Mantegna tornato al suo splendente Palazzo vi ha restituito la vita che pareva spenta di Gigi Ghirotti

Mantegna tornato al suo splendente Palazzo vi ha restituito la vita che pareva spenta Lo straordinario successo delia " mostra „ di Mantova ha coito di sorpresa la stessa direzione Mantegna tornato al suo splendente Palazzo vi ha restituito la vita che pareva spenta Chi ricorda la città con le muffe e le malinconie della località bellissima ma fuori mano, oggi la troverà trasformata, viva - Negli alberghi si stenta a trovare alloggio; i ristoranti non riescono a tenere testa a tutte le tavolate; piazza Sordello è una luccicante spianata di automobili - Ma il Palazzo e il suo pittore rimangono estranei a questo strepitare scomposto, come isolati nello spazio puro della poesia (Dal nostro inviato speciale) Mantova, 5 ottobre. L'uomo che non distacca gli occhi dalla piccola tavola della * Morte della Vergine* è lo scultore Francesco Messina. Passiamo in un'altra sala, la famosa « Stanza degli sposi »: in mezzo alla stanza c'è un generale dei carabinieri, anzi il comandante generale dell'Arma, contornato dai suol ufficiali d'ordinanza, le cordelline d'argento tintinnanti, il berretto a visiera sotto il braccio, tutti con il naso in aria, a guardare lassù, verso il coro degli amorini paffuti che Andrea Mantegna affrescò, affacciati all'aerea tonda del soffitto, ammiccanti verso i segreti del talamo. Poiché fu questo il dono di Andrea Mantegna agli sposi gonzagheschi: una stanza 1 r 11 r i p ì i r i ì m i r 1111 m s m : t ; r i ! i m i r i r i m i r 11 m r 11111 r r 1 aperta in alto alla curiosità maliziosa dei suoi putti e ai lati pareti vive di cavalli bardati, e staffieri in attesa e cani in ferma, e su un'altra parete, in bella fila, tutti i nobili parenti degli sposi, assisi come su un palco di teatro, in attesa che si alzi il velario. La gente rimane a flato sospeso, in questa sala. Tutto è vero e irreale insieme. 1 pomi sono pomi, le pesche, pesche: i cavalli, i cani, gli uomini, le donne, l'aria stessa e il paesaggio, tutto è rievocato dal pittore con la vita e i colori della natura, con la stessa commozione e verità delle cose che ogni giorno la gente vede, tocca o sogna. Siamo venuti a vedere Andrea Mantegna, in questa sua breve stagione mantovana, che aduna la più gran 11 ! : r m 111 m 11111 m i i m i t i m 111 r ! ì p 11 r i f 111 ! 111 r 1111 r i : i m parte della sua pittura, le sue sculture, quasi ignote, riscoperte e riscattate di recente dal lungo oblìo, e i suoi disegni, e le opere del suo maestro, lo Squarciane, e i suoi discepoli e imitatori convenuti qui a lasciar che misurassimo di quanto egli li sovrasta con la sua statura possente. La ragione della visita è nel fatto che Andrea Mantegna, ritornato nel palazzo ducale dove visse i suoi giorni più gloriosi, vi ha restituito d'improvviso la vita che pareva spenta. In mesi normali, al palazzo di Mantova si contano cento - centocinquanta visitatori al giorno. Oggi i forestieri, Mantova, non sa più dove metterli: negli alberghi si stenta a trovare alloggio; i camerieri nei ristoranti non riescono a te- r i t p ; ; 11 t 111 f ì r ì p 11 m i 11111 p 11 r 11 m ì r ! 