Moro ed i dirigenti della d. c. discutono la sorte del governo di Michele Tito

Moro ed i dirigenti della d. c. discutono la sorte del governo Una confusa situaasion& politica Moro ed i dirigenti della d. c. discutono la sorte del governo Gronchi è contrario allo scioglimento anticipato delle Camere: i suoi poteri scadono comunque Pll novembre - Due agitate riunioni degli esponenti democristiani; alla prima ha partecipato anche Fanfani - Alla Camera ostruzionismo dei deputati di estrema sinistra (Dal nostro corrispondente) Roma, 26 ottobre. Quella odierna è stata.una delle più intense (e misteriose) giornate politiche che si siano avute negli ultimi mesi. La conclusione è naturalmente poco chiara e le prospettive per l'avvenire rimangono incerte. C'è, almeno per quel che si riesce a capire, un dato di fatto: è diventato molto improbabile che la crisi di governo si faccia immediatamente finché cioè eventuali trattative e tentativi di soluzione sarebbero dominati dalla prospettiva d1 uno scioglimento anticipato delle Camere. Stamattina la situazione era questa: Moro prospettava; là necessità, da lui illustrata lunedì il Capo dello Stato; di una crisi subito e non escludeva, a quel che pare, che alla crisi immediata potesse seguire una soluzione di centro-sinistra: sembra anzi che avesse dato assicurazioni in questo senso a Fanfani per rimuoverne le diffidenze e le perplessità. La tesi di Moro era che finché c'è la minaccia dello scioglimento delle Camere è più facile portare la de all'incontro coi socialisti. Inoltre Moro giudicava che, senza U certezza che il governo rimarrà in carica almeno fino al congresso, convenga chiarire subito le cose: a questo fine egli aveva scritto ieri una lettera all'on. Reale, segretario del pri, per sapere con esattezza che intendano fare i repubblicani, e i repub-| blicani, per forza di cose, non hanno risposto, limitandosi a spiegare che le decisioni spettano alla direzione del partito e che perciò non è possibile assumere alcun impegno. La lettera ai repubblicani aveva messo in allarme il centro-sinistra e le pressioni dei suoi seguaci inducevano l'onorevole Pantani a irrigidirsi nella sua opposizione ad una crisi immediata I seguaci di Fanfani, resi sospettosi dalle voci di incontri e intese tra Moro e i dorotei, vedevano nelle richieste di Moro un tentativo per giustificare il rinvio del congresso. La tensione era notevole. Per., decidere se bisognasse o menò forzare dal governo le dimissioni finché è possibile Io scioglimento delle Camere, c'è stata stamane una riunione tra Moro, Fanfani, i capi dei gruppi parlamentari del partito, l'on. Piccioni e i due vice-segretari. Risultato nullo. Una seconda riunione c'è stata nel tardo pomeriggio, questa volta sènza Fanfani: il discorso confuso e complesso finiva col far centro sul problema della data in cui scade il potere presidenziale di sciogliere le Camere, se 11 29 ottobre, anniversario dell'elezione di Gronchi, o 111 novèmbre, anniversario del giuramento. Nel primo caso non c'è più niente da fare: è troppo tardi; nel secondo caso, giudicato da Moro più valido, è ancora possibile manovrare. Ma questa seconda riunione non aveva prospettive fondate di portare ad una conclusione: per difendere la propria linea, Fanfani aveva rinunciato ad insistere sulle ragioni per le quali desiderava fino a ieri un « chiarimento > dopo 1*11 novembre o la crisi, ed aveva lasciato capire che allo stato delle cose egli non intendeva prendere iniziative. Infine, a rendere impossibile una conclusione e a sconvolgere in parte i piani dei dorotei Intervenivano due fatti inattesi: si acquisiva la certezchè 11 Capo, dello Stato è pervenuto alla convinzione che lo scioglimento anticipato delle Camere non sia in nessun caso opportuno: era una presa di posizione inaspettata per i dirigenti democristiani; .in secondò luogo, à Montecitorio, i comunisti annunciavano di volere sviluppare una manovra ostruzionistica per prolungare al di là della data limite per lo scioglimento delle Camere la discussione sui bilanci: cento dei. loro deputati si iscrivevano a parlare sul bilancio dell'Industria, insieme a tutti i socialisti. Nasceva una grande complicazione. Tra l'altro, l'estrema sinistra assumeva la parte di sostenitrice dei diritti e delle prerogative del Parlamento. Non ci sono state decisioni. La giornata si è conclusa praticamente con un niente .di fatto: Fanfani si è recato » Montecitorio e conversando con i, giornalisti ha fatto capire che'una crisi deve nasce- re da una «chiarificazione» in Parlamento, bloccando così per ora le iniziative già rese difficili dal partito; ed in pratica si è di nuovo in attesa della risposta dei repubblicani. Questo per stasera. Michele Tito

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