Delusioni e speranze dei meridionali a Torino
Delusioni e speranze dei meridionali a Torino Cronaca televisiva Delusioni e speranze dei meridionali a Torino Tutti noi che viviamo a Torino abbiamo assistito, almeno una volta, ad una scena che a Porta Nuova si ripete ogni giorno: appena scesi dal « treno del Sole >, escono fuori dalli stazione folti gruppi familiari con valige di libra e sacche a tracolla e molti bambini per mano o in braccio: sono meridionali — siciliani o lucani, pugliesi o calabresi — che arrivano nella nostra città alla ricerca di una migliore sistemazione. L'inchiesta di Ugo Zatterin e Brando Giordani, trasmessa ieri sera, ha preso il via proprio dal primo contatto degli immigrati con la città (ma un po' troppo ottimisticamente ci ha fatto vedere una famiglia che s'allontana dalla stazione in carrozza...) per seguirli poi in una sauallida locanda, in quell'alveare umano che è la ca caserma di via Verdi, sui posti di lavoro e in un bar di via Basilica che è il luogo di raduno dei meridionali a Torino. Il breve documentario ha avuto il merito di non puntare alla bella e, nel nostro caso, inutile inquadratura ricercata, ma di attenersi all'essenziale: cioè far parlare liberamente parecchie persone — immigrati e torinesi — e di' conoscere dalla loro viva voce, sia pure attraverso deformazioni o esagerazioni, i termini del vasto fenomeno. Abbiamo sentito le solite accuse di una parte (ì settentrionali non ci vogliono, non ci stimano, non ci affittano i loro alloggi, dicono che siamo fannulloni, ecc., ecc.) e le solite accuse dell'altra parte (i meridionali sono invadenti, molestano le donne, usano spesso e volentieri il coltello, ecc., ecc.): contrasti inevitabili che il tempo s'incaricherà di appianare e fare sparire. Ma in questa sede non ci preme tanto la questione Nord-Sud quanto la vivezza con cui è stata esposta dal servizio di Zatterin e Giordani: un servizio che non aveva niente di edulcorato e di ufficiale, ma che si esprimeva con franchezza, guardando in faccia alla realtà. Ecco un campo dove la tv — e non è da oggi che lo diciamo — potrebbe ottenere, sempre, risultati eccellenti: non occorre andare in Polinesia o nel cuore dell'Africa per offrire al pubblico inchieste d'attualità e di grande interesse. Basta dare una occhiata in casa nostra: i problemi non mancano. * * Non abbiamo cato gran spazio e « Canzonissima > perché, veramente, non ne vale più la pena. Non s'è visto alcun attore di rinforzo: in compenso Alberto Bonucci, evidentemente stanco di far cattive figure, se n'è andato. Qualche risatina per la scenetta della < maschera» e qualche risatina per la rubrica «Gli italiani son fatti così»: ma sul resto, nebbia. Lo spettacolo è nato male e continua a trascinarsi in modo penoso: è molto probabile che se non ci fosse di mezzo la faccenda delle canzoni e della Lotteria di Capodanno, la tv l'avrebbe già sospeso. Tra l'altro, ieri sera, anche ì motivi erano mediocri, d'ispirazione fiacchis isima. * * Ricordiamo che stasera alle 20,25 sarà trasmessa in ripresa i diretta da Glasgow tutta la ' partita di calcio Scozia-Italia interleghe. u. bz.
Persone citate: Alberto Bonucci, Brando Giordani, Ugo Zatterin, Zatterin
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