Nel Sud più desolato, con il metano e l'acciaio è finalmente cominciata la rivoluzione industriale di Alberto Ronchey

Nel Sud più desolato, con il metano e l'acciaio è finalmente cominciata la rivoluzione industriale UN SECOLO DI RITARDO CHE FORSE POTRÀ' ESSERE RIGUADAGNATO Nel Sud più desolato, con il metano e l'acciaio è finalmente cominciata la rivoluzione industriale L'èra nuova si è aperta nel quadrilatero Bari-Brindisi-Taranto-Ferrandina - Qui soprattutto, nella provincia più povera d'Italia, appare quasi un miracolo: sono bastati cinquanta pozzi di metano per trasformare un paesaggio deserto come il Texas dei film «western» • Presto gli agrari non troveranno più braccianti a 350 lire al giorno : già si pensa alla manodopera per le fabbriche di materie plastiche, di fibre artificiali - Il fenomeno è più importante dei pur formidabili capitali impiegati: per i contadini ed i disoccupati si apre una speranza diversa dalla fuga verso il Nord (Dal nostro Inviato speciale) Muterà, ottobre. Sabbie e crete bianche come quelle del Basento in secca se ne vedevano solo nel cinema messicano. E poi, strati di vapore e di polvere sospesi all'orizzonte, masserie dalle mura a calce, terra di color paglierino e siepi di cactus, come in un album degli Stati Uniti del Sud. Il castello di Miglionico somigliava a Fort Al-amo. I giovani borghesi di Matera sostenevano al < Circolo dei galantuomini >, giocando a ramino, che il paesaggio era tale e quale al Texas e che dunque doveva esserci il petrolio. Alcune differenze: poche capre anziché milioni di manzi, terra arata e divisa a fazzoletti fra moltitudini di contadini anziché pascoli, somari tutt'òssa come quelli di Àlberobello anziché stalloni da < rodeo >. Ma sotto la terra, dove nessuno aveva messo mal le mani, poteva esserci la stessa cosa, prodotta milioni di anni fa da quei microrganismi che sono gli antenati legittimi degl'idrocarburi. < Dovunque era il mare — si diceva — pud esserci la stessa cosa». Facevano questi discorsi nelle sere d'estate, con l'afa, bevendo l'< Amaro Lucano ». Nel dicembre del '58 i pionieri del petrolio arrivarono davvero con gli elmetti d'alluminio e le sonde. Scavarono fino a lS't2 metri e trovarono il metano. Scaricarono accanto alla gracile ferrovia Calabro-Lucana anche le « Super-t-11 » (sonde da settemila metri) e sino a oggi hanno aperto quaranta pozzi produttivi presso Ferrandina e dodici sui dossi franosi di Plsticci. Il giacimento contiene 11 miliardi di metri cubi di metano. Quando accesero la fiammata sul primo tubo, la notte del 13 luglio del '59, l contadini vennero a dorso d'asino a vedere là spettacolo: seppero così che la loro terra era povera solo in superficie'. Dal pozzo numero cinque di Pisticci è venuto fuori anche il petrolio, ma gl'ingegneri dell'Eni preferiscono che non se ne parli, perché il petrolio è un mito eccitante e si fa presto a deludere la gente, mentre è stato raggiunto in un solo pozzo su dodici: potrebb'essere una piccola sacca di poche migliaia di metri cubi, cioè niente. Corrono già fra i contadini le più curiose leggende, come questa: un caposquadra avrebbe fatto il pieno della sua «jeep* direttamente dal pozzo, col grezzo appena estratto, e sarebbe arrivato così a Matera. Le dicerie sono alimentate dall'ipotesi che tutto si faccia di nascosto, poiché nessuno è riuscito a vedere un incendio o un'esplosione nel liquido melmoso dalle viscere della terra e ta gente crede davvero che l pozzi nascano come, li fanno nascere sugli schermi panoramici del cinematografo: I bulldozers già spianano la valle per le industrie che saranno impiantate accanto all'energia a buon mercato, ai sottoprodotti degl'idrocarburi e alla manodopera di cui la regione è ricca. Oli agrari, pochi e fieri, si guardano intorno con sospetto perché sanno che fra non molto sarà difficile trovare braccianti a 350 lire al giorno per la raccolta delle olive. Le mogli e le madri degli emigrati scrivono In Germania e in Olanda che quelli fra i diciotto e i venticinque anni possono ritornare ' e qualificarsi a nuovi mestieri sotto salario, mentre fra poco ci sarà già lavoro per le opere stradali e idriche e per gli scali ferroviari (al quali non s'era mai pensato, in tanti anni di lavori pubblici distribuiti a casaccio o alla maniera giolittiana). Si fabbricheranno materie plastiche, fibre artificiali, industrie tessili (gl'investimenti per i nuovi impianti petrolchimici già -raggiungono i 90 miliardi); la produzione di gas toccherà i due milioni di metri cubi al giorno (la media nazionale è di venti milioni giornalieri) e solo un terzo del metano estratto — esente da royalties e dall'imposta di fabbricazione — raggiungerà