I periti escludono che Giuseppina Barale sia morta per una crisi cardiaca o per uno choc di Massimo Conti

I periti escludono che Giuseppina Barale sia morta per una crisi cardiaca o per uno choc Giornata nera per Io svizzero ehe fece a pezzi ta moglie I periti escludono che Giuseppina Barale sia morta per una crisi cardiaca o per uno choc Secondo i difensori, la vittima avrebbe ceduto ad un collasso mentre il marito le stringeva il collo - Due testimoni torinesi negano che la giovane abbia mai sofferto di cuore : era un'alpinista appassionata, partecipò a parecchie escursioni oltre i tremila metri - Anche la tesi che il Triimpy avrebbe agito per legittima difesa è smentita dai medici (Dal nostro inviato speciale) Heilbronn, 31 ottobre. Comincia a crollare l'edificio di memonne escogitate da Enrico Triimpy per alleggerire, se ciò fosse possibile, il peso delle sue atroci colpe. A vibrare il primo colpo è stato stasera, alla Corte di Assise di Heilbronn, il perito di medicina legale dell'Università di Heidelberg, prof. Berthold Miiller, il quale ha escluso che la morte di Giuseppina Barale sia avvenuta per un < singolare accidente » invocato dalla difesa. L'accidente è la sindrome sinocarotidca. (choc carotideo), che può provocare la morte immediata di un individuo in seguito a una pressione più o meno prolungata su una certa zona del collo, sema bisogno di strangolamento. La sindrome non è un accidente che ricorra con frequenza nella storia della medicitiii legale: ma la Corte non se la sentiva di escluderlo sema aver sentito prima il parere degli esperti. Tanto più che il difensore del Triimpy, avv. Schatz, con do¬ cumenti alla mano, aveva oggi citato il caso di un tedesco di Francoforte, assolto in istruttoria due anni or sono dall'accusa di omicidio essendosi potuto accertare che la morte della vittima era dovuta appunto allo choc carotideo. Il prof. Miillrr però non si è lasciato impressionare; così, quando il presidente gli ha domandato se ritenesse possibile il decesso della Barale per choc carotideo, ha risposto con ini netto diniego: < Se le descrizioni dell'accusato rispondono a verità — cosi si è espresso lo studioso — escludo che la Barale sia morta per choc carotideo ». Il perito aveva assistito gior-\ ni or sono alla ricostruzione del delitto da parte del Triimpy. Servendosi di un manichino di proporzioni umane, l'imputato aveva mostrato alla Corte i vari movimenti delle sue dita attorno al collo della moglie. Bastò quella prova a invalidare, agli occhi del prof. Miiller, la tesi artificiosa del Triimpy. Certo il prof. Miiller non ha potuto escludere del tutto, seppur sul piano delle ipotesi, che alle concauso della morte possa essere ascritto anche lo choc carotideo; ma dagli stessi movimenti delle mani del Triimpy attorno al collo del manichino, egli ha dedotto con sicurezza che <a provocare il decesso della Barale sia stato lo strangolamento». Il Triimpy quindi deve aver stretto la gola della moglie per un tempo non tanto breve, tdai 3 ai 5 minuti» — ha precisato il prof. Miiller. Non si trattò <iuindi di una stretta o di una pressione accidentale o quasi involontaria, come reazione a un forte dolore cagionatogli dalla moglieAnche quest' ultima circostanza del resto ha perduto oggi la sua verosimiglianza in seguito alla deposizione di un altro perito, il prof. Laqua. Questi ha spiegato alla Corte che un dolore al basso ventre, come quello denunciato dal Triimpy, avrebbe avuto di certo conseguenze gravissime: nel senso che nei giorni che seguirono al delitto, il Triimpy non avrebbe potuto né camminare né svolgere una qualsiasi attività. Invece l'assassino fu visto muoversi con tutta disinvoltura all'indomani del delitto, senza segni esteriori di sofferenze; senza contare poi, che per ben quattro giorni l'assassino fu occupato nelle orrende operazioni che tutti ormai conoscono. Bisogna dire qui che nessun ; demento di valutazione, ben-1 che minimo, a favore o a sfavore dell'accusato, viene trascurato dal coscienzioso lavoro del Tribunale di Heilbronn. Forse la Barale morì per altre eause e non per strangolamento t La difesa tenta di farlo credere ma il responso dei periti è stato anche in questo caso negativo. Il prof Miiller ha esaminato una per una le possibili eause della morte, seppure ipotetiche, soffermandosi in particolare sui supposti difetti cardiaci della vittima: « Non abbiamo raccolto clementi capaci di suffragare l'ipotesi di un attacco cardiaco della Barale, del resto assai inverosimile data l'età e le condizioni fisiche della vittima ». Le conclusioni del prof. Miiller sono fondate su testi- adlcci •iillllllllliiliiliiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiilliililliillii ; 1 monianze di persone che conobbero la Barale. Fra queste, il commerciante Renato Migliardi ed il rag. Attilio Spaldo, giunti ambedue da Torino per riferire alla Corte. Il Migliardi ebbe alle sue dipendenze la Barale per circa sei anni; e mai, anche nei lavori più faticosi, quale il trasporto di merci, ebbe ad osservare in lei il minimo segno di affaticamento, indice di disfunzioni cardiache. € A mio avviso — ha dichiarato il Migliardi — la Barale stava molto bene». Spesso Giuseppina si confidava con la moglie del Migliardi; e cosi il commerciante apprese che la donna subiva continui maltrattamenti dal Triimpy: <Una volta il Trumpy la cacciò di casa dopo averta percossa Giuseppina parlava del mari to come di un uomo violento, autoritario, capace di insiti tarla dinanzi a tutti. Mi sembri una popolana, disse una volta il Trumpy alla moglie, incontrandola nella strada con due pesanti borse per la, spe sa... ». A questo punto l'accusati, ha bat'uto un pugno sul banco: < Non è vero.'y ha gridato. E' stato, questo, il suo primo scatto durante l'intero processo. Il Triimpy sta forse perdendo i' contralto dei nervi i La giornata gli è stata de (fisamente sfavorevole -incìn l'altro testimone torinese, il rag. Spaldo, ha smentito con energia che Giuseppina fosse sofferente di cuore. Appassionato scalatore, lo Spaldo accompagnò la Barale in lunghe gite in montagna. Fu con lei e altre persone anche sul lago di Cignnna che si trova a -2500 mitri di altitudine, t In altre occasioni — ha soggiunto 'l rag. Spaldo indicando alla Corte su una carta geografica le località alpine del Piemonte — ci spingemmo fino ai 3500 mitri, seppure con la funivia. E mai la Barale mostrò segni d- insofferema per le al titndini, ne' vertigini o difficoltà nella rrspirazion", né pallore né altri sintomi prò pri dei malati di cuore. Tene va testa a tutti anche nelle gite più faticose. La sera, quando tornavamo ai nostri rifugi, appariva vivaci- >• alle iiiiliilliiiiiilliilillilliiliiiiiliillliiiiiiiiiiiiiiniiii gra. Mangiava con appetito, cantala e ballava ». Ci sono fotografie delle liete comitive della. Barale, scattate a 3r,00 metri sulle vette del FiirgL ~,he sono state mostrate oggi alla Corte di Heil bronn. Esistono oltre prove e testimonianze. < Era una giovane sana e apparentemente felice, piena di vita ». Sulla sua sedia, accanto al patrono di Parte Civile, la signora Te resa Barale piangevo alla dolorosa rievocazione. Massimo Conti

Luoghi citati: Francoforte, Piemonte, Torino