L'«Osservatore Romano» sulla pena dell'ergastolo

L'«Osservatore Romano» sulla pena dell'ergastolo L'«Osservatore Romano» sulla pena dell'ergastolo L'organo vaticano si chiede: è possibile infliggere la massima condanna solo con prove che non sono di schiacciante gravità? (Nostro servizio particolare) Roma, 10 ottobre. < Romanzo di pirandellismo reale e giudiziale > tale da lasciare « più che perplessi », definisce L'Osservatore Romano di questa sera quello che ha avuto protagonisti i fratelli Salvatore e Paolo Gallo, < del fratello " omicida " che sconta all'ergastolo il delitto di avere " ucciso " colui che è tuttora in buona salute >. L'organo vaticano, dopo varie considerazioni, scrìve: « E' uno sconcertante episodio, un grave ammonimento! La Giustizia, partita da premesse apparentemente attendibili, sostanzialmente insidiose (i moventi del rancore, la sparizione della < vittima >) aveva costruito il suo schema di prer sunzioni, avvalorato da passionali accuse e testimonianze. Era la macchina che si muoveva; e dallo schema non aveva voluto discostarsi anch2 se talune oneste voci di testimoni, purtroppo subito incriminati, vi si opponevano; anche se la prima delle prove dell'omicidio — vera e irrefutabile — il cadavere dell'uccìso, non era stata raggiunta >. < Il problema si pone, insomma — sottolinea il giornale vaticano — se la massima pena, l'ergastolo che equivale a una vera morte civile, possa fondarsi moralmente su argomenti che non siano definiti, apodittici, irrefutabili nella lo¬ ro schiacciante gravità e indicazione di responsabilità non smentibile; se l'„ Indizio „ non è in proporzione di un verdetto irreparabile! > « La magistratura, certo, ha compiti e responsabilità tali dà assicurarle ogni ossequio e rispetto e meritare collaborazio ne e comprensione morale e tecnica. La magistratura affronta e supera giudizi e procedimenti e in ambienti psicologici anche dei più indecifra bili. E' possibile, è umano che succedano errori: è possibile e umano persino che il giudice — questo sacerdote della legge umana — non affronti sempre ed ovunque la sua responsabilità con una illuminazione totale. « Ma la posta in gioco è troppo grave: il diritto dell'innocenza troppo preminente: il rispetto della persona umana troppo necessario perché non si ripeta in questa circostanza, che'per la società come per gli individui meglio è un colpevole impunito che un innocente sacrificato. < Il ministro Gemella — con elude L'Osservatore — ha provvidamente assicurato il risarcì mento dello Stato alle vittime degli errori giudiziari. E' qualcosa. E' più che qualcosa. Ma chi — se non Iddio — può risarcire la vita che non ritorna, la sofferenza ingiustamente sofferta e la coscienza socia'.': lancinata dalle tentazioni «lui dubbio? ». f, p.

Persone citate: Paolo Gallo

Luoghi citati: Roma