L'edilizia ha il primato delle disgrazie sul lavoro

L'edilizia ha il primato delle disgrazie sul lavoro . Convegno a Torino contro gii infortuni L'edilizia ha il primato delle disgrazie sul lavoro Oltre 245 mila infortunati nel 1959, più di uno ogni 4 operai -1 morti sono stati 760, con un aumento del 12,56% sul 1950 - Quali sono le più frequenti cause di sciagure Il settore industriale in cui più elevato è il numero degli infortuni è quello dell'edilizia: per studiare le cause ed i possibili rimedi a questa allarmante situazione si è aperto ieri a Torino un convegno nazionale promosso dall'Enpi (Ente nazionale prevenzione infortuni) con la partecipazione di tecnici italiani e francesi, del sottosegretàrio al Lavoro on. Calvi, degli istituti previdenziali e di tutte le organizzazioni sindacali della categoria (Cisl, Cgil, UH, Cisnal). Il presidente dell'Enpi, dott. Molinari ed il direttore generale, avv. Eboli hanno affermato che il fenomeno è molto grave in quanto l'edilizia oc- . s a a a l l i e cupa il SO per cento della manodopera del settore industriale, mentre in essa si verifica il SO per cento degli infortuni che colpiscono tutte le attività industriali. Secondo le statistiche dell'Istituto per l'assicurazione degli infortuni sul lavoro (Inaili gli infortuni edili, che erano stati 109 mila 478 nel 1950, su 506.504 lavoratori (circa un incidente ogni cinque lavoratori) sono saliti a B45.6B5 nel '59, su 8S9 mila addetti (più di un incidente ogni quattro dipendenti). Fortunatamente gli incidenti più gravi non hanno avuto un simile aumento: i casi da cui è derivata < invalidità permanente » sono passati da 6537 a 10.716, cioè sono aumentati pressapoco nella stessa proporzione del numero degli addetti all'edilizia, mentre quelli mortali sono saliti da 661 a 760 e quindi, come percentuale, sono diminuiti. E' stato però osservato che le statistiche Inail tengono conto soltanto delle invalidità « riconosciute » ai fini assicurativi e quindi non sono com plete. E per quanto riguarda i morti un aumento del ie,56 per cento — sia pure in cifra assoluta e sia pure tenendo conto degli sviluppi dell'edilizia — è pur sempre allarmante, soprattutto perché le sciagure più gravi possono in gran parte essere evitate mediante la prevenzione. Soprattutto nelle piccole imprese vengono troppo spesso trascurate le precise norme antinfortunistiche (e contro questo fatto vi è stato un recente sciopero dei lavoratori edili): Un'inchiesta dell'Enpi ha acoertato quali siano i campi in cui più frequenti sono le deficienze e le omissioni di precauzioni doverose: il 30 per cento dei casi accertati riguarda la « messa a terra » degli impianti elettrici, il 83% le impalcature, il 16% la protezione degli impianti elettrici, il 14 % le aperture nelle pareti, il 14% le scale. Fra i rimedi indicati vi è anzitutto quello di spronare le industrie ad un'intensa politica antinfortunistica commisurando sempre più la misura del < premio » delle assicurazioni obbligatorie al grado di sicurezza raggiunto, calco lato in base alle statistiche degli infortuni nell'impresa durante parecchi anni (qualche passo in questo senso è già stato fatto dall'Inail). Occorre anche intensificare la preparazione e l'educazione dei lavoratori in modo da for¬ mtpdpmvplipn5p mare una coscienza antinfortunistica: fra le cause della pericolosità dell'edilizia non va dimenticato il fatto che compiono un improvviso e indiscriminato passaggio a questo lavoro molti operai abituati, in precedenza soltanto al sicuro lavoro nei campi. g_ r#

Persone citate: Molinari

Luoghi citati: Eboli, Torino