Perché costano tanto i fiori della Riviera

Perché costano tanto i fiori della Riviera L'eterno conflitto fra i costi all'origine e i prezzi al consumo Perché costano tanto i fiori della Riviera I garofani che i floricoltori vendono a 15 lire l'uno, nelle città si pagano 150 Fino a mille lire per un crisantemo che ne vale 150 all'origine - I rivenditori sostengono che il mercato varia bruscamente da un giorno all'altro e che Io scarto è notevole - Ci sono poi le spese di esercizio, le tasse, gli intermediari (Nostro servizio particolare) Sanremo, 30 ottobre. I prezzi dei fiori assumono in questi giorni un valore polemico: i garofani, che i floricoltori vendono a 15 lire l'uno, In città costano 100 o 150. I più belli e i più rari sono contrattati sul mercati della Riviera a 40 lire (480 la dozzina), in città il loro prezzo è quintuplicato o addirittura decuplicato, un flore da 200 a 400 lire. Il pubblico insorge, convinto di essere vittima di speculazioni smodate; si ripete l'eterno conflitto fra i costi d'origine e i prezzi al consumo. Poche sono le informazioni: il crisantemo più bello, pagato in città 800-1000 lire, costa sui mercati delle. Riviera 120-150 Hr& I «William Turner > più belli erano oggi quotati 1500-2000 lire alla dozzina. I crisantemi' comuni costano all'origine 25 lire l'uno, in città almeno 100. L'aumento è proporzionalmente limitato nel caso delle strelitzie: vendute a mille lire l'una in città, costano 500 all'origine. Indagando sui motivi di cosi forti differenze si devono soppesare varie e talvolta contrastanti interpretazioni, su un fondo confuso e mutevole. II mercato dei fiori non ha schemi fissi, varia bruscamente da un giorno all'altro, influenzato dalle condizioni del tempo, dalla concentrazione di festività, dalla concorrenza straniera (un tempo inesistente e oggi sensibile). I rivenditori di città possono senz'altro osservare: i fiori che noi vendiamo oggi sono stati acquistati ieri o nei giorni scorsi quando i prezzi all'origine erano molto più alti. E' vero, i crisantemi che oggi a Sanremo valevano 15C0 lire alla dozzina, nei giorni scorsi erano saliti a 3600 alla dozzina, 300 lire l'uno. Ma la differenza fra 300 e 800 o mille è sempre grandissima, ingiustificata agli occhi del pubblico. Vogliamo aggiungere qualche annotazione a parziale discolpa dei negozianti e, in generale, dei rivenditori in città: nella vendita dei fiori lo 6carto è notevole, su 100 fiori almeno 20 devono essere eliminati o venduti sotto costo perché macchiati dalla pioggia, rotti o intristiti nel viaggio. Ci sono poi le spese di esercizio, le forti tasse, il gravame degli intermediari: resta però la sensazione che i prezzi di questi giorni siano dovuti alla manovra speculativa, che si ripete ogni anno ella vigilia delle ricorrenze dei Santi e dei Defunti (a Natale si ripeterà esasperata). Vediamo qual è il còsto reale dei fiori all'origine, ricordando che l'andamento stagionale ha grandissima importanza. Quest'anno l'estate calda e secca ha avuto un peso notevole; nelle zone dove mancano impianti di irrigazione i fiori hanno risentito della siccità, sbocciando all'improvviso dopo le piogge dei giorni scorsi. Si è avuta fino al 20 di ottobre una scarsa offerta, mentre la domanda aumentava rapidamente dall'Italia e dall'estero (fino a metà del mese la Germania non richiedeva fiori dalla Riviera, bastando la produzione locale favorita dall'autunno mite). Poi, sbocciati i fiori di colpo, il mercato si è equilibrato, poi l'offerta si è fatta tale da provocare un cediménto dei prezzi. Oggi 1 crisantemi che erano quotati a mille lire alla dozzina sono scesi a 300 (scenderanno in proporzione, domani, anche in città?). I floricoltori devono portare giorno per giorno la loro produzione sul mercato, indipendentemente dalla richiesta; non possono conservare 1 fiori né ritardarne o anticiparne la consegna. Può darsi che fra una settimana, quando nessuno cercherà più crisantemi, ci siano ettari ed ettari colmi di crisantemi appena sbocciati. Ridotto a ben poco il loro valore, saranno forse lasciati ad avvizzire sulla pianta. Lo stesso avviene per le rose: se la fioritura si completa quando è chiuso il momento di maggior richiesta, interi campi sono abbandonati. Il costo di produzione resta inva riato; in certa misura (quan do lo consente il mercato) fi nisce con scaricarsi sui pochi fiori venduti nei momenti di maggior richiesta. Facciamo un esempio .concreto: un ettaro di terreno coltivato a roseto può accogliere 25 mila piante. Se tutto va bene la produzione è di 100 mila fio ri: venduti di colpo in un pe riodo di grande domanda, co me questo, frutterebbero anche 12 milioni (oggi la rosa baccarà è quotata sul mercato 120 lire, quella che in città costa da 400 a 500), contro una spesa di due milioni e mezzo per mano d'opera, concimazione, irrigazione e via di seguito. In realtà un razionale e fortunato roseto di un ettaro rende in media 3 milioni e mezzo-4 milioni lordi da cui detrarre due milioni mezzo di spese (i dati variano per la diversità del terreni). I coltivatori di fiori, in ogni modo, sopportano benissimo le spese, anche le stagioni cattive: Hanno buoni profitti. Lo dimostra il continuo espandersi delle coltivazioni: occupano un crescente numero di braccianti e di specializzati (buona parte dei 30 mila meridionali immigrati in Riviera lavorano nei campi di fiori), che hanno paghe giornaliere Comprese fra le 2 mila e le 3500 lire. Ma è chiaro che gli altissimi prezzi pagati dal pubblico delle grandi città sono ben lontani dai costi di origine. Pur guadagnando largamente, ì produttori vendono i fiori sui mercati di Ventimiglia e di Sanremo a prezzi che per il pubblico di città sono iiiiiiitiriiriitif iiitiitiinriitiiiiii iitiiiMiiiiirtiitii sorprendentemente bassi. Questa sera, dopo nuovi ribassi, si possono acquistare all'in-, grosso 100 crisantemi con 2500 lire, 100 garofani con 1200 lire. Cento garofani dei più belli, a calice rotondo, si hanno con 3 mila lire. Una dozzina di bellissime rose rosse costano 1500 lire. La complessa rete di esportatori, mediatori, grossisti, rivenditori aumenta questi prezzi per strada, raddoppiandoli e anche triplicandoli. In città la pressante domanda del pubblico, concentrata in pochi giorni, incoraggia altri aumenti, affidati alla discrezione dei singoli: lo dimostra il fatto che una rosa, a parità di costo d'origine, è venduta in un negozio a 500 lire, in un altro a mille. Mario Fazio iiiMiitMiriiMiitittif iiiirin in ii iiiiif 1111 m ni 11 n

Persone citate: Mario Fazio, William Turner

Luoghi citati: Germania, Italia, Sanremo, Ventimiglia