I 700 milioni lasciati dal sen. Frassati contesi fra i poveri di Torino e Pollone

I 700 milioni lasciati dal sen. Frassati contesi fra i poveri di Torino e Pollone I 700 milioni lasciati dal sen. Frassati contesi fra i poveri di Torino e Pollone Il testamento olografo si presta a diverse interpretazioni in base all'articolo 630 del codice civile - La figlia del senatore s'è rivolta al Tribunale perché il caso sia chiarito ■ La prima udienza fissata a Torino per il 10 gennaio (Dal nostro inviato speciale) Biella, 17 ottobre. Viva emozione a Pollone, nel sindaco Remella, nel presidente dell'Eoa, Vigliarli, nel parroco don Pivano, alla notizia del presunto lascito di 700 milioni che il defunto sen. Alfredo Frassati avrebbe destinato ai poveri di Pollone. « Presunto > perché il testamento del sen. Frassati non menziona specificamente 1 poveri di Pollone, e soltanto una ipotesi fa ritenere che a essi sia destinata la notevole somma. L'ipotesi è semplicemente fondata sull'interpretazione di un articolo del Codice civile, che potrebbe essere favorevole a Pollone ma anche a Torino. Il sen. Frassati mori a Torino la mattina del 21 maggio scorso. Esattamente un mese prima, il 21 aprile, egli aveva espresso le sue ultime volontà in un testamento olo grafo, ;on aggiunte apportate il 4 maggio. Il documento fu affidato alla signora Maria Arzani, che poi lo consegnò al nipote del defunto, Forese. Don Giovan Battista Bosso, direttore dell'* Opera pia Pier Giorgio Frassati >, fu nominato suo esecutore testamentario. 11 4 luglio la signora Luciana Frassati In Gawronski, figlia dei defunto senatore, affidò il testamento al notalo torinese Silvio Mendel li. Cosi risultano le ultime volontà del sen. Frassati: < Ho già dato ai miei eredi naturali cioè mia figlia e i miei nipoti settecento milioni, 350 a mia figlia e altre somme non uguali ai miei nipoti, a seconda del loro bisogni; altri settecento milioni sono destinati a opera di beneficenza, come lo avrebbe fatto il mio Glorgetto. Sto cercando aiutato dal canonico Bosso a quale opera si possono dare dopo la mia morte, i settecento milioni sono depositati presso 11 ragionier Tibò agente di cambio, i settecento milioni si possono ritirare in tre gior¬ ni, l'opera ecelta dovrà essere intitolata al mio Giorgetto in modo che si legga chiaramente il suo nome >. Seguono altre disposizioni di minor conto. Sorse subito una difficoltà. L'imprecisa indicazióne sull'opera a cui la somma era destinata, e. la mancanza di precisazioni in documenti successivi (« Sto cercando > aveva scritto Frassati, ma evidentemente gli mancò il tempo di trovare), rappresentavano la premessa d'una Intricata situazione. A chi attribuire le somma? Intervenne allora l'art. 630 del Codice civile. Esso dice: «Le disposizioni a favore del poveri e altre simili, espresse genericamente, senza che si determini l'uso o 11 pubblico istituto a cui beneficio sono fatte, s'intendono fatte In favore del poveri del luogo In cui 11 testatore aveva 11 domicilio al tempo della sua morte, e i beni sono devoluti all'ente comunale di assistenza ». Al tempo della sua morte il sen. Frassati aveva ottenuto da un palo di mesi la residenza nel comune di Pollone, il luogo dov'era nato 93 anni prima, dove intendeva ritirarsi, e dov'era la tomba dell'adorato figlio Pier Giorgio morto nel '25. Ma da anni il suo domicilio era a Torino, dove era anche il centro dei suoi Interessi. Il notaio Mandelll dunque notificò una copia del testamento agli enti comunali di Torino e di Pollone, e alle prefetture di Torino e di Vercelli, affidando all'autorità giudiziaria la scelta del beneficiarlo. Nella vicenda non poteva non Intervenire la figlia Luciana Frassati, « per la esecuzione nel modi corretti e legali della efficiente volontà paterna». Lei intanto nega d'avere avuto 350 milioni dal padre, e nega anche che uguale somma sia stata data ai figli. Accettando l'eredità *con beneficio d'inventario » la signora Frassati fa «espressa riserva d'agire, nei modi di legge e nei confronti di chi di ragione, a tutela dei suoi diritti di legittimarla, avente diritto a una metà, in piena e libera proprietà, dei beni ereditari». Così è detto nella citazione che il suo legale, aw. Lorenzo Zola, ha spiccato nei confronti del canonico Bosso, dell'Eca di Torino e di Pollone, e del Ministero delle .Finanze. IEssi compariranno il 10 gen naio prossimo dinanzi al Tribunale civile di Torino, < alla cui saggezza si rimette la Istante ». La signora'Frassati chiede anzitutto che il tribunale interpreti la monca espressione testamentaria del padre e decida a .chi debba essere attribuito il lascito. Lei non intende sottrarsi ai suoi obblighi morali, ma desidera sapere se il testamento ha valore legale, e in tal caso a chi il lascito debba essere attribuito. Il Ministero delle Finanze è chiamato in giudizio perché la signora chiede di essere esentata dal pagamento dell'imposta di successione, oppure autorizzata a detraila dai settecento milioni che andrebbero alla nominanda opera di assistenza. C'è da domandarsi che cosa faranno i due enti comunali d'assistenza, di Torino e di Pollone. Di preciso non si sa nulla sulla loro linea di condotta, ma è da presùmere che daranno battaglia sull'interpretazione da dare all'articolo 630, ciascuno allo scopo di vedersi attribuita la grossa eredità Se prevarrà il concet to di domicilio, i 700 milioni andranno all'Eca di Torino. Se si darà più valore a quello di residenza, sarà Pollone a beneficiarne. Se, infine, sarà stabilito che 11 sen. Frassati non poteva v disporre che di metà del suo ' patrimonio, e che la figlia non ha avuto tale metà e pertanto dovrà averla, i 700 milioni da dare in beneficenza potranno diventare molto meno Si parlerà a lun go, del testamento Frassati. Giuseppe Faraci