con un gasodotto la Costa adriatica pugliese; la differenza verrà utilizzata nel Materano. E' sufficiente un esempio per chiarire che cos'era fino ad oggi il deserto economico della provincia: fra il '50 e il '58 la potenza elettrica complessiva installata nelle industrie, benché raddoppiata, aveva raggiunto appena £018 kw. La zona di rottura dell'economia'tradizionale del Mezzogiorno parte da Ferrandina e abbraccia la fascia industriate dì Bari (PignoneSud, Sme, Macchine Breda, Cartiere), le nuove acciaierie Iri di Taranto (eoo miliardi' d'investimenti) e l'area di Brindisi, dove la MontecatiniHa impiantato il'-'massimo' stabltimento petrolchimico di. Europa, impegnando cento miliardi di lire. I meridionalisti sperano nell'espansione di questo quadrilatero per colmare l'abisso che divide ancora le due economie italiane, a cent'anni dall'Unità. Braccia meridionali nel Nord o capitali nel Sudt I partigiani dello sviluppo meridionale in un < tempo breve », chiedono che l'industria padana si risolva a dirigere verso il Sud, a contatto diretto col mercato del lavoro disponibile, una quota più. cospicua della sua impetuosa espansione, almeno finché la manodopera più capace è ancora incerta fra l'emigrazione provvisoria nei paesi del Mercato comune europeo e l'espatrio definitivo. Avendo coscienza che il Mezzogiorno non supererà mai la sua depressione con la sola agricoltura, e opponendosi all'esodo, argomentano che anche l'emigrazione. interna, quella dal Sud al Nord, alla lunga sarà rischiosa: vengono citate le recenti leggi e polemiche francesi e britanniche contro l'eccessiva concentrazione industriale (i piani per la decongestione delle regioni di Londra e Parigi, il discusso saggio di Gravier su % Parigi e il deserto francese») sostenendo che l'accentramento accrescerebbe oltre misura anche nella Valle Padana il costo delle infrastrutture e che le regioni in cui non sussiste un equilibrato rapporto fra industria e agricoltura sarebbero più esposte à crisi nei periodi di bassa congiuntura. La discussione, a Matera come a Bari e a Napoli, insiste soprattutto sulla necessità di non lasciare che i giovani fuggano in massa all'estero, come sta avvenendo, senza offrire loro un'alternativa non remota. Esistono delle capacità da impiegare con profitto di tutti. Per citare un esempio, l primi operai occupati a Taranto dal nuovo Centro Siderurgico Iri, hanno dato buona prova: cosi almeno mi è stato detto presso i Cantieri Tarantini. La selezione è stata severa. Alcuni hanno compiuto il tirocinio a Cornigliano e una quarantina sono stati istruiti in America, alle prese con gli impianti più complessi e aggiornati. Al ritorno, già venti fra quegli ex-contadini o ex-disoccupati, ottenuta la qualifica, si sono comprati l'automobile (gli altri la motoretta). Siamo appena agli inizi. La siderurgia del gruppo Iri, che si è installata sulla costa del Mar Piccolo in una area di £50 mila metri quadrati, assorbirà nel '6± oltre cinquemila operai. Sarà il più potente stabilimento siderurgico italiano a ciclo integrale, superiore a Cornigliano, Piombino e Bagnoli. Produrrà per cominciare due milioni di tonnellate d'acciaio all'anno, con una potenzialità almeno tripla, partendo dal livello che Cornigliano è appena prossima a raggiungere. Il passaggio di una parte cospicua della nuova generazione contadina alPindustria non è un problema insuperabile (in Russia è stato risolto e oggi l'industria sovietica è assai più evoluta delVagricoltura:). E' necessaria un po' di fantasia per immaginare le dimensioni del nuovo mercato del Sud, valutare la domanda potenziale dei consumatori meridionali e tirarne le conclusioni, ma pare che verso i primi tpoli di sviluppo» del Mezzogiórno (il quadrilatero Matera-Taranto-Brindisi-Bari, la fascia costiera napoletana, i nuclei industriali della Sicilia) tali suggestioni abbiano cominciato a produrre alcuni effetti. Le domande di mutui all'Isveimer, all'Irfis e al Cis hanno assunto negli ultimi mesi proporzioni nuove. Forse il < caso italiano » offrirà agii economisti un nuovo capitolo di studio; Ormai il Mezzogiorno non può tornare indietro e non può rimanere com'è. La sua geografia economica e umana è scossa. Si avrà la prima sorpresa dal nuovo censimento, quando conosceremo davvero l'entità del proletariato meridionale in movimento ciclico (flusso e riflusso) Sud-Nord e Sud-Europa, che si preannuncia imponente. Vedremo allora in quale misura i contadini del Mezzogiorno hanno già imparato a introdursi in proprio nei grandi mercati europei della manodopera industriale. Alberto Ronchey <é=yi=\ p ^ 1 fxT ve i= fìeggioCal^iJ w «° m

Persone citate: Calabro, Gravier, Tarantini