Il turismo compensa in Italia l' 86% del disavanzo commerciale
Il turismo compensa in Italia l' 86% del disavanzo commerciale Il turismo compensa in Italia l' 86% del disavanzo commerciale Nel Belgio ha fatto affluire più valuta estera del carbone; in Francia viene subito dopo l'esportazione di acciaio e di automobili - Un rapporto dell'Oece raccomanda di prolungarne i benefici oltre i mesi di punta: luglio-agosto, dicembre-gennaio Fino a non molti anni fa, il turismo era considerato un'attività puramente folkloristica, senza apprezzabili riflessi sull'economia; oggi è una vera e propria industria, e fra le più fiorenti. Un rapporto dell'Oece (organizzazione europea per la cooperazione economica) rivela che è in costante sviluppo in tutta l'Europa. E' un indice sicuro di benessere sempre più diffuso; ma se una crisi lo colpisse, l'economia di parecchi paesi sarebbe compromessaSecondo le statistiche dell'Oece, nel 1960 il turismo ha fatto affluire in Belgio più valuta straniera che le esportazioni di carbone o di manufatti: in Francia è la terza « industria di esportazione », dopo la siderurgica e l'automobilistica, ma prima della chimica e della meccanica. Quanto a noi, le somme spese dagli stranieri in Italia ci hanno consentito di coprire (sempre nel '60) il deficit della bilancia commerciale nella misura dell'86 per cento. La propor¬ zione è di poco inferiore (78 per cento) in AustriaIn genere, gli stranieri portano in Spagna, Francia, Danimarca, Grecia, Portogallo, Svizzera, Svezia e Turchia (oltre che in Italia ed in Austria), più valuta di quanta i turisti dei dieci paesi nominati non ne spendano all'estero. La situazione si rovescia nella Germania Occidentale ed in Gran Bretagna: tedeschi ed inglesi sono i migliori clienti in Europa dell'industria turistica, mentre l'Italia è la più solida imprenditrice, con una ventina di milioni di presenze all'anno. Dappertutto il turismo è in piena espansione: tra il 1959 ed il '60 il numero dei visitatori stranieri è aumentato del 15 per cento in sedici paesi europei, i quindici membri dell'Oece e la Jugoslavia. Ma, sebbene florida, questa industria nuovissima è sensibile — come tutte le industrie di esportazione — agli incerti della congiuntura economica e politica. Un esempio dell'instabilità del c mercato > turistico è dato dalla recente diminuzione di passeggeri americani sulle linee aeree atlantiche. Vi hanno contribuito un certo clima di insicurezza (la crisi di Berlino) e lo slogati di Kennedy: < Spendete i vostri dollari negli Stati Uniti ». Il turismo è un'attività stagionale, e perciò economicamente ridotta nel tempo; ogni paese sta tentando di prolungare per quanto possibile la stagione. Secondo il rapporto dell'Oece, nessuno è ancora riuscito. Le difficoltà sono quasi insormontabili, per l'organizzazione stessa delle vacanze, che impedisce una migliore distribuzione delle masse. Nei periodi di punta (luglio - agosto, dicembre - gennaio) è diff^ile soddisfare le richieste dei clienti; in certi mesi gli alberghi sono vuoti. Il rapporto dell'Oece, infine, giudica insufficiente l'organizzazione alberghiera in tutta Europa (anche in Francia ed in Italia, paesi ad alta tradizione turistica) e mediocri i trasporti. a. d. n.
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