Nessuno rimpiange a Montalto l'ex prete che favorì lo "scisma"

Nessuno rimpiange a Montalto l'ex prete che favorì lo "scisma" Dopo II suo arresto per truffa a Roma Nessuno rimpiange a Montalto l'ex prete che favorì lo "scisma" Giovanni Taddei aveva approfittato dei dissensi sorti in paese alla nomina del nuovo parroco Spacciandosi per primate ortodosso, convertì a questa religione un centinaio di abitanti (Dal nostro inviato speciale) Montalto Dora, 28 ottobre. La notizia dell'arresto di don Gianni Taddei, ex-sacerdote cattolico, ridotto allo stato laicale per colpe varie, la lasciato indifferenti i montaltesi. « Non proviamo né piacere né dispiacere » ci ha detto un cittadino di Montalto, guarito del fuoco religioso che lo stesso don Taddei a suo tempo aveva alimentato. « Quel signore per noi non rappresenta più nulla » ha continuato. « Oggi egli è quel ohe è, e se ha commesso qualcosa da meritare l'arresto, non ci riguarda affatto ». Un piti ostile e amaro atteggiamento non si poteva avere. Eppure questo dinamico e ribollente don Taddei può esser considerato la causa di ciò che comunemente viene definito « lo scisma di Montalto », i suoi abitanti divisi da un « sipario di fede », cattolici da una parte, ortodossi dall'altra. Tutto cominciò il 2 ottobre del '58, con la morte dell'ottantenne parroco di Montalto, don Giorgio Cavallo, dopo quasi mezzo secolo d'apostolato. Per qualche mese lo sostituì nelle funzioni il suo coadiutore, il giovane don Nicola Averono Un ragazzo amabile, che in breve si conquistò simpatia ed affetto in tutti i parrocchiani. Al punto che, quando il vescovo di Ivrea decise di nominare un successore titolare, e mandò don Pignocco, i fedeli si opposero. Volevano don Averono. Cominciarono le lotte, che resero difficile la vita al nuovo parroco. In mille modi, compreso il suono delle campane a martello, la popolazione gli fece capire di non gradirlo. I fedeli disertarono la chiesa, e in corteo si recavano la domenica al cimitero a pregare sulla tomba di don Cavallo. La ribellione aveva aspetti medievali e patetici. Il Vescovo però non cedette, e scelse una soluzione salomonica: né don Averono né don Pignocco. A parroco di Montalto fu nominato, dopo regolare concorso, don Giacomo Torasso. Per evitare disordini il suo ingresso in paese, VII febbraio 1959, fu protetto dai carabinieri, e questo per i montaltesi suonò inconciliabile offesa. Avvenne in quel momento la grande divisione. Alcune centinaia fra i più accesi decisero di staccarsi addirittura dalla Chiesa cattolica. Su di essi piombò, come un colombo apportatore di pace, secondo alcuni, come un falco in cerca di preda, secondo altri, don Gianni Taddei. Egli aveva avuto parecchie vicende, alcune di carattere ecclesiastico, altre di natura specificamente morale: non preciseremo né le une né le altre. Fatto è che le autorità religioso avevano ritenuto di adottare a suo carico in un primo tempo la sospensione «a divinis »; in un secondo tempo decisero di allontanarlo definitivamente, riducendolo allo stato laicale. Don Taddei non si sgomentò. Uscito dalla Chiesa Romana entrò in una setta chiamata < Chiesa cattolica primitiva >, che ha sede a Parigi ed è regolarmente riconosciuta dallo Stato francese. Il capo della setta, Sua Beatitudine Giovanni Assendclft, patriarca d'Antiochia, lo nominò vescovo e primate d'Italia, dandone comunicazione alle autorità, e lo mandò in giro in cerca di adepti. Essi, in tutto il mondo, non sono che tre mila- In abito talare, con la croce di vescovo sul petto, don Taddei nell'agosto '60 giunse a Montalto e organizzò lo sci sma. I dissidenti gli furono accanto, crebbero di numero. Per qualche tempo i seguaci credettero che si trattasse della chiesa ortodossa. La vicenda intanto era giunta alle autorità ortodosse, e dal patriarca di Mosca venne un bruciante chiarimento sotto forma di sconfessione di don Taddei. I montaltesi dissidenti allora capirono, e non ebbero espressioni amabili per colui che li aveva ingannati. Si rivolsero al patriarca di Mosca, chiesero un vero prete ortodosso. Fu mandato don Santo Pace, un gigantesco sacerdote genovese, giovane e cordiale. Ma non ha la vita facile, naturalmente. Dal punto di vista religioso va tutto bene. I fedeli sono in aumento. Delle 600 famiglie che formano la popolazione di Montalto, cento appartengono alla sua chiesa, e altre duecento sono in una posizione d'attesa. Non frequentano né la cattolica né la ortodossa. Aspettano', per prendere una decisione, che sia risolta la questione della nuova chiesa. Il SS luglio scorso don Santo Pace ha posto la prima pietra dell'edificio. g. f. Don Pace, parroco ortodosso di Montalto Dora

Luoghi citati: Italia, Ivrea, Montalto Dora, Mosca, Parigi, Roma