Impresario investito dai banditi in auto e rapinato delle buste paga per gli operai

Impresario investito dai banditi in auto e rapinato delle buste paga per gli operai Clamoroso colpo in pieno giorno presso il Cottolengo Impresario investito dai banditi in auto e rapinato delle buste paga per gli operai Dalla Giulietta balza a lena un giovane che lo acceca con una manciata di sabbia e gli strappa la borsa con un milione e mezzo - Un altro episodio: un ingegnere riprende una cartella con due milioni e mezzo al ladro che glie l'aveva sfilata Alle 15 di ieri, come tutti I venerdì, usciva in motoretta dalla sua abitazione di via Bibiana 70. a Madonna di Campagna, il signor Domenico Albano, 61 anno: doveva recarsi alla banca di piazza della Repubblica 17, cioè a Porta Palazzo. Qui avrebbe prelevato circa un milione e mezzo per la paga settimanale dei 40 dipendenti della sua società di autotrasporti (la società ha 1 locali nella stessa via Bibiana 70: da qualche tempo il signor Albano, pur continuando a sbrigare pratiche amministrative, ha affidato la direzione effettiva dell'azienda ai figli Antonio e Giuseppe). Alle 15,30 l'Albano aveva concluso l'operazione bancaria. Usciva dall'agenzia con il denaro (banconote da cinquemila, mille e cin- 11111 m 111111 : [ ! 111 u m 11111 r n 11 f m i : n i m 111 ! m ri 11:1111 [ t quecento) riposto in una busta di finta pelle. Pioveva con insistenza. L'uomo inforcava la motoret ta e adagio s'avviava per corso Giulio Cesare. Dopo poco piegava a sinistra, imboccava via Vittorio Andreis e andava a sbucare ' erano le 15,40 — in via San Pietro in Vincoli: una via che costeggia il muro del Cottolengo e che è chiusa fra alti edifici, con un traffico molto ridotto, anche i passanti sono rari, non essendovi ne gozi. Ieri, poi, con la pioggia, la via era completamente deserta. L'Albano puntava in direzione del Fortino, ma non aveva fatto più di trenta metri oltre l'incrocio con via Andreis che veniva raggiunto da una « Giulietta» berlina di colore chiaro, su cui erano due giovani. Come arrivava all'altezza della motoretta, la vettura rallentava di colpo, aveva uno scarto e si portava bruscamente sulla destra, chiudendo l'Albano contro il marciapiede. Il malcapitato frenava e sterzava per evitare il tamponamento: ma la motoretta sul terreno viscido slittava, sbandava e si rovesciava: e l'Albano ruzzolava malamente a terra ferendosi al ginoc chio destro. Accanto a lui era ca duta la borsa con 1 soldi. Subito si spalancava la portclla anteriore destra della « Giulietta » e ne scendeva un giovane bruno, robusto, di media statura, sui 25 anni, con un impermeabile color caffè e una maglia scura. L'Albano faceva l'atto di rialzarsi e intanto diceva: c Ma siete pazzi? Perché mi avete tagliato la strada? ». Non riusciva a finire la frase: il giovane gli buttava in viso una manciata di sabbia. Con un grido l'Albano ricadeva al suolo, semi-accecato. Il rapinatore afferrava la borsa, risaliva In macchina: la «Giulietta» ripartiva a tutta velocità, scomparendo subito. L'Albano poteva vedere che la targa era di carta, una di quelle targhe che si usano per le automobili nuove: e si teneva a mente, se non 1 numeri, la sigla: AG. Zoppicando, con la motoretta danneggiala, l'uomo si recava al più vicino caffè e telefonava ai figli, che arrivavano dieci minuti dopo. Insieme andavano al commissariato Borgo Dora e presentavano denuncia al maresciallo Cauda. Veniva dato l'allarme, ac¬ correvano alcune macchine della Mobile e della Volante e una vasta battuta veniva organizzata e dìMMpt dal doit Valeria.-!.'Ma armili era passate almeno mezz'ora jgjg rapina e f bandlfjr*v«VàW qtìstato un notevole van'tasgìó. L'Albano,. accompagnato alla Astanteria Martini e medicato dal prof. Impallomeni, è stato giudicato guaribile in una decine di giorni, poi 1 funzionari lo .hanno Interrogato a lungo. Egli non è stato in grado di dire se aveva già notato la < Giulietta » all'uscita dalla banca; comunque è fuori di dubbio che i rapinatori, a conoscenza delle sue abitudini, avevano studiato da tempo il colpo e che lo seguivano attendendo un luogo deserto per compiere l'aggressione. Poiché l'auto usata per la rapina è una «Giulietta» si è subito pensato a due «Giuliette» rubate che sono state viste in questi giorni girare per Torino: una è una « sprint » blu (targata VC 59.655) e 1' altra è una spider rossa (targata TO 329.971). L'Albano ha confermato che i rapinatori avevano una « Giulietta » berlina, bianca o di color celeste chiaro. Perciò la traccia è stata abbandonata. Piuttosto si pensa che i banditi si siano serviti di una loro vettura e che abbiano apposto sulla targa regolare di metallo una falsa targa di cartone. A tarda sera la polizia proseguiva in battute e pattugliamenti, ma senza esito. — Ieri a mezzogiorno l'ing. Vincenzo Rampini ritornava dalla banca di corso Giulio Cesare 41 dove aveva prelevato due milioni e mezzo per le spese della ditta — egli è titolare di un'impresa di costruzioni con sede in via Antonio Cecchl 54 — e le paghe de gli operai. Fermata la macchina davanti alla ditta, stava chiudendo a chiave la portiera, quando ha sentito che qualcuno gli sfilava da sotto 11 braccio sinistro la borsa di pelle dove aveva posto le ban conote. E' stato un attimo: il professionista, voltatosi di scatto, ha visto un giovane sul vent'anni che, stringendo la borsa, stava per scappale. Evidentemente il ladro aveva sperato che la vittima per la sorpresa avrebbe perso due, tre secondi prima di capacitarsi dell'accaduto, un tempo sufficiente per permettergli di fuggire con il bottino. La reazione del Rampini è stata Invece Immediata: voltarsi, vedere 11 ladro scappare, allungare il braccio e strappargli la preziosa borsa è stato per l'Ingegnere tutt'uno. Al ladro non restava che cercare la salvezza nella fuga. Vanamente inseguito dal professionista, ha raggiunto la propria motoretta in via Piossasco ed è partito a grande velocità. i ù rapinato Domenico Albano lascia il commissariato. L'ing. Vincenzo Rampini

Persone citate: Cauda, Domenico Albano, Impallomeni, Vincenzo Rampini

Luoghi citati: Torino