Difficile prevedere dove finiranno i due miliardi lasciati da Frassati

Difficile prevedere dove finiranno i due miliardi lasciati da Frassati {Sì è aperta una vicenda che si trascinerà per anni Difficile prevedere dove finiranno i due miliardi lasciati da Frassati Questa è l'entità del patrimonio del defunto senatore fra denaro liquido, titoli e immobili - Incerto anche il beneficiario dei 700 milioni destinati ai poveri - Alla figlia deve andare almeno la metà delle sostanze - Si è rivolta all'autorità giudiziaria per una interpretazione del testamento e poter cosi eseguire le volontà paterne (Dal nostro inviato speciale) Pollone, 19 ottobre. A chi andranno le centinaia di milioni — quasi due miliardi, fra denaro liquido, titoli azionari e beni Immobili — del defunto senatore Alfredo Frasgati? A chi andranno i settecento milioni lasciati a una vaga, imprecisata, fantomatica opera di beneficenza? Nessuno saprebbe rispondere a queste domande. Le risposte le darà a suo tempo l'autorità giudiziaria, e cioè tribunale, corte d'appello, corte di cassazione. Perché la vicenda si annunzia complessa, e 1 giudizi saranno molteplici prima di giungere, chi sa quando, a quello definitivo. Un parere orientativo, da un punto di vista umano e sentimentale se non giuridico, avremmo voluto chiederlo oggi alla figlia del senatore, la contessa Luciana GawronskaFrassati. Ma nel tiepido pomeriggio dorato la signora era andata a cercare solitudine e silenzio nel boschi che circondano la sua villa di Pollone Difficilmente, comunque, avreb be accettato di commentare 11 bizzarro, astruso, cavilloso testamento, che la ignora come erede, e ignora 1 suoi figli, dedicandosi Invece al figli dei suoi figli c nati e nascituri >. Una forma più bizantina il sen. Frassati forse non poteva escogitare per saltare figlia e nipoti, e per complicare la divisione del suo patrimonio attribuendolo ai pronipoti, comprendendo fra questi anche quelli che potranno ancora nascere fra alcuni decenni. I beni immobili potranno essere alienati soltanto vent'annl dopo la morte del senatore, cioè nel 1981; ma poiché bisogna aspettare anche 1 lontani nascituri, fra circa mezzo secolo almeno si potrà fare una ripartizione equa del beni immobili di cui si fa menzione nel testamento, quando cioè gli attuali nipoti saranno morti o non più in condizione di avere figli (pronipoti nascituri). Un competente di diritto civile e di questioni testamentarie ci ha illustrato le ultime volontà del sen. Frassati quali risultano dal documento presentato per la registrazione al notaio Silvio Mandelll. «Ho già dato al miei eredi naturali» così comincia il testamento « cioè mia figlia e 1 miei nipoti, settecento milioni, 350 a mia figlia e altre somme non uguali ai miei nipoti, a seconda del loro bisogni». Prima obiezione. La figlia Luciana non ha affatto ricevuto 1 350 milioni menzionati, e altrettanto si dica del nipoti. L'affermazione è recisa da parte delle persone interessate, possono esser fornite validissime prove dell'assoluta Inesistenza di donazioni anche private e anche per somme minori. A questo punto ci si fa rilevare: viene il sospetto che 11 testamento sia stato compilato con malizia. Non soltanto Alfredo Frassati avrebbe saltato figlia e nipoti, ma pare che abbia voluto procurarle grattacapi col fisco per le imposte di successione — non pagate — di quei 350 milioni. CI viene spiegato che una mente balzana può rovinare una persona con un testamento in cui paradossalmente è detto: «Lascio a tizio un milione quale quota residua del miei beni, avendogli già donato in vita due miliardi». Tizio è spacciato, perché il fisco si avventa au di lui e pretende più d'un miliardo e mezzo d'imposta, somma che naturalmente egli non ha. Dimostri al fisco, se ci riesce, che egli non ha mal avuto In dono quel due miliardi. Potrebbe essere il caso della contessa Luciana? Il dubbio è valido. Comunque a lei devono andare 700 milioni e non 350, cioè almeno metà delle sostanze paterne. Bisogna sommare ai 700 milioni di liquido il miliardo e 200 milioni rappresentato da beni Immobili, case e terreni. Il totale è 1 miliardo 900 milioni. La metà, cioè 950 milioni, va alla figlia; dall'altra metà si possono prendere 1 700 milioni che il padre destinò a un'impreclsata opera di beneficenza. Il resto potrà essere assegnato ai pronipoti nati e nascituri. Il testamento continua: «Altri settecento milioni sono destinati a opera, di beneficenza, come lo avrebbe fatto il mio Giorgetto. Sto cercando aiutato dal canonico Bosso a quale opera si possono dare dopo la mia morte ». Il testatore non ha Indicato chiaramente il beneficiarlo, e per l'art. 628 del codice civile la disposizione è nulla. Questa è una delle ipotesi possibili. La mancanza di determinazione indica una volontà inesistente, quindi non valida agli effetti esecutivi. In questo caso 1 700 milioni spettano all'erede naturale, cioè la figlia. La quale, sarebbe addirittura superfluo precisarlo, pagata la tassa di successione che su 700 milioni è di 250 milioni, provvederebbo per dovere di coscienza ad adempiere alla volontà paterna, realizzando con i residui 450 milioni l'opera benefica vagheggiata dal padre. Altra ipotesi. Ugualmente nullo è il lascito per l'incertezza sul destinatario. Chi è costui? Il testamento non Io dice. La somma allora rimane all'erede naturale. Terza ipotesi. La volontà c'è, e beneficiari devono esser considerati 1 poveri. In questo caso, se si ritiene che Frassati avesse domicilio a Torino, il lascito andrebbe all'Eca di quella città. Ma si obietta: l'Eca è paragonabile all'* opera di beneficenza come lo avrebbe fatto il mio Giorgetto»? Il dubbio è comprensibile. Un'ultima ipotesi è che sia considerata valida la residenza di Pollone, e pertanto il lascito vada all'Eoa di questa città. L'aw. Lorenzo Zola, legale della contessa Gawronska, si è rivolto al tribunale per chiedere l'Interpretazione del testamento, che la signora considera perfettamente valido, e che mal penserebbe d'impugnare. L'aw. Zola si riserva anche di agire contro chiunque in difesa della legittima spettante alla contessa. Luciana Gawronska-Frassatl non ha affatto piantato una grana. Ricorrendo all'autorità giudiziaria si è servita della unica via possibile per avere un responso sull'esatto significato della volontà paterna, e cosi poterla eseguire come egli la pensava nel momento in cui redasse il testamento. Giuseppe Faraci

Luoghi citati: Pollone, Torino