Sequestrate all'Avis le scorte di plasma La Polizia decide di riaprire l'indagine

Sequestrate all'Avis le scorte di plasma La Polizia decide di riaprire l'indagine Allarme per la sconcertante vicenda dei ventisette flaconi inquinati a Milano Sequestrate all'Avis le scorte di plasma La Polizia decide di riaprire l'indagine L'inchiesta, conclusa in luglio, era durata un mese ■ Ora viene ripresa per rassicurare l'opinione pubblica - Sotto controllo i Quantitativi di sangue donato e i laboratori di lavorazione - Un alto dirigente del sodalizio afferma che « il sabotaggio è stato comPiuto da una ditta concorrente» - I germi del «clostridio» sarebbero stati iniettati nei bottiglioni con una siringa (Dal nostro inviato speciale) Milano, 6 ottobre. Il clamore suscitato dal mistero del plasma inquinato e la necessità di rassicurare la pubblica opinione su un fatto che l'ha vivamente turbata, hanno indotto la polizia a riaprire l'inchiesta. Il questore ha dichiarato: «I/e indagini continuano, e su quanto potrà I emergere sarà riferito all'au ;forit(l giudiziaria > In realtà, le indagini erano state concluse con il rapporto negativo inviato nel luglio scorso al procuratore della Repubblica dott. Spagnuolo. Esse erano durate circa un mese, e la polizia le aveva condotte con ! particolare impegno e diligenl*«- La denuncia presentata in iiimiiimiiiiiiiiiiiiiiimim iiiiiiiiiiiniiti giugno dall'< Aris » sui ventisette bottiglioni di plasma inquinato, e la considerazione ohe 51,0 persone avrebbero potuto rimanere avvelenate se fossero state sottoposte ad una trasfusione con quel plasma, diedero alle indagini un ritmo straordinariamente alacre. Purtroppo, nonostante ogni ricerca sui bottiglioni e sul personale addetto al Centro trasfusionale nulla di concreto fu accertato che potesse condurre, come ieri ha detto il dott. Spagnuolo, a fermare > sospetti su qualcuno: « Nessun colpevole e nessun sospetto o indiziato di colpevolezza». Ovviamente, l'inchiesta non potè nemmeno stabilire se si trattasse di sabotaggio o di attentato o di un inquinamento accidentale. In luglio le indagini furono concluse con l'evidente convincimento che non si trattasse d'un episodio criminoso, bensì d'una' contaminazione involontaria. Che ora esse siano riaperte è dovuto probabilmente al clamore suscitato dalla divulgazione del caso fatta dagli stessi dirigenti dell'i Avis ». A meno che non vi sia un fatto nuovo ancora ignoto: ma a quanto risulta sembrerebbe di no. E' chiaro che da queste nuove indagini la pubblica opinione si attende un risultato definitivo. Cioè si dica che è stato un attentato, o un sabotaggio, o una contaminazione accidentale, e si proclami il nome del responsabile, e costui abbia la sanzione che si merita. Da due giorni si è creata a Milano, e forse anche altrove, la psicosi dell'attentatore, di questo mostruoso individuo che, armato di siringa, inietta nel plasma spore di clostridio dispensando la morte a chi invece si aspetta la vita. Tale psicosi dev'essere dissipata, o dall'arresto dell'attentatore, o dall'assicurazione che non esistono attentati o sabotaggi, ma soltanto una fatalità. Da Roma, ad ingigantire la psicosi, sono giunte dichiarazioni estremamente allarmanti del professor Agamennone, vice presidente nazionale dell'i Avis ». Egli ha addirittura denunziato, senza tuttavia individuarla direttamente, l'azione d'una ditta concorrente. Ma l'< Avis » non è una ditta, è un ente pubblico, e come tale non ha concorrenti. Lotta commerciale, dunque, e non più la piccola bega locale per silurare il dirigente milanese dell'< Avis ». « Circa la modalità con la quale si è proceduto all'inquinamento — afferma il professor Agamennone — non vi sono dubbi. Da quanto risulta a noi, una persona, incaricata evidentemente da una ditta concorrente, deve aver inviato il germe nei nostri laboratori ed averlo fatto iniettare entro i flaconi per mezzo d'una siringa ». L'ipotesi sembra effettivamente un po' troppo romanzesca. Possibile che esistano ditte commerciali che pur di danneggiare la concorrente « Avis » ricorrano a un mezzo così pericoloso per una intera città T E anche per lo stesso attentatore, va pure detto. Costui, poi, armato di siringa si introduce nei controllai issimi laboratori dell'<Avis» e inietta le spore ricavate dalle colture. Le inietta attraverso il tappo di gomma, ma allora che bisogno aveva di disfare la chiusura? Continua il prof. Agamennone: «I risultati delle nostre prove di laboratorio furono a suo tempo ampiamente esposti nella denuncia presentata alla magistratura. Il plasma dunque è stato inquinato, e lo è stato esclusivamente per fini commerciali. Questo è un atto talmente criminoso che è incomprensibile come la magistratura non abbia ritenuto di adottare la procedura d'urgenza per colpire i responsabili, o eventualmente i corresponsabili, in modo esemplare ». Bisogna ripetere che la magistratura, appena ricevuta la denuncia dell'<Avis>, ordinò severe e meticolose indagini durate oltre un mese. Se la polizia non scoprì la ditta con¬ citi ili 11 e 11 i 111 ■ 11111 ■ il i il 11111 ( il il il s 111111; 111111111 m corrente che agì per scopi commerciali, né l'uomo armato di siringa che inquina il plasma, è perché essi probabilmente non esistono. Le ipotesi rimangono tre, nonostante tutto: attentato, sabotaggio, accidentalità. Pochi sono i validi sostenitori delle prime due. In ogni modo il medico provinciale prof. Vezzoso oggi ha fatto sequestrare tutte le scorte di plasma per sottoporle a nuovi controlli, e ugualmente sotto controllo sarà messa la catena di lavorazione che lo produce per accertare eventuali difetti. Tali misure, .viene ripetuto, hanno carattere cautelativo, e lo scopo di riassicurare, con i loro risultati positivi, che nulla vi è da temere dal pla¬ sma che verrà somministrato. Il prof. Vezzoso tiene anche a precisare questi due punti. Primo, che quando fu scoperto il plasma inquinato, esso non era stato ancora sottoposto al controllo del laboratorio provinciale d'igiene, operazione indispensabile perché il prodotto venga consegnato agli ospedali. Secondo, che l'eventuale sabotatore, ammesso che di sabotaggio si debba parlare, non poteva ignorare tale controllo, e perciò il suo scopo era soltanto quello di nuocere ai dirigenti dell'i Avis ». Si ritorna alle beghe interne, a una piccola azione dimostrativa, ma attuata con mezzi criminosamente sproporzionati. Ad avvalorare l'ipotesi di in¬ quinamento accidentale sono i batteriologi, i quali dichiarano che i bottiglioni destinati a ricevere il plasma possono essere stati contaminati casualmente dal clostridio, che in particolari condizioni si sviluppa con estrema facilità. Anche sterilizzando accuratamente, con l'osservanza scrupolosa di tutte le norme, i recipienti essi potevano accogliere una colonia di clostridio che ha resistito a ogni misura igienica. Il mistero dei ventisette bottiglioni inquinati non avrebbe dunque né attentatori né pazzi, ma un gruppo di spore che pervicacemente resiste ai 120 gradi d'una prolungata bollitura in autoclave. Giuseppe Faraci

Persone citate: Agamennone, Aris, Giuseppe Faraci, Spagnuolo

Luoghi citati: Milano, Roma