Catturati a Torino e in Puglia gli assassini dell'antiquario

Catturati a Torino e in Puglia gli assassini dell'antiquario Otto giorni dopo ii feroce delitto di Val di Non Catturati a Torino e in Puglia gli assassini dell'antiquario Il primo è arrestato dai carabinieri in una pasticceria di via Barbaroux mentre tenta un ricatto • Il secondo in un paese vicino a Foggia - Quello che aveva fornito l'auto rintracciato a Trani di Bari, dove aveva cercato rifugio presso una parente - La confessione: «Abbiamo bastonato il vecchio, poi siamo passati e ripassati sul suo corpo con la macchina» Il mistero del delitto di Val di Non è durato otto giorni. Poi i carabinieri hanno arrestato uno degli assassini in una pasticceria di Torino, e poche ore dopo hanno catturato in Puglia il secondo uccisore e il complice che fornì l'auto. Tutti i punti oscuri di questa truce vicenda sono chiariti. Il delitto era avvenuto il giorno 4 ed era stato scoperto da un gruppo di ragazzi: un vecchio massacrato e gettato in una cava del comune di Fondo in Val di Trent La vittima era Cirillo Graziadei, 33 anni, facoltoso antiquario del luogo. Chi erano gli assassini? Una donna aveva visto l'antiquario discutere con tre uomini arrivati con una < 1100 > verde chiaro targata Torino. Ricordava anche alcuni nume ri della targa. Era l'un'ca pista e i carabinieri vi si sono gettati. Un paziente lavoro per ricostruire l'intera targa, e do menica 8 la polizia rintraccia la macchina presso un elettrauto torinese. Appartiene a Michele Mastrone, che l'ha abbandonata 11 due giorni prima dicendo: « Questa volta l'ho fatta grossa. Cosa sarà adesso dei miei figli? >. Il nome del Mastrone è stato poi trovato nel cartellino di un albergo presso Bolzano dove egli era arrivato il giorno prima del de litto con Nicola Balestrieri e Giuseppe Donolato. Chi sono? Donolato, 31 anni, è di Mestre, ha conosciuto la prigioni per furti e rapine, è stato nella Legione Straniera, è evaso, da due mesi vive solo a Torino in una pensione di via Bava 48. Balestrieri, 35 anni, di Orta Nova di Foggia, disoccupato, abita anch'egli a Torino in una sofiltta di via Elvo 3 con moglie e quattro figli. La polizia si è già occupata di lui perché ha picchiato spesso la moglie, una volta fratturandole una costola. Mastrone, 31 anno, di San Severo di Foggia, immigrato a Torino abita in via Cesana 70 con moglie e due figli ai quali è molto affezionato. E' carpentiere, ma quando ha occasione fa piccolo commercio d'antiquariato. Sembra l'unica figura pulita del terzetto. La « 1100 > è sua, comperata a rate, alcune ancora da pagare. Polizia e carabinieri li cercano. Mastrone se n'è andato da casa sabato con moglie e figli; lo stesso giorno è scomparso dalla pensione anche il Donolato; nella soffitta del Balestrieri la polizia trova soltanto la moglie e i bimbi. La donna dice: < Non so dov'è mio marito. Se lo trovate, mettetelo dentro che mi fate un pia cere >. Si saprà poi che soltanto Giuseppe Donolato è rimasto a Torino, nascosto chissà dove Ha bisogno di denaro e tenta un ricatto che lo perde. C'è a Torino un amico di Cirillo Graziadei, il dott. Antonio De Felice, ed è stato proprio lui che ha indirizzato i tre dal vecchio antiquario quando ha saputo che intendevano acquistare 4. pezzi > pregiati. Anzi, è partito con loro per Val di Non ma a metà strada ha sospettato che le intenzioni dei tre non fossero molto schiette, e li ha abbandonati ed è ritornato. Ora egli viene ricattato dal Donolato: c Tu ci hai mandati dal Graziadei. Anche tu sei implicato in questa sto ria. Se non mi dai 300 mila lire, telefono ai carabinieri >. Il De Felice prende tempo, va alla € Podgora » e racconta ogni cosa al capitano Troja e al tenente