Due milioni di quintali d'uva raccolti quest'anno nell'Astigiano

Due milioni di quintali d'uva raccolti quest'anno nell'Astigiano L'assaggio dei vini al Salone delle attività collinari Due milioni di quintali d'uva raccolti quest'anno nell'Astigiano La produzione è stata inferiore di un milione e mezzo di quintali rispetto allo scorso anno - La qualità è migliore - Molti coltivatori hanno portato direttamente al mercato il frutto - Il nuovo vino da pasto piemontese si chiamerà « Pais » (Dal nostro inviato speciale) Asti, 20 ottobre. Cento invitati, scelti fra operai, impiegati, artigiani e professionisti, sono stati riuniti stasera nel Salone delle attività collinari, sempre affollato di .visitatori, per l'assaggio di un assortimento di vini tipici. Si voleva impartire agli invitati, buongustai ma non assaggiatori qualificati, una amichevole lezione sull'arte del bere, e vi ha provveduto il presidente dell'Associazione Amici del vino, avv. Cavazzana, illustrando con molto brio, ogni volta che venti camerieri sturavano schiere di bottiglie, le caratteristiche del prodotto, colore, profumo, sapore, il modo di servirlo, le vivande a, cui meglio si accompagna e i corretti sistemi di vinificazione. Ogni invitato aveva davanti a sé otto bicchieri per le otto qualità di vino che venivano servite: « freisa» secca e amabile, « barbera » secca e amabile, c barbaresco », « barolo », « moscato », < Asti spumante ». Mancavano nella rassegna due prodotti celebri, il « grignolino » ed 11 « cortese », perché le produzioni delle ultime annate non sono state perfette, a giudizio dei pignolìsslml reperitori dei vini campione. In compenso, é stato presentato 11 prototipo di un nuovo vino da pasto piemontese delicato, non acidulo, armonico, di 11,5°, di colore di media intensità, prodotto con uve «barbera», «dolcetto» e modeste quantità di altre uve di pregio. Al nuovo tipo di vino da pasto piemontese verrà imposto il nome alpino e montanaro di « pais », proposto dal sen. Vincenzo Buronzo. Dopo un assaggio cosi vario e gradevole, il tema delle conversazioni si è portato sulla produzione vinicola di quest'anno, che occuperà un posto d'onore nelle cantine dei buongustai. Quanto vino è stato prodotto? E a quale prezzo? Possiamo già dare una risposta abbastanza precisa a queste domande. I mercati delle uve si chiudono e gli ultimi bollettini sembrano confermare un'impressione di ottimismo dovuta alla rilevante quantità di uve contrattate, di poco inferiore a quella dell'anno scorso e ai buoni prèzzi spuntàtf''iiaf- produttori, ma è un'impressione inesatta I prezzi elevati e le insistenti richieste dei vinificatori, che vogliono approfittare dell'ottima qualità del prodotto per farsi una buona scorta in cantina, hanno indotto I coltivatori a portare la maggior parte delle uve al mercato, distogliendola però alle quote dovute alle cantine sociali. L'anno scorso la produzione di uva era stata abbondante, la qualità scadente e il maltempo costringeva gli agricoltori a disfarsi al più presto delle uve. Sul mercato, le richieste erano minime e 1 prezzi bassissimi. Risultato: una corsa affannosa alle cantine sociali pur di vuotare le bigonce cariche di grappoli. La situazione di quest'anno, completamente diversa, è chiaramente descrìtta in un breve rapporto della Camera di Commercio: gelo e brina in giugno, grandinate in giugno-luglio e agosto, siccità durante tutta l'estate hanno determinato una produzione scarsa. Sono stati raccolti poco più di due milioni di quintali, contro i tre milioni e mezzo dell'anno scorso; la qualità, per contro, è risultata .migliore, raggiungendo punte paragonabili soltanto a quelle del 1958, essendo nel complesso superiore di due gradi Babo a quella del 1960. Vediamo le cifre dei mercuriali. Nei mercati della provincia sono stati venduti 1.042.269 miriagrammi di uve (l'anno scorso 1.174.283 miriagrammi). Il calo medio è dell'il per cento, ma è stato più sensibile per il Brachetto (8200 miriagrammi invece di 10.000), 11 Dolcetto (miriagrammi 7000 invece di 9600) e il Moscato (miriagrammi 263.000 Invece di 365.000). I prezzi invece sono stati molto elevati in confronto all'anno scorso. Ecco le quotazioni medie e tra parentesi quelle dell'anno scorso: Barbera lire 745 (473). Brachetto 936 (669). Dolcetto 734 (509), Freisa 655 (276). Grignolino 986 (688), Moscato 1197 (731), uvaggio 679 (409) Ma si è levato un grido di allarme dalle cantine sociali per la scarsità dei conferimenti. Gli agricoltori e i soci delle cantine hanno l'obbligo di portare le uve all'ammasso, salvo una quota libera per l'uso familiare e la vendita diretta, ma quando i prezzi sono allettanti le bigonce, Invece di avviarsi alle cantine sociali, prendono la strada del mercato Sono previste penalità a carico dei coltivatori inadempienti ai loro obblighi, ma si sa quanto sia difficile applicarle ed è evidente che il pagamento di una penale non evita alle cantine il grave danno derivato da una scarsa produzione, sproporzionata alle attrezzature di lavorazione e non sufficiente ad acconten tare una clientela faticosamen te racimolata negli anni pas sati. Secondo 1 primi rilievi compiuti, molte cantine hanno ricevuto appena la metà delle uve avute l'anno scorso e si troveranno in difficoltà per versare le quote dei mutui ottenuti per la loro costituzione. L'ottima qualità del prodotto di quest'anno induce molti coltivatori a curarne direttamente la vendita, non ad ettolitri o a brente, ma a bottiglie. Un buon Barbera in bottiglia è offerto a 150 o 160 lire: ce lo troveremo sul tavolo del ristorante a 250 o 300 lire. Ettore Doglio

Persone citate: Barbera, Brachetto, Cavazzana, Ettore Doglio, Freisa, Moscato, Pais, Vincenzo Buronzo

Luoghi citati: Asti