Padre, madre e la bimba di 3 anni assassinati a colpi di fucile mentre dormono nei loro letti

Padre, madre e la bimba di 3 anni assassinati a colpi di fucile mentre dormono nei loro letti Spietata strage in un paesello sui monti a picco sul Lago di Garda Padre, madre e la bimba di 3 anni assassinati a colpi di fucile mentre dormono nei loro letti Distrutta una famiglia di poveri contadini a Mezzema - Un altro figlio, di 18 anni, unico superstite, ha denunciato una strana aggressione - Due sconosciuti lo avrebbero scaraventato in una scarpata con la moto nella notte sulla strada di casa - Riavutosi, pregò un amico di recarsi ad avvisare i suoi genitori Così veniva scoperto l'eccidio - Il giovane, che era disoccupato, lungamente interrogato - E' ancora trattenuto - Si ignorano i motivi della tragedia (Dal nostro inviato speciale) Riva del Garda, 1 novembre. Una spaventosa strage è~] stata compiuta la notte scor-\sa a Mezzema, una piccola i frazione di Pieve Tremosine, j ai limite della provincia diìBrescia con la provincia di\Trento: marito e moglie e una]loro bimba di tre anni sono'.stati massacrati a fucilate nel sonno; un altro figlio di 18 anni sarebbe stato aggredito, mentre stava tornando in moto alla sua abitazione, da due sconosciuti che l'avrebbero poi scaraventato nella scarpata della strada che da Pregasio porta a Mezzema. Le vittime sono i coniugi Attilio Rossi ed Elvira Leonelio, rispettivamente di 49 e S8 anni, e la loro figlioletta Fulvia di tre anni, trucidati con una doppietta da caccia calibro dodici; i poveri corpi sono stati trovati con il capo dilaniato da scariche di grossi panettoni nella stanza da letto della povera casa di Mez- zema, che i Rossi erano an-1 dati ad abitare da appena unnidecina di mesi, essendosi tra-'.sferiti dal vicino paesetto di | Pregasio. Il capo-famiglia nei mesi estivi custodiva il bestia-] me all'alpeggio: il resto del-\ l'anno lo trascorreva coltivan-'do il piccolo podere acquistatoì a Mezzema. Sull'autore della'strage e sui motivi che l'hanno provocata, sino a questo mo-ìmento non esiste alguna indi-ìcazione. Gli inquirenti battono I più strade: sembra tuttavia doversi escludere sia la rapina che In vendetta. In paese nes.inno fa ipotesi; solo si pensa che la tragedia sia da attri buirsi a una esplosione di im provvisa follia, Mezzema è un paese che sta morendo; abbarbicato sul fionca ripidissimo della monta- fina, quasi in bilico sugli stra piombi, con le azzurrissime aciue del Garda sette-ottocento metri sotto, è quasi completa mente disabitato. La gente, qui, appena può, fa fagotto e icende al piano in cerca di terra più generosa. Di una 'rer -ina di case, una addossata all'altra, cinque o sei soltanto sono ancora abitate. Eppure qui erano venuti ad abitare i Rossi; la loro vita, latta di miseria, si confuse subito con quella,altrettanto misera degli altri abitanti del paese. La spaventosa tragedia ha lasciato tutti ammutoliti. La macabra scoperta è avvenuta in seguito all'aggressione subita dal figlio diciottenne dei Rossi, Giuseppe, il quale, stando al suo racconto, sarebbe stato affrontato da due sconosciuti mentre in motocicletta, verso le due di notte, stava tornando verso casa. Il giovane sostiene che, giunto nei pressi di Pregasio, mentri il mezzo faticava ad arran care lungo la dura salita, si è visto addosso due nomini i quali l'hanno accompagnato per una ventina di metri tempestandolo di pugni e calci e facendolo quindi uscire oltre il ciglio della strada e precipitare nella profonda scarpata assieme alla moto. Non appena riusci a rendersi conto di quel