L'industriale Magnani davanti ai giudici per la morte dell'urologo prof. Robecchi

L'industriale Magnani davanti ai giudici per la morte dell'urologo prof. Robecchi Guidava l'aereo che si schiantò sulla vetta del Musine L'industriale Magnani davanti ai giudici per la morte dell'urologo prof. Robecchi La sciagura avvenne nel febbraio di quattro anni fa - Il pilota accusato di omicidio colposo - « Ha violato precise norme di condotta di volo » - / difensori chiederebbero una superperizia - La vedova del prof. Robecchi ha ritirato la costituzione di parte civile L'industriale Carlo Magnani — 42 anni, via Granisci 7, attualmente residente a Francoforte — sarà processato stamane in Tribunale per aver causato, guidando un velivolo da turismo, la morte dell'urologo prof. Mario Robecchi. La sciagura avvenne sul monte Musine il 1" febbraio 1957. Alle 15,07 di quel pomeriggio, i due avevano decollato dall'Aeritalia con un « LMf> » per un volo turistico sulla Val di Susa. Pilotava il Magnani, che aveva all'attivo 372 ore di volo: era In buone condizioni fisiche. Al suo fianco sedeva il Robecchi, allievo-pilota, con 12 ore di volo. Giunto sopra Aviglìana, l'aereo virò verso 11 Musine: erano le 15.30 quando precipitò contro la dorsale del monte. Il prof. Robecchi morì, forse sul colpo; Il dott. Magnani perse sensi e rinvenne solo a notte fon da. Era ferito, ma non in modo grave e si salvò. Il suo racconto fu questo: cA 150-200 metri sopra il Musine ho iniziato una virata. Vi è stata una improvvisa turbolenza che per il momento ho attribuito a un'inconsulta manovra del mio allievo. Do veva trattarsi invece di una raffica di vento o di un vuoto d'aria. L'apparecchio entrò in vite, ma non me ne preoccupai, dissi anzi a Robecchi che ne sarebbe uscito, Stavamo già riprendendo un assetto normale, quando l'ala toccò la costa del monte ed avvenne l'urto ». Cominciarono l'inchiesta della commissione e quella giudiziaria. Entrambe esclusero che la sciagura potesse attribuirsi ad un guasto meccanico o a mancanza di carburante. I periti affermarono inoltre che per compiere una vi rata in quella zona dove s'incontrano facilmente forti raffiche di vento, «l'aereo avrebbe dovuto te- iiiiiiiiiiiitiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiii nersi almeno a 234 metri dal suolo », e non 150-200 come aveva ammesso 11 dott. Magnani. Infine, in base a testimonianze, l'autorità giudiziaria ritenne che il pilota avesse compiuto non una sola manovra, ma più evoluzioni con «virate e cabrate con motore a basso regime in località tipicamente soggetta a turbolenze e comunque ad altezza dal suolo troppo limitata ». Perciò il magistrato rinviò a giu- iiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiif ■■iiiiiiiiiiiiiiiiiiiitiiiiiiiiiiin dsnrLttscfntt dizio per omicidio colposo l'industriale che « ha violato precise norme di condotta di volo e generico criterio della prudenza ». La decisione del magistrato dott. Lombardi si è fondata soprattutto sulla perizia di tre esperti: il ten. col. Caselli e due docenti di scienze aeronautiche del Politecnico, i proff. Elia e Lausetti. La difesa, composta dagli aw. Fiasconaro, Romagnoli e Alessandro, ha tuttavia opposto una « consulenza tecnica », condotta dal prof. Marsan, che differisce notevolmente dalla perizia d'ufficio. Il processo durerà almeno due giorni. Tra 1 testimoni sarà ascoltato il col. Isaia, comandante della scuola di pilotaggio, che ebbe ad Inviare al dott. Magnani, qualche tempo prima dell'incidente, una lettera per richiamarlo ad un maggior rispetto delle norme di comportamento di volo. La difesa intenderebbe chiedere una superperizia ed un sopraluogo, in quanto talune testimonianze — dalle quali si è tratta la convinzione che il velivolo compisse pericolose evoluzioni a bassa quota — non reggerebbero ad un sereno esame critico. La vedova del prof. Robecchi ha ritirato la costituzione a parte civile. arlo Magnani. I soccorritori trovarono l'industriale ferito tra i rottami dell'aereo

Luoghi citati: Francoforte