Dopo 15 notti rubano quadri per trenta milioni ma sono arrestati mentre escono col bottino

Dopo 15 notti rubano quadri per trenta milioni ma sono arrestati mentre escono col bottino In un negoziò d'antiquario al centro di Venezia Dopo 15 notti rubano quadri per trenta milioni ma sono arrestati mentre escono col bottino In due settimane di lavoro, avevano forato a poco a poco la parete interna della bottega - Il più smilzo dei due s'introduce nel varco e passa al complice tele del Guardi, del Corot, del Piazzetta ed altri oggetti d'arte - Usciti in strada si trovano circondati dagli agenti : la polizia li sorvegliava da tre sere (E>al nostro corrispondente) Venezia, 21 ottobre. Due ladri che dopo quindici notti di paziente « lavoro > erano riusciti a rubare quadti e oggetti d'arte per un valore di SO milioni di lire, sono stati arrestati all'alba di stamane, prò prio mentre uscivano con il bottino dal negozio che aveva no saccheggiato. D'antiquario preso di mira è Enrico Salvador!, di 51 anni, che ha bottega in via XXII Marzo, la centralissima strada che da San Marco conduce aSanta Maria del Giglio. I due ladri sono Attilio Ferretto di 58 anni, abitante a Mestre in UIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIII via Piave, detto < il professore » e Romano Chiereghin, di 6lf anni, sema fissa dimora. Hanno già scontato una quarantina di condanne ed hanno passato in carcere più della metà della loro vita. L'audacissimo colpo aveva j richiesto un'organizzazione di a qualche mese, per studiare le abitudini di molti inquilini dello stabile, i turni di controllo delle guardie notturne e l'ubicazione dei locali dell'edificio, e per preparare due chiavi fai ai se: per il portone della casa e e l'altra per lo sgabuzzino di un sottoscala, che dà nella botte \ ga dell'antiquario. Da quindi- IIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIU o a a i e o , e n - e o a a i a 5 . a a, a i e o a n a ai. aa o ei- a, ci giorni, alle SS di ogni sera, i due entravano nell'androne dello stabile confinante all'interno con il negozio del Salvadori e con la Banca d'America e d'Italia. Dall'androne, con la seconda chiave, s'introducevano nel sottoscala vuoto e con un silenzioso trapano a mano aprivano, notte per notte, un foro nel muro maestro di pietra viva che divide il sottoscala dal negozio dell'antiquario. I ladri entravano nell'edificio alle li di sera, per non dare sospetti, e dopo sette ore di lavoro, abbandonavano 10 stabile alle 6,15 del mattino, un quarto d'ora dopo il termine del servizio di controllo dei metronotte e un'ora prima dell'uscita degli inquilini. Ogni sera entravano con una borsa contenente panini e vino, gli arnesi per bucare il muro, un orologio e una spazzola che serviva per ripulire gli abiti e le scarpe. Nella notte tra giovedì e venerdì il foro nel muro veniva ultimato: era di £3 centimetri per 1,5. La notte successiva segavano l'ultimo diaframma costituito da una leggera tra mezza di legno che all'interno del negozio dell'antiquario maschera la parete di pietra. Alle due di questa notte il Chiereghin, che i di corporatura esile, entrava nella bottega. Qui erano raccolti moltissimi oggetti d'antiquariato, per un valore oomplessivo di £00 milioni. I due ladri non sono esperti d'arte, ma non potevano sbagliare: qualunque cosa avesse ro preso, sarebbe stata di no tevolissimo pregio. Attraverso il foro, fecero passare quindici quadri: tre Guardi, due Corot, due Piaz zetta, due Maggiotto, uno Zanchi ed altre tele del Seicento e del Settecento. Tre dipinti che non passavano attraverso 11 foro vennero tagliati con un rasoio al limite della cornice. I ladri s'impadronirono anche di quindici statuine — ire erano del Vittoria — e due can¬ a o noncini istoriati. Il bottino, secondo l'antiquario, aveva un valore superiore ai SO milioni. Il Ferretto e il Chiereghin raccolsero gli oggetti in uno scatolone e li coprirono con carta straccia. Avevano portato anche un secondo scatolone, colmo di carta. Se fossero stati fermati avrebbero detto di essere dipendenti di una impresa incaricata di raccogliere la carta prima del lavoro degli spazzini. Attesero qualche ora ed alle cu: uscifonotn strada. Avevano appena rinchiuso il portone che si trovarono circondati da quattro agenti. I due ladri rimasero talmente sbalorditi che si lasciarono ammanettare senza opporre resistenza. La Squadra Mobile aveva avuto sentore di qualche cosa e da tre notti sorvegliava l'ingresso dello stabile. Gli agenti non erano mai entrati nell'androne nel timo re che a loro volta i ladri lo sorvegliassero. Per questa ragione, l'esistenza del sottosca la è stata scoperta solo dopo l'arresto del Chiereghin e del Ferretto. La polizia ignorava anche l'obbiettivo del furto, poiché il « colpo » poteva essere diretto sia contro l'antiquario, sia contro la Banca d'America e d'Italia. La Mobile cerca ora di sapere dai due ladri il nome del ricettatore della refurtiva. La polizia ritiene che il Ferretto e il Chiereghin non si sarebbero impegnati in un'impresa così lunga e difficile senza es sere sicuri di poter collocare i quadri e le statue con un largo margine di guadagno. L'antiquario lamenta un danno di un milione di lire: dovrà infatti spendere questa cifra per il restauro delle tele tagliate con il rasoio. a. I. llllllllllllMlllllllHlllllllliniMlllllllllllllllinill Il signor Salvadori, proprietario del negozio svaligiato, assiste, seduto, all'inventario dei quadri e degli altri oggetti d'arte recuperati subito dopo il furto (Telef.)

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