che gli era accaduto, consolandosi del fatto che, tutto sommato, se l'era cavata soltanto con delle abrasioni e contusioni, Giuseppe Rossi sarebbe risalito sul ciglio stradale, trascinandosi poi fino al vicino paese di Pregasio. Qui ha incontrato il coetaneo Giannino Pace e l'ha incaricato di precederlo a Mezzema per avvertire i genitori di quanto gli era accaduto. Giannino Pace, giunto davanti alla casa dei Rossi, trovi l'abitazione illuminata, ma nonostante i ripetuti richiami, non riuscì ad ottenere risposta. Si rivolse cosi ad una vicina, Andreina Milesi, e con lei si introdusse nell'alloggio orcupato dalla famiglia Rossi. Erano circa le tre del mattino. Lo spettacolo che si è presentato agli occhi dei due era spaventoso: sul letto grande giacevano i corpi di Attilio Rossi e della moglie: l'uomo pareva dormisse, il capo reclinato sul cuscino intriso di sangue; aveva un grosso foro alla testa, tra i capelli. La donna, invece, uno squarcio proprio sotto l'occhio sinistro e le cervella erano schizzate sul lenzuolo. Si aveva l'impressione che la donna, svegliatasi al rumore della prima fucilata, avessi tentato di fermare l'assassino prima che completasse la strage. Nel lettino accanto era poi la piccola Fulvia, con le braccine tese verso i genitori, fulminata da un'altra scarica, che l'ha colpita alla nuca. Pju tordi, quando l'autorità giudiziaria compirà un minti ,jf)s0 soprf,;,(0(70 ,„ questa Istanza poveramente ammobi\ijata, si avrà la certezza che jrarnla del deMt0 e stata Una \df,ppieitn (la caccia calibro 12 : . ' . , ... « terra wtot, propno accan """ ,p"'n" ,le"" '"mbn-F sfnta i trovata una cartuccia di que1s*° /«"He 7/ lolle assassino deve aver quindi scaricato le due rsdsfcanne contro i coniugi, ricaricando quindi una canna soltanto per completare la carnrfi Cina Sul pfista, non appena è stato dato l'allarme, si sono portati i carabinieri di Limone e di Salò, più tardi so>io| giunti anche il sostituto procu-\ rotore della Repubblica di Bresoia doti Giannini, assieme al mngg Tantini, il capitano Ortella e gli esperti della squa- Giuseppe Rossi è stato sottoposto ad un lunghissimo interrogatorio. Numerose sono state le contraddizioni, a quanto si è potuto apprendere, in cui il giovane è caduto nel corso del suo racconto, soprattutto per quanto concerne la presunta aggressione. Il giovane fino a qualche settimana fa lavorava come operaio in un cantiere vicino a Tremosine; attualmente è disoccupato. Dalle prime risultanze delle perizie pare che il delitto sia L'impressione è vivissima in tutta la zona e nei commenti della gente viene rievocata un'analoga tragedia, accaduta due anni fa, sempre da queste parti, a Daone, un paese dell'alta Val del Chiese, dove la miseria è cattiva come a Mezzema: lì un giovane di venti anni, Bettino Pol07iioli, in un impeto di follìa (che i giudici hanno però considerato parziale) uccise i genitori a fucilate. Gli interrogatori di Giuseppe Rossi a tarda ora erano ancora in corso. e> i a i a n i o Giuseppe Rossi, figlio e fratello delle vittime, fotografato attraverso la finestra mentre viene interrogato (Telef. ) dra scientifica del gruppo di stato commesso verso le 23 Brescia. L'impressione è vivissima in e i iiMiiiiiiiiiiiiiiiiniii iiiiiiiiniiiiii iimmmmmiimmiiiiiitiimii iiiiiiuiiiiini iiiiiiiimiiiiiiiimiiuiiii iiiimiiiiimmLe tre vittime del brutale eccidio di Pieve Tremosine: in alto il capofamiglia AttiliRossi di 49 anni; in basso Elvira Leonello, 38 anni, e la piccola figlia di tre anni (Tel.

Luoghi citati: Brescia, Cina, Daone, Limone, Riva Del Garda, Salò, Tremosine, Trento