«Eichmann il sicario del diavolo» documento d'una tragedia immane

«Eichmann il sicario del diavolo» documento d'una tragedia immane S U LLO <S O H E> JEfc M O «Eichmann il sicario del diavolo» documento d'una tragedia immane (Romano) — Agghiacciante documento della criminalità nazista, accentrata, si direbbe, in un uomo solo: Adolf Eichmann, capo della sezione IV B4 dell'Ufficio Centrale di Sicurezza del Reich, il fosco protagonista del processo di Gerusalemme. Realizzato dallo stesso giornalista Erwin Leiser che ci ha recentemente dato «Il dittatore folle >, allucinante biografia di Hitler, Eichmann il sioario del diavolo avrebbe meritato un titolo italiano meno fumettistico e più rispondente al tono e alla sostanza d'un documentario quanto mai asciutto e severo. E' nota la tesi difensiva di questo massacratore di ebrei: di essere solamente stato un esecutore di ordini. Il racconto di Leiser ne costituisce la gelida, precisa confutazione, dimostrando con immagini inoppugnabili, attraverso un materiale Inedito non di rado attinto alle pellicole girate dagli stessi nazisti, con quanta alacrità e zelo di < impiegato modello > Eichmann preparasse e conducesse a termine quella che è forse l'impresa più mostruosa nella storia dell'umanità: lo sterminio < scientifico > di sei milioni di esseri umani. Non mai gli orrori del campi di sterminio e le aberrazioni della politica che li preparò furono condensati in un'antologia altrettanto eloquente quanto questa, desunta da film di propaganda destinati ad uso ittterno, da film girati nei paesi occupati (gli uni e gli altri assolutamente inediti fino a oggi), da una quantità di documenti d'archivio e dalle 3500 pagine degli interrogatori di Eichmann prima del processa. Documenti di natura e di origine così diversa non tolgono che il film abbia un carattere unitario, molto per merito del compilatore e un po' anche in grazia della materia stessa, che da qualunque angolo la si scruti presenta lo stesso aspetto feroce e demenziale. E forse le sequenze che fanno più impressione sono quelle girate dagli stessi tedeschi nel ghetto di Varsavia o durante l'incendio e la distruzione del villaggio di Lidie» in Cecoslovacchia. Lo scrupolo d'obiettività, osservato fin nel commento che non si permette mai un accento, una parola oratoria, e lascia spesso e volentieri parlare 1 gerarchi nazisti, conferisce all'efficacia del film più che non avrebbe fatto qualsiasi, sia pure glustifìcatissima. tinta esecratrice; e la stèssa imperfezione tecnica delle riprese garantisce della loro autenticità (si veda quella della fucilazione d'un- gruppo di ebrei, fatti prima scendere nella fossa comune). L'immagine che ogni tanto appare di Eichmann in gabbia, occupato placidamente a scagionarsi davanti ai giudici, contrappunta quelle scene di sterminio e in un certo senso le sigla. Un film da vedere, un film che aprirà gli occhi a quanti, per amore di quieto vivere o peggio, vorrebbe chiudere 'a partita con un passato dal cui carcame escono ancora miasmi che ci minacciano. 1. p.

Persone citate: Adolf Eichmann, Eichmann, Erwin Leiser, Hitler, Leiser

Luoghi citati: Cecoslovacchia, Gerusalemme, Varsavia