Lo sfratto della farmacia di Carpenelo rinviato per un cavillo dell'avvocato

Lo sfratto della farmacia di Carpenelo rinviato per un cavillo dell'avvocato Lo sfratto della farmacia di Carpenelo rinviato per un cavillo dell'avvocato Il legale del farmacista si è opposto perché l'ufficiale giudiziario non aveva l'autorizzazione prefettizia - In realtà era sufficiente quella del medico provinciale - Il provvedimento verrà eseguito nei prossimi giorni (Nostro servizio particolare) Carpeneto, 28 ottobre. L'ufficiale giudiziario della pretura di Ovada, Antonino Janni, per un cavillo legale trovato da un avvocato ha dovuto stamane sospendere l'esecuzione di una sentenza di sfratto nei confronti del dott. Vittorio Melchionda, farmacista di Carpeneto, che avrebbe dovuto sgombrare i locali nei quali, dal primi anni del 1800, ha sede l'unica farmacia del paese. Si tratta comunque di un rinvio di pochi giorni. L'articolo infatti con cui il legale del farmacista, l'aw. Enrico Piola di Acqui Terme, ha sorpreso l'ufficiale giudiziario e l'aw. Grosso di Ovada, di parte avversa, viene diversamente interpretato e pertanto è fuori dubbio che nei prossimi giorni sarà dato corso alla sentenza di sfratto. Nel 1958 il dott. Silvio Motta, la signora Ida Motta in Rivela e la signora Gioconda Vigna ved. Motta, tutti residenti a Genova, con il patrocinio dell'avv. Grosso intentarono una causa di sfratto nei confronti del dott. Melchionda, locatario di parte -'détto' stabile di loro proprietà, al numero 5 di via Torino a Carpeneto. Uno solo il motivo: il contratto di locazione era scaduto ed i proprietari non intendevano rinnovarlo. Il pretore di Ovada nel luglio dello stesso anno emise sentenza di sfratto nei confronti del farmacista. In data 13 settembre 1958, la sentenza fu notificata al dott. Melchionda. che continuò ad occupare i locali. Nel novembre del '59, ad opera dell'ufficiale giudiziario avvenne un primo procedi¬ mento di sfratto ma l'azione fu poi sospesa. Tra l'altro, per rendere esecutiva la sentenza, trattandosi di una farmacia, occórreva una speciale autorizzazione che fu firmata dal dott. Sircana, medico provinciale di Alessandria. Negli scorsi giorni quindi l'ufficiale giudiziario notificò al farmacista di Carpeneto che avrebbe fatto eseguire la sentenza di sfratto il 28 di ottobre, cioè stamane. Così stamane alle 10 l'ufficiale giudiziario (era presente sul posto il ten. Cordopatri, comandante la tenenza carabinieri di Acqui, con alcuni carabinieri) accompagnato dall'aw. Grosso si presentò alla farmacia di Carpeneto. Erano ad attenderlo il dott. Melchionda e il suo legale. Prima che si desse corso al procedimento, l'aw. Piola, riferendosi all'art. 35 della legge 23 maggio 1950, n. 253 (disposizioni per la locazione e sublocazione di immobili urbani) chiese all'ufficiale giudiziario se fosse in possesso della prevista autorizzazione prefettizia. Dice l'articolo: «Non può essere disposta l'esecuzione della sentenza di sfratto di locali adibiti ad esercizio di farmacia senza la previa autorizzazione prefettizia». L'autorizzazione prefettizia non c'era — l'aveva invece rilasciata il medica provinciale — e l'ufficiale giudiziario sospese lo sfratto. Prima di partire da Carpeneto l'aw. Grosso ci dichiarava: < Ci premureremo di ottenere l'autorizzazione richiesta e daremo nuovo corso al procedimento di sfratto». Nessuno si era però reso conto che il passo eseguito daU'aw. Piola non era altro che un cavillo. Come infatti ha precisato in seguito il medico provinciale, dott. Sircana (confortato da sentenze del Consiglio di Stato) con l'istituzione del ministero della Sanità la competenza del prefetto in materia sanitaria passa al medico provinciale, che pertanto non aveva ecceduto nel suoi poteri concedendo negli scorsi giorni l'autorizzazione allo sfratto della farmacia di Carpeneto. E' quindi fuori dubbio che prossimamente si prowederà a rendere esecutiva la sentenza. Cosa awerrà allora? Carpeneto rimarrà privo dell'unica farmacia esistente nel paese e che serve anche gli altri comuni della zona. Secondo infatti il dott. Melchionda, in tutto il paese non vi sono locali disponibili decorosi ed idonei all'esercizio di una farmacia, sia pure rurale. A risentire il disagio per una causa che si protrae da ormai tre anni sarà pertanto unicamente la popolazione, che ha già manifestato il proprio malumore. m> Il dott. Melchionda, a destra, sulla porta della farmacia