Tutta Vallauris ha danzato per festeggiare gli 80 anni di Picasso di Sandro Volta

Tutta Vallauris ha danzato per festeggiare gli 80 anni di Picasso IL PAESE CHE DEVE LA SUA RICCHEZZA AL GRANDE PITTORE Tutta Vallauris ha danzato per festeggiare gli 80 anni di Picasso Personaggi venuti da ogni parte del mondo ■ La sardana in costume catalano ballata da ragazze e giovani arrivati dalla Spagna - «Come il quadro di Goya» - I più grandi toreri pronti a scendere nell'arena se il prefetto di Nizza permetterà la corrida - Eccezionale concerto cui hanno partecipato artisti giunti da una parte e dall'altra della cortina di ferro - Slancio cordiale e sincera gratitudine della popolazione locale (Dal nostro inviato speciale) Vallaurls, 28 ottobre. Tutto è incominciato con una sardana ballata in mezzo a una piazzetta della città. Erano una decina di ragazzi e di ragazze catalane, molto giovani, arrivati- in mattinata dalla Spagna. Vestivano il costume regionale, col berretto rosso calato su una spalla. In mezzo alla piazzetta c'era un pino e, all'intorno, lunghe strisce coi colori spagnoli, sangue e oro, pendevano dai pennoni. Vicino a noi, Carlo Levi disse: < E' tale e quale, il quadro di Goya ». Subito una grande folla si assembrò intomo ai ballerini. La festa per gli ottan- t'anni di Picasso incominciava così, con quella manifestazione gentile e piuttosto timida. Ma intanto altri gruppi folcloristici spuntavano in ogni parte della città e molta gente si riuniva intorno a loro. C'era il gruppo dei ballerini provenzali, quello di Perpignano, il coro dei Paesi baschi. L'animazione incominciò ben presto a montare. Una enorme folla sbucava da ogni strada, si riversava nel centro della cittadina e, come sempre avviene in Francia in queste occasioni, si venne a creare un'atmosfera da 14 luglio. Quando il gruppo provenzale attaccò una farandola, una coppia di giovani spettatori si mise a ballare con i ballerini in costume e fu il segnale che dette inizio alle danze popolari. Sotto un cielo che era stato nuvoloso per tutta la mattinata e si era rischiarato all'improvviso, si è danzato a Vallauris fino a notte alta, notto la luna e le stelle, alla luce di migliaia di lampadine disposte in festoni tricolori lungo ogni strada. Danzava l'intera popolazione, giovani e vecchi, e, insieme ai popolani del paese, presi da un'infatuazione collettiva, ballavano anche i personaggi venuti da ogni parte del mondò per onorare il grande artista. C'erano ministri, diplomatici, scrittori, di- n a i . a . e. rettori dei maggiori musei d'Europa e d'America, collezionisti d'arte. Moltissimi erano gli italiani, fra cui Calvino, Carlo Levi, Renato Guttuso, Alberto Magnelli, Vittorio Viale, direttore della Galleria d'arte moderna di Torino, e tanti altri confusi nella folla straripante. Ma chi dava il tono alla festa era il popolo, il popolo di Vallauris, la città che deve a Pablo Picasso la sua rinascita. L'antica Vallis Aurea dei Romani ha' conosciuto varie vicende nel corso dei secoli: più volte distrutta e ricostruita, assunse il suo aspetto attuale nel XV secolo, quando settanta famiglie genovesi vi iniziarono la fabbricazione di giare e orci con la sua terra gialla. Alla fine del secolo scorso, le terrecotte di Vallauris erano famose in tutto il mondo: i sovrani inglesi venivano apposta da Londra per scegliere i vasi di stile. floreale, coperti da uno splendido smalto color turchese, i maragià decoravano i loro giardini con gli animali fantastici usciti dai forni della città. Era la belle epoque e la fama di Vallauris durò soltanto quanto la moda di quel tempo; mutato il gusto del pubblico, gli artigiani locali non seppero rinnovarsi e l'industria decadde rapidamente. I vasai di Vallauris incominciarono allora a fabbricare pentole, tegami, oggetti di cucina. E fu un nuovo periodo di benessere economico, ma, alla fine della prima guerra mondiale, l'uso dell'alluminio soppiantò il pentolame di terracotta e, nel 1946, quando Picasso venne ad abitare a Vallauris, quasi tutte le fornaci erano chiuse e le poche che si ostinavano ancora a lavorare erano sull'orlo del fallimento. Picasso non si era mai interessato alla ceramica, ma fu subito attratto dalle possibilità che gli offriva quel procedimento artistico. Chiese ospitalità in una fornace e .fece i. primi piatti; poi, a pòco a "Spoeti, quel lavoro 16 appassionò e per molto tempo abbandonò la pittura per dedicarvisi interamente. Dopo di lui, anche Léger, Chagall ed altri grandi artisti diventarono ceramisti. Giovani pittori arrivarono da ogni paese e ciascuno trovò una fornace, disposta ad assecondarlo nelle ricerche più audaci. Oggi, Vallauris è diventata il maggiore centro di produzione della ceramica artistica moderna: ci sono 1H0 fornaci in piena efficienza e i loro prodotti vengono esportati in ogni parte del mondo. La città, che quindici anni fa era dominata da una cupa miseria, con le case che cadevano in rovina e la gente che espatriava, ora è ritornata fiorente e prospera, centro di una forte immigrazione specializzata, in gran parte italiana. Ecco dunque riassunta la storia di ciò che Picasso rappresenta per Vallauris, ecco spiegata la gratitudine che ogni abitante gli deve. I festeggiamenti, calorosissimi e unanimi di oggi, proseguiranno domani con una mostra di cinquanta opere inedite, appartenenti in massima parte alla collezione personale del pittore, che, a partire dagli inizi del se- 1111111MIMI ti 1111111 ; il ì 11 i 111111 ! I i 1 1111111111111 III colo, daranno un panorama completo di ogni epoca della sua arte. Ma, per onorare Picasso, Vallauris ha voluto organizzare anche lo spettacolo che l'artista, nella sua nostalgia di esule spagnolo, preferisce: la corrida. Miguel Dominguin è già arrivato con la moglie, Lucia Bosè, per combattere nell'arena davanti al suo grande amico, e insieme a lui sono arrivati altri due dei maggiori matadores andalusi: Domingo Ortega e Andrés Vasquez. La corrida è vietata nel dipartimento delle Alpi Marittime e, fino a stasera, il permesso non era ancora venuto, ma nessuno dubita èìiér'.negahdoU)i il ■.'-prefetto vorrà fare questo affronto al grande artista. Iniziata con la sardana, omaggio popolare della sua Catalogna, e con la faran¬ dola, omaggio della Provenza ospite, la giornata si è chiusa stasera con un omaggio internazionale: un concerto tenuto a Nizza, al quale hanno partecipato artisti venuti da ogni paese, da una parte e dall'altra ' della cortina di ferro. Dal pianista Sviatoslay Richter a Gloria Davy del Metropolitan Ai New York, da Yvette Chauviré dell'Opera di Parigi a Johnny Raimondi della Scala di Milano, dal violinista sovietico Leonide Kogan ai cantanti dell'Opera di Budapest e di Varsavia, dai primi ballerini del teatro di Madrid a quelli dell'Avana, un insieme di artisti mai riunito prima d'ora ha dimenticato per una serata le divisioni create dalla guerra fredda ed è venuto a rendere omaggio a Pablo Picasso, l'uomo della colomba. Sandro Volta Pablo Picasso con il giovane figlio Claude a Vallauris