Malenkov accusato al Congresso di essere un complice di Beria

Malenkov accusato al Congresso di essere un complice di Beria Continuano le requisitorie contro gli "anti-partito,, Malenkov accusato al Congresso di essere un complice di Beria All'ex-presidente Voroscilov è attribuita la responsabilità di eccidi tra gli ufficiali russi - Stalin incolpato della morte d'un economista per invidia del successo di un libro - Ciu En-lai non tornerà a Mosca? (Dal nostro corrispondente) Mosca, 24 ottobre. Più che ad un congresso si ha l'impressione, ormai, di assistere ad un processo. Malenkov è stato oggi accusato di aver partecipato con Beria e con Yezov a sanguinose eliminazioni di massa. Kaganovic è stato per la seconda volta imputato di uno sterminio di ferrovieri, Vorosciloy di eccidi tra gli ufficiali dell'esercito. Il solo imputato ideologico resta Molotov: benché criticato con accanimento acre, il suo caso continua ad essere trattato ad un certo livello politico e teorico. Non gli è stato addossato direttamente, fino a questo momento, un solo delitto. Al crescendo delle imputazioni, che si arricchiscono continuamente di nuovi particolari, corrisponde il crescendo delle ingiurie. Gravissima l'ultima imputazione formulata oggi contro Malenkov da Shvernik, membro del Praesidium e presidente del comitato centrale di controllo del pcus. «E* stato confermato che Malenkov al solo scopo di salire ai più alti posti dr-1 potere, si legò strettamente a Beria e a Yezov, (capo della polizia politica, liquidato a suo tempo da Stalin). Malenkov provocò processi in massa, servendosi di atti falsi, si servì inoltre sistematicamente della menzogna, ordìintrighi, escogitò provocazioni». Shvernik ha riconfermato 'a versione della Furtzeva su Kaganovic, a proposito dei ferrovieri che egli avrebbe fatto fucilare. Interessante è l'accenno a un nuovo delitto personale di Stalin, considerato lo spirito malefico del gruppo, fatto da Iliciov, responsabile della sezione propaganda del comitato centrale. Si tratta della liquidazione dell'eminente economista Vozniesenski, capo della pianificazione, avvenuta in circostanze oscure al tempo del < caso di Leningrado >, seguito alla morte di Zdanov. Finora l'uccisione di Vozniesenski era stata imputata a un'azione di Malenkov: oggi, senza veli, ci viene suggerito che 11 mandante era Stalin. <Un solo uomo ■— ha detto Iliciov — usurpò il diritto di dire l'ultima parola nelle questioni ideologiche ». Subito dopo ha rievocato la sorte avuta, nell'epoca staliniana, del libro di Vozniesenski L'economia sovietica nel periodo della guerra. Stalin, matita alla mano, lo lesse e sulle prime lo elogiò. Vozniesenski ottenne per il suo lavoro perfino un premio. D'improvviso il volume scomparve dalla circolazione, e il suo autore finì tragicamente. « Questo avvenne — ha spiegato Iliciov — perché il libro era cominciato a piacere, a farsi troppa strada nel pubblico, a crearsi una vasta popolarità, soprattutto fra gli studenti e gli studiosi ». Il libro piaceva perché esponeva idee nuove e ciò finì per insospettire Stalin. Neppure Voroscilov, la cui presenza al Congresso è divenuta per lui una pesante umiliazione, non è stato lasciato in pace. Uno dei tanti accusatori 10 ha apostrofato aspramente: < Compagno Voroscilov, non finga di essere Ivan che non ricorda più i parenti. Per le mene del gruppo antipartito, lei deve portare la piena responsabilità come tutti gli altri suoi aderenti!». La platea ha applaudito. Sul fronte dei rapporti con la Cina, ha lasciato una scìa di perplessità fra i delegati al congresso, l'improvvisa e inattesa partenza di Ciu En-lai per Pechino. Ieri il comunicato Tass lasciava intendere che Ciu sarebbe rientrato a Mosca prima della fine del Congresso, ma oggi la Pravda annuncia che è partito e basta. Anche un telegramma che il capo della delegazione cinese ha inviato ieri notte dall'aereo a Kruscev, fa sorgere 11 dubbio di una partenza senza ritorno, per la forma con cui è stato redatto: <Possa fiorire sempre grande, perpetua, infrangibile amicizia fra popolazione della Cina e dell'Unione Sovietica ». Sembra un addio, aggravato dal richiamo all'amicizia tra i popoli e non tra i partiti dei due Paesi. Enzo Bettìza

Luoghi citati: Cina, Leningrado, Mosca, Pechino, Unione Sovietica