Resta chiuso un ospizio perché mancano le suore

Resta chiuso un ospizio perché mancano le suore Resta chiuso un ospizio perché mancano le suore Un generoso astigiano ha ricostruito il ricovero di Vigliano ma non trova religiose che l'amministrino - Anche l'ospedale di Nizza e l'asilo di Calamandrana hanno bisogno di monache - Un appello a «Specchio dei tempi» da Govone (Nostro servizio particolare) Vigliano d'Asti, 17 ottobre. In cima al paese, su un poggio che domina il pittoresco panorama della vai Tiglione sorge, imponente, l'Ospizio per i vecchi e gli inabili. E' un blocco di tre edifici e due grandi cortili destinati nel secolo scorso da Lorenzo Adorno e da suo nipote Michele Gabri «medico divisionale nel corpo sanitario militare » a sede di un ricovero per i vecchi e di un asilo infantile. L'ospizio è rifatto a nuovo, camerette luminose modernamente ammobiliate, servizi igienici, acqua calda, bagni, docce, termosifoni, una grande cucina dispensa, refettorio, cappella: un modello di ospizio. Non manca nulla. I fondi per l'ammodernamento sono stati forniti da un contributo statale di sette milioni ottenuto dal ministro Romita, un altro milione è stato sottoscritto dalla popolazione, e parecchi altri milioni che ancora occorrevano sono stati offerti dal presidente dell'ospizio, Giovanni Oricelli. Una numerosa schiera di anziani vorrebbe entrare nella casa di riposo, gratis o a pagamento, ma l'ospizio è chiuso, la porta è sbarrata, materassi, cuscini, sedie, tavoli sono ammucchiati in alcune stanze. Che cosa manca? Mancano le suore che dovrebbero amministrare l'istituto, provvedere alla sorveglianza, alla cucina, alla biancheria, all'assistenza dei ricoverati. Le suore di Carità non possono più provvedervi, altre Case madri che mandano religiose a presidiare ospedali, ricoveri, asili infantili, sono in crisi per « deficienza di vocazioni». Di anno in anno il numero delle suore diminuisce mentre aumentano, per contro, le richieste della loro pia opera: si dice che nella casa del Cottolengo sono decedute l'anno scorso 150 monache mentre soltanto 53 ragazze hanno preso il velo: e intanto si aprono nuove cliniche, nuovi ospizi, nuovi asili dove la presenza delle pie donne è indispensabile. Non sempre pos sono essere sostituite da infer miere, i cui compiti sono più strettamente tecnici, e la "cui opera sarebbe insostenibile per i magri bilanci di certe istitu zioni benefiche. Il presidente dell'Ospizio di Vigliano ha voluto portarci_a visitare la bella casa di riposo. Il signor Oricelli si guarda attorno sconsolato: «Ho bussato a tutte le porte — dice sono stato da parroci, monsignori e vescovi, e non riesco a ottenere le tre suore che ci permetterebbero di aprire subito l'ospizio. E guardi — aggiunge — che sono disposto a ogni ragionevole sacrificio eco nomico nei confronti delle, be-; nemerite suore che accettassero questa missione di carità ». Ma Giovanni Oricelli la spunterà E' un uomo che non conosce ostacoli. Il suo nome è famoso nelle imprese marinare perché ha ricuperato decine di navi dal fondo del mare, ha tratto a galla corazzate e torpediniere affondate nella prima guerra mondiale o naufragate per avarie nelle acque di Tolone, Tunisi, Biserta, Vado Ligure, dei Dardanelli e di Cuba. Era a capo di un'impresa marittima di ricuperi, demoli zioni e salvataggi, ma indossava anch'egli lo scafandro da palombaro e si calava in acqua, anticipando le gesta dell'« Artiglio » e della « Sorima ». iiiiiiii iiiniiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiu Fra le operazioni più ardite ricorda il ricupero della corazzata < Liberté » affondata con duemila vittime nel porto di Tolone e^ della nave « Mirabeau » incagliata nel Bosforo. Tornato a Vigliano, Giovanni Oricelli è rimasto solo con la moglie. Si è dedicato al suo paese, è disposto a ogni sacrificio per l'Ospizio, e gli sembra impossibile, dopo avere superato difficoltà tecniche enormi nelle acque dei mari, di non riuscire anche in questa impresa. « Mi avevano detto — ci confida — che presentando qualche ragazza disposta a prendere il velo, avremmo ottenuto le suore. Ebbene, ho fatto anche questo: ne ho trovata una, ma una sola, e sembra che non basti ». L'ospìzio di Vigliano non è il solo istituto che aspetta un gruppetto di suore: a Calamandrana chiedono suore per l'asilo infantile e da Govone è giunto ieri a « Specchio dei Tepestedoe ndadodinanoe tul'oOdcotopistgiasvafingibiaspaqute Tempi » un accorato appello perché suore vadano ad assistere 1 malati dell'ospedale, dove c'erano quattro religiose e ne è rimasta una sola. L'ospedale di Nizza stava attraversando una grave crisi perché col 31 dicembre le « figlie di Sant'Anna » che da 90 anni accudiscono i malati, se ne andranno e non si sapeva come sostituirle. Il nuovo presidente dell'ospedale, professor Giuseppe Odasso, dopo molti tentativi • con influenti appoggi, è riuscito a ottenere da un Ordine piemontese la promessa di destinare un gruppetto di religiose a Nizza. Vigliano invece aspetta ancora la buona nuova: l'ospizio è pronto e dalle finestre delle sue stanze e dal giardino si spalanca il morbido panorama delle colline astigiane, ma i vecchietti del paese non possono entrare in quel piccolo paradiso di quie-' te. Aspettano le suore. e. d.

Luoghi citati: Calamandrana, Cuba, Govone, Nizza, Tolone, Tunisi