Sarà proposta per le aree fabbricabili l'imposta del 15% sull'aumento di valore di Fausto De Luca

Sarà proposta per le aree fabbricabili l'imposta del 15% sull'aumento di valore Due disegni di legge all'esame della Camera da mereoledì Sarà proposta per le aree fabbricabili l'imposta del 15% sull'aumento di valore I Comuni dovranno preparare i piani di nuovi quartieri residenziali economici per regolare l'espansione edilizia Previsto l'esproprio fino al 50 % della zona - L'indennità sarà pari al prezzo di mercato, ridotto del 25 % (Nostro servizio particolare) Roma, 3 novembre. Nove anni dopo che, nella sua relazione al bilancio dei lavori pubblici 1952-53, l'alloro, ministro Aldisio prospettava l'urgenza di una disciplina della utilizzazione delle aree fabbricabili, i disegni e i progetti di legge che riguardano tale materia stanno per giungere all'esame della Camera. Lia discussione, secondo l'ordine del giorno, dovrebbe cominciare mercoledì prossimo. Il problema presenta due aspetti distinti ma collegati: la creazione di zone di espansione edilizia, regolate dai comuni secondo le esigenze dello sviluppo cittadino; l'istituzione di una imposta sugli incrementi di valore delle aree, il cui gettito dovrebbe servire, oltre che a colpire illeciti arricchimenti privati a danno della collettività, a dotare i comuni dei mezzi per realizzare la propria politica urbanistica. Nella sua relazione al primo disegno di legge Von. Ripamonti (de) parla tra l'altro della necessità di creare « quartieri organizzati, socialmente equilibrati, attraverso la distribuzione nelle varie zone di diversi tipi di abitazione, a diverso livello di affitto e a diversa composizione » per evit'are la divisione della città in tante zone abitate ciascuna da persone aventi un determinato reddito. Si tratta cioè di impedire la tendenza alle zone standard che in America e in Inghilterra ha portato a ri slittati assai negativi. Ridotta all'essenziale, la legge rende obbligatoria la formazione, per i comuni con popolazione superiore a 50 mila abitanti (e anche per quelli con popolazione minore, quando siano località turistiche o siano vicine a centri maggiori), dei piani delle zone da destinare alla costruzione di alloggi a carattere economico e popolare, con tutti i servizi complementari e le aree a verde pubblico. L'estensione delle aree è determinata in relazione allo sviluppo prevedibile per un decennio, le zone uo?moi scelte di norma secondo le indicazioni dei piani regolatori (quando esistano). I comuni possono riservarsi lppnrnsel i l'acquisizione, mediante esproprio, fino ad un massimo del 50 per cento delle aree comprese nel piq.no e sono autorizzati a rivenderle dopo averle urbanizzate. I precedenti proprie-, tari possono chiedere di costruire essi stessi fabbricati economici o popolari secondo le norme del piano; le altre aree vengono concesse agli enti pubblici. L'indennità di espropriazione è pari al valore delie aree secondo la libera contrattazione di mercato, decurtato del 25 per cento. Il secondo disegno di legge, quello sull'imposta, è accompagnato da una relazione dell'on. Zugno (do) il quale motiva il provvedimento con la necessità che: I) l'aumento di valore delle aree dovuto alla collettività ritorni in giusta misura alla collettività stessa; 2) si evitino speculazioni e, comunque, quelle realizzate nei decorsi anni diano alla società il loro contributo e siano, quindi assoggettate ad una imposta che deve avere efficacia retroattiva. In base ai vari progetti, la commissione si è trovata di fronte alla proposta di una imposta patrimoniale e a quella di una imposta sugli incrementi di valore. La preferenza è stata data alla seconda proposta perche il tributo sugli incrementi di valore trisponde al requisito di una più facile tollerabilità da parte dei contribuenti in quanto la riscossione possa avvenire in coincidenza con la realizzazione delle utilità tassate > (cioè al momento della vendita delle aree). Gli incrementi di valore edilizio da colpire con l'imposta sono dati « dalla differenza tra il valore di ricavo o di utilizzo dell'area venduta o impiegata nell'edificazione, e il valore dell'area in un precedente momento, cioè nel momento della sua acquisizione da parte del contribuente ». Per stabilire questi raffronti la legge prevede rhe si possa andare fino a tre anni indietro rispetto al momento di entrata in vigore dell'imposta e fino a sei anni nei comuni con oltre 10 mila abitanti, « dove si presume possa essere stata più intensa la speculazione » Lscdnsrtlep L'aliquota è fissata nella misura del 15 per cento dell'incremento di valore dell'area. I punti controversi dei due disegni di legge sono ancora numerosi, pur dopo i lavori svoltisi in commissione: essi riguardano soprattutto la determinazione dell'aliquota dell'imposta e dell'indennità di espropriazione, e i diritti dei proprietari espropriati rispetto a quelli degli enti pubblici. Tutto ciò senza contare opposizioni di natura politica ai due provvedimenti. Si prevede pertanto che la Camera dedicherà alle due leggi numerose sedute di difficile e contrastato dibattito. Fausto De Luca

Persone citate: Ripamonti

Luoghi citati: America, Inghilterra, Roma