Estetico e funzionalità nelle «fuoriserie»

Estetico e funzionalità nelle «fuoriserie» -^=- Le MMotimio sull'auto mobile Estetico e funzionalità nelle «fuoriserie» Il Salone di Torino fa tradizionalmente il punto sull'evoluzione della linea - Carrozzerie avveniristiche e soluzioni pratiche - Un interessante accessorio per facilitare il parcheggio pure è forse il più caratteri Il 43° Salone di Torino chiude stasera i battenti dopo dodici giorni di intensa vita. Della grandiosa rassegna sono stati esaminati tutti gli aspetti tecnici, economici, costruttivi e i bilanci che se ne possono trarre appaiono assolutamente positivi, inducono a un certo ottimismo per le immediate prospettive dell'automobile. Ma ci sembra che di fronte alla dovizia di novità costruttive apparse negli ultimi mesi, e tutte raggruppate a Torino-Esposizioni, l'attenzione del pubblico sia stata un po' distratta da quell'aspetto che sfica del nostro Salone. Vogliamo dire l'evoluzione estetica della carrozzeria. E' tradizionale che gli specialisti della linea, gli artigiani della < vestizione > delle auto, gli stessi industriali della carrozzeria fuoriserie costruita in serie (la contraddizione è soltanto apparente), i quali non rinnegano le loro origini artigiane ma si sforzano anzi di richiamarvisi nello studio dei loro prototipi — è tradizionale, dicevamo, che questi t maestri carrozzieri > concentrino sul Salone di Torino le loro energie e il frutto del loro sforzo annuale. Se osserviamo con attenzione, tanto per citare alla rinfusa qualcuno dei < pezzi y a nostro avviso più rappresentativi, il gruppo dei modelli presentati da un Pininfarina, da Ghia, da Bertone, dalla Touring, da Vignale, troveremo anzitutto che ciascuna di queste « firme > cerca attraverso uno stile personalissimo di giungere a risultati estetici, funzionali, di confort •— e non raramente di sicurezza —- veramente interessanti. nelp L'attenzione posta da Bertone, od esempio, per armonizzare le masse e i volumi di due modelli tanto dissimili per dimensioni, come la Maserati e la < Ferrarina >; lo studio delle forme aerodinamiche proposte da Pininfarina sulla cF> e sullo spider < Giulietta >, per non parlare della deliziosa < Jacqueline > dove le enormi proporzioni del telaio americano Cadillac sono st' '- ridotte... alla ragione in virili di un attentissimo gioco di lince, raccordi, pieni e vuoti; i lodevoli tentativi della milanese Touring per risolvere secondo vie nuove i problemi delle pressioni e depressioni aerodinamiche; il lavoro da un lato avveniristico (la < Turboflite y e la <Asimmetrica>), dall'altro pra- tico (il geniale veicolo da tra sporto < Ziba » su telaio Fiat 500) della Ghia; l'estro di un Vignale così bene espresso sul cabriolet Fiat 1500; e ancora certi ammirevoli modelli pre sentati da Francis Lombardi, Fissore (un coupé Osca degno di lode), Boneschi (mol to audace la nuova linea a spigoli vivi), Moretti, Savio, Alternano (si distingue con un coupé Maserati di concezione assai moderna), Viotti (un al tro carrozziere che sta cercando nuove strade), Zagato, fino ai minori come Caprera, Elleno, Mantelli, Scioneri, costituiscono altrettanti contributi, piccoli o grandi, portati all'elaborazione di uno stile che per definizione noi' avrà mai una formula definitiva. e o , r a Proprio sotto questo aspetto, più che come ricerca di curiosità estetiche o di motivi di richiamo, deve essere considerato il lavoro creativo degli specialisti della carrozzeria, costruttori, disegnatori, stilisti. * * Tra i 7ion ntimerosissimi nuovi accessori presentati al Salone, merita un cenno quello realizzato da un'officina di Dovadola, in provincia di Forlì, come geniale tentativo pratico di concorrere a risolvere il problema dei parcheggi. Si tratta di un apparecchio, montato nella parte inferiore della vettura, all'altezza del differenziale, che permette di far compiere al veicolo (o meglio, alla parte posteriore di questo) una traslazione laterale in modo da consentirgli di utilizzare tutto io spazio disponibile in una fila di macchine. L'apparecchio in questione 6 basato su una specie di robusto braccio metallico avente forma di settore circolare, comandato da un albero azionato elettricamente. Premendo un pulsante sul cruscotto, l'albero fa ruotare il settore, che nella sua posizione inferiore solleva di qualcosa le ruote posteriori della macchina e ruotando imprime al retrotreno un movimento di traslazione (verso destra o verso sinistrai a volontà), fintanto che sia stato raggiunto l'assetto voluto. Il dispositivo, che consuma pochissima corrente della batteria, può anche servire per far invertire alla vettura il senso di marcia in una strada stretta; in sostituzione del martinetto per il sollevamento delle ruote posteriori (il settore ruotante può -venir fermato in qualunque posizione), e infine per riportare la macchina vsrso il centro della strada o svincolarla nelle manovre in rimessa con operazione inversa a quella principale consentita dall'apparecchio. Ferruccio Bernabò Molta folla attorno alla vettura a turbina Chrysler «Turbo fi ite», con carrozzeria di Ghia

Luoghi citati: Dovadola, Forlì, Ghia, Torino, Vignale