Kennedy al capezzale del presidente della Camera degli S.U. morente di cancro

Kennedy al capezzale del presidente della Camera degli S.U. morente di cancro Kennedy al capezzale del presidente della Camera degli S.U. morente di cancro Con un volo in reattore da Newport al Texas - Sani Rayburn ha guidato per 16 anni i lavori parlamentari - La prodigiosa memoria a 78 anni, il culto per la verità ed il largo cappello alla cow-boy hanno fatto di lui una figura popolare (Dal nostro corrispondente) New York. 9 ottobre. Kennedy, stamane, anziché tornare a Washington da Newport — nel Rhode Island — dov'era in vacanza, ha dato ordine al comandante del suo reattore personale di puntare sul Texas, a Dallas. Il Presidente aveva improvvisamente deciso di andare a visitare nel suo letto di ospedale, « mister Democrat » o anche « ilf r. Speaker », vale a dire il presidente della Camera dei rappresentanti degli Stati Uniti, Sam Rayburn, che sta morendo di cancro. Rayburn, secondo l'ordine ufficiale delle precedenze di Stato, in base al calendario protocollare del 1961, è la terza autorità del Paese; viene cioè subito dopo il vice presidente degli Stati Uniti che, come si sa, è anche di diritto presidente del Senato. E però Rayburn, nel cuore degli americani, e qualche cosa di più della terza personalità nel rango delle precedenze ufficiali. E' soprattutto una delle ultime tipiche autentiche e tradizionali figure politiche del paese. Figlio di poveri contadini del Tennessee, nacque nel 1882 e si trasferi ancor bambino nel Texas; divenne nel l'J',0 presidente della* Camera dei rappresentanti, carica tenuta fino al giorno d'oggi, salvo una interruzione di quattro anni, durante il periodo di maggioranza repubblicana. Nella storia degli Stati Uniti, non era mai accaduto di un uomo che conservasse questa carica, con inalterato prestigio e potere, per più di sedici an¬ ni, il doppio del famoso « speaker » Henry Clay. Sam Rayburn, festeggiando, tre mesi fa (quando ancora nessuno sospettava della sua malattia) questo avvenimento, dopo aver,ricevuto i complimenti affettuosi degli amici e degli avversari (fra questi, anche il presidente Eisenhower), ha detto, con gli occhi gonfi di commozione e la voce tremante: la mia vita, ora, è stata coronata dal massimo dei successi. Mi posso ritirare in pace. Sapeva di essere malato? No, certamente. Il male che ora lo rode certamente lavorava da tempo, dentro di lui; ma esplose violento, attraverso dolori laìicinanti alla schiena che non gli permisero più di accudire al proprio altissimo mandato, soltanto poche settimane fa. Quando tutti appresero che Sam Rayburn si rassegnava a prendere qualche giorno di vacanza, nel Texas, e che la sua permanenza nel suo Stato di origine si prolungava, itibito si resero anche conto che la faccenda non poteva non essere seria. Sam Rayburn, con il suo grande cappello alla cowboy, era sempre e in ogni momento, un capo. Lo era anche quando non aveva cappello, perché il suo grande capo calvo (assolutamente nudo) troneggiava sempre su tutto e su tutti. Con una maschera impassibile, severa per ore (che però, d'un tratto, poteva anche trovare lo scoppio per una vigorosa, grande, perfetta risata di buon umore), era un capo nelle assemblee di partito, nelle riunioni dei comitati parla¬ mentari: era soprattutto un grande capo quando sedeva alla presidenza della Camera dei deputati e batteva sulla cattedra il suo martello. Se era un capo in queste occasioni, bisogna aggiungere ! che era invece un re durante le convenzioni democratiche per l'elezione del presidente. Durante la convenzione dell'anno scorso, che portò al trionfo del presidente attuale, l'allora senatore Kennedy, e alla sconfitta del pupillo di Sdm Rayburn (una delle sue rarissime sconfitte politiche) Lyndon Johnson, abbiamo potuto seguire tutte le espressioni dell'aspro volto di Rayburn durante la battaglia dei rivali e dei gruppi. Seduto nella sua seggiola, con il bastone tra le ginocchia e le mani posate sull'impugnatura, Sam Rayburn fu tetro e severo fino alla fine. Consigliò a Johnson di accettare la vice - presidenza. Quando Johnson accettò, Rayburn s'irradiò come un fanciullo; c aveva le sue buone ragioni. In realtà, egli in quel momento, aveva salvato l'unità del partito: la collaborazione del Sud al nuovo presidente designato aveva assicurato la vittoria dei democratici sulla coppia rivale NixonLodge. La notizia dell'inguaribile malattia di questo unico speaker oggi rattrista tutti gli americani, dal Presidente che lo è andato a visitare, al vicepresidente Johnson, che considera la perdita di Rayburn come una vera tragedia personale; dai membri del Congresso che avvertono la perdita d\ un capo tra i più illustri del¬ la storia di questo pur illustre Parlamento, al popolo che lo amava come un esempio della forza politica, della resistenza conservativa e del progresso al tempo stesso, come una sua autentica espressione. Pochi mesi fa, fu domandato a Sam Rayburn come facsse, a 78 anni, a seguire il lavoro dei comitati, dei sottocomitati e l'attività legislativa, senza tener nota di niente. « Eh.' — fu la risposta — la memoria basta sempre, quando si sa che si è detto la verità. Antonio Barolinì UlIIIIIIIIIIIIIIHIIItlllllllllllllIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIII