L'assassino di Vinadio in cella non si rassegna al carcere a vita

L'assassino di Vinadio in cella non si rassegna al carcere a vita L'assassino di Vinadio in cella non si rassegna al carcere a vita Parla volentieri della sua breve fuga ■ Non ha ancora chiesto notizie dei genitori «Non mi ribello all'idea della punizione — ha detto ieri il giovane Livio Giordano al no dott. Veutro —; lo so che ho sbagliato e devo pagare. Ma 11 pensiero di trascorrere tutta la vita in carcere, senza alcuna speranza, è diventato un'ossessione. Non riesco ad abituarmi a questa spaventosa prospettiva, è più forte di me ». Livio Giordano ha soltanto yent'anni è questa sua reazione, se non è giustificabile, è certamente comprensibile. Egli, tuttavia, anche a non voler considerare la gravità del crimine commesso, non tiene conto che sono proprio i tipi come luì a fornire argomenti a quanti sono contrari all'abolizione dell'ergastolo, alla pena della «morte civile». L'ispettore generale dott. Veutro, con senso di profonda umanità, lo ha esortato alla rassegnazione e gli ha parlato dei ventilati provvedimenti legislativi che dovrebbero appunto dare una speranza agli ergastolani, liberandoli dall'angoscia della condanna a vita. II giovane, che è certamente un soggetto spavaldo, megalomane ed Immaturo, ha tuttavia sentito il bisogno di ringraziare il direttore del carcere di fronte al quale aveva persino abbandonato il suo atteggiamento protervo e ribelle. Sembrava soltanto un ragazzo impaurito, che ha ancora il diritto di attendersi un po' di pietà, anche se fa di tutto per sembrare un criminale Incallito. Con gli altri, invece, il Gior¬ dano è rimasto fedele all'immagine alla quale, per incredibile esibizionismo, egli cerca ¥"WtH*T~SJl còmpla'ce,' in¬ fatti, di essere diventato un « personaggio » anche se in forma tutt'altro che Invidiabile. E racconta volentieri tutti i particolari della sua avventura. Persino con padre Ruggero ha voluto recitare la commedia e il religioso, che durante la giornata lo ha visitato due volte, lo ha lasciato dire. Il cappellano conosceva già il giovanotto. GII aveva parlato quando Livio Giordano era stato temporaneamente trasferito a Torino per la perizia psichiatrica. « Speravo — ci ha detto padre Ruggero — che mi chiedesse qualcosa almeno dei suoi genitori, ma non ha nemmeno sfiorato l'argomento ». Il giovane ha trascorso quasi tutta la sua prima giornata alle « Nuove » sdraiato sul lettino nella cella dì sicurezza del primo braccio. Si tratta di celle di' tipo speciale, realizzate su progetto dello stesso direttore dott. Veutro, e riservate a detenuti particolarmen te pericolosi. Le hanno già conosciute tipi come Zuccaro, Barbaro e Quagltatìnl, e cioè i violenti o quelli che sono considerati * specialisti in evasioni ». Le celle di sicurezza, in sostanza, non differiscono dalle altre: hanno soltanto una doppia inferriata e quella esterna, particolarmente robusta, non è raggiungibile se non si riesce a scardinare la prima La cella destinata a Livio Giordano è su un corridoio di un' ala interna, parallelo a quello di ingresso, e sul quale si affacciano anche alcuni uffici, la biblioteca e lo studio aei ca"pp"elianu\» HPKin'^feTto senso, almeno nell'aspetto, si presenta meglio di altre celle comuni. Il Giordano vi rimarrà, in Isolamento, almeno fino a quando non sarà terminata l'inchiesta giudiziaria, diretta dal procuratore della Repubblica di Cuneo dott. Squarotti, per il reato di evasione. Intanto si sta svolgendo un'inchiesta amministrativa che riguarda il personale del carcere di Cuneo Essa è condotta da un funzionario del ministero di Grazia e Giustizia, il consigliere dott. Altavista, giunto appositamente da Roma. Livio Giordano, con la sua impresa, ha messo in difficoltà alcune brave perso ne che svolgono un ' compito ingrato e difficile nell'interes se della società. Ieri, tra l'altro, si è appreso che 11 trasferimento del Giordano a Torino, Invece che a Fossano come in un primo tempo si era detto, è stato segretamente deciso in una riunione alla quale hanno partecipato l'ispettore Altavista, il procuratore della Repubblica Squarotti, l'ispettore Veutro e il capitano dei carabinieri Ficacci. Le « Nuove » vennero preferite appunto perche dotate di « celle di sicurezza » Appena giunto al carcere torinese, verso le 18 dell'altra sera, Livio Giordano ha chiesto di essere visitato dal me dico Aveva i piedi piagati e doloranti e camminava a fatica. Il sanitario lo ha giudi cato guaribile in una settimana. g. a.

Persone citate: Altavista, Barbaro, Ficacci, Squarotti

Luoghi citati: Cuneo, Fossano, Roma, Torino, Vinadio