseppe Garofalo, fa una lunga e dettagliata spiegazione sul raccolto delle olive nei « feudi » dei principi Notarbartolo, raccolto valutato — osserva — nelle annate buone sui mille quintali. Poi dice che i lavori nella cara di pietre — pure dei principi — sita in contrada Mura Pregne del comune di Trabia, essendo stati rinvenuti dei ruderi vennero sospesi e vi fu un'ispezione della prof. Jole Bovio Marconi, soprintendente alle Antichità della Sicilia occidentale. Domani deporranno gli altri due imputati. Crescenzo Guarino