Vacca del nucleo di polizia giudiziaria. Si spera che egli possa essere l'esca per Donolato, e da'questo momento verrà sempre seguito dai carabinieri in borghese. Sono i brigg. Consoli e Milano che lunedì pedinano il De Felice. Lo vedono incontrarsi in una pasticceria di via Barbaroux con un uomo che riconoscono per il Dono- lato. Telefonano alla c Podgora» e in tre minuti arriva un equipaggio di carabinieri: la pasticceria è circondata, Donolato non fa resistenza. Alla caserma dei carabinieri, la confessione. Il settembre scorso Donolato, Balestrieri e Mastrone hanno trattato con il Graziadei l'acquisto di pezzi d'antiquariato per quattro milioni. Gli hanno dato 300 mila lire di caparra. li 4 ottobre sono ritornati da lui per concludere l'affare. Ma il vecchio antiquario ora diffidava: forse aveva fiutato la truffa. Non era più disposto a trattare, avrebbe restituito la caparra. I tre sono andati in furia: hanno voluto essere indennizzati delle spese, hanno chiesto mezzo milione. < Decìderanno i carabinieri », ha tagliato corto l'antiquario. E' salito con loro in macchina per andare alla caserma di Fondò, aveva con sé un « alpcnstock » di frassino. Il Mastrone ha detto agli amici: <Andate voi, io aspetto qui », ed è rimasto davanti alla casa del Graziadei, sembrava averne abbastanza. L'auto andava per una strada deserta: guidava il Balestrieri, il vecchio al suo fianco, Donolato sul sedile posteriore. Discussione, insulti mentre attraversavano una pineta. Confessa ora il Donolato: «Il vecchio mi ha ingiuriato e io gli ho dato un pugno alla nuca. Poi ho preso 11 suo bastone e l'ho colpito. Ha cominciato a sanguinare ». Adesso, con il Graziadei ferito, non si poteva più andare dai carabinieri. « Ci denuncerà, facciamolo scendere », ha detto il Baie- strleri. Hanno dovuto spingere dalla macchina il vecchio che supplicava e minacciava. Quello che avviene ora è di una ferocia impensabile: il vecchio col volto insanguinato, che sbcalec senza bastone non si regge e barcolla in mezzo alla strada, che quando sente la macchina avviarsi si mette davanti, con le braccia alzate per implorare che non lo lascino lì. Dice óra Donolato: «Allora la macchina è partita di scatto e lo ha stritolato. Il corpo è rimasto tra le ruote anteriori e quelle posteriori. Balestrieri ha ingranato la retromarcia e gli siamo passati sopra una seconda volta». Il vecchio Graziadei era morto. I suoi assassini lo hanno avvolto in una coperta, poi hanno imboccato una stradicclola che finisce in una cava di pietra. Là lo hanno gettato. Questa notte Giuseppe Donolato viaggia in treno, ammanettato tra due carabinieri, verso Trento. Su altri due treni viaggiano, anch'essi ammanettati e tra i carabinieri, Michele Mastrone e Nicola Balestrieri. La loro cattura è avvenuta poche ore dopo quella del Donolato. Mastrone, fuggito da Torino, aveva cercato rifugio presso una cognata di Trani, vicino a Bari. Ma la donna era in carcere ed egli aveva vagabondato per la città, finché una pattuglia di carabinieri comandata dal brig. Venditti lo ha incontrato in un vicolo e riconosciuto. Balestrieri è stato catturato in analoghe circostanze dal brig. Piazzola a Castelluccio dei Sauri presso Foggia. I tre, che sabato scorso si sono lasciati con il «si salvi chi può », si incontreranno tra poche ore sul luogo del loro delitto. Tre uomini con storie diverse, che il caso un giorno ha fatto incontrare a Torino, per imbastire un affare — forse onesto all'inizio, forse già nato come truffa — che li ha portati a un piccolo paese al margine di una pineta di Val di Non, e li ha legati allo stesso destino. isgldrrpauclbrilmBccCssigcJAmvssGnsmu2 . e Giuseppe Donolato dopo l'i nterrogatorio dei carabinier