11 j 11 r r i il i n j 11 m r ìj ner testa a tutte le tavolate; piazza Sordello è una luccicante spianata di automobili in sosta sotto il sole, con targhe di tutte le province e di tutte le nazionalità. La domenica, la direzione della mostra deve chiudere i cancelli ogni quarto d'ora, e chiamare .i vigili, perché mettano un po' di disciplina tra la folla, che forma code impazienti, quasi temesse di venir privata dì un bene raro e fugace. In meno di un mese (la mostra si è aperta, il 6 settembre) più di settantamila visitatori paganti, senza con' tare i congressisti di svariati raduni (dagli psichiatri riuniti a Padova, a un gruppo di questori e vice-questori dell'Alta Italia chiamati a rapporto a Milano), gli ospiti d'onore e le comitive a buon mercato. Guardiamo in faccia i pellegrini di Andrea Mantegna. Facce levigate di studentesse, profili di vecchi professori, uomini e donne del popolo; c'è un giovane parroco che accompagna la madre; c'è un frate, tre scolari delle Medie, una comitiva di stranieri e certi visitatori, dagli abiti odorosi di fieno e di vendemmia, che non diresti proprio degli habitués delle mostre di pittura. Oggi è giorno di mercato, a Mantova, e il mercato invade le piazze, i marciapiedi e perfino U centro delle strade, secondo un'abitudine antica, che nemmeno l'andirivieni degli automezzi moderni è riuscito a sradicare. Bene; Andrea Mantegna ha operato larghe chiazze di vuoto, stamattina, fra la folla dei mercanti mantovani. Eccoli qui, con il cappello che rigira fra le mani, ammutoliti davanti al pittore di cinque secoli fa, che dipinge le pere come le pere, l'uva come l'uva e che neanche agli angeli si sforza di dare un volto < astratto >, e infatti hanno gote rubizze, carni sane e gioiose, il ritratto della buona salute contadina, che volteggia in un'aura di paradiso. Ci affacciamo ad una finestra del palazzo: una luce azzurra avvolge la reggia "dei Gonzaga, ed è la luce che sorge dalla chiarità verde^àzzurra dei laghi da cui Mantova è cinta. Oltre questo chiarore e questo silenzio, la strada: il cavalcare dei camion sull'asfalto, le file delle motociclette, il rapido incrociare delle automobili, n palazzo e il suo pittore rimangono estranei a questo strepitare scomposto, come isolati nello spazio vergine della poesia. Può darsi che il successo della Mostra sia anche in questo distacco dal mondo, e, insieme, nel ritrovare, entro il palazzo, le cose viste e immaginate nella loro verità e bellezza incorrotta. Andrea Mantegna non starà per lungo tempo a Mantova. La Mostra si chiude a fine mese, salvo una proroga, ma di pochi giorni soltanto. I musei di tutto il mondo, che hanno prestato i quadri dispersi del pittore, già ne reclamano la restituzione, alla data prestabilita. E questo spiega, in parte, la fretta dei visitatori, il loro accalcarsi ai cancelli, timorosi di restarne fuori. Ma non basta a spiegare per intero la febbre mantegnesca che è calata rapidamente dai ceti più colti ai ceti increduli e, solitamente, immuni da simili contagi culturali. La direzione della Mostra è stata colta alla sprovvista. Aveva previsto due edizioni del catalogo, in una domenica soltanto è stato < bruciato » il primo migliaio. Ora lllllimimillllllUMIllHIIIIIIIIIIIIIMNIIIIIUIIIIIII siamo olla terza edizione e l'editore Neri Pozza non sa più a che santi votarsi per tener dietro alle richieste di questo, che minaccia di diventare il best seller dell'anno. I cataloghi che erano stati dati in omaggio alle autorità di. Mantova il primo giorno, sono stati ritirati in fretta dalla direzione, per non lasciare a mani vuote altri visitatori illustri: Fanfani, Moro, il senatore Medici, gli ambasciatori, artisti, studiosi venuti apposta dall'estero. Il vescovo di Mantova era andato nei giorni scorsi in pellegrinaggio a Roma, per il compleanno del Papa. Pare che nell'udienza privata, a tu per tu, si sia venuti a parlare anche di Andrea Mantegna. Fatto sta che al ritorno, il segretario del vescovo s'è precipitato in segreteria della Mostra, a scongiurare che gli dessero almeno dieci copie dell'introvabile catalogo, ma si" sarebbe accontentato anche di una sola « ma di urgenza, per carità!». Il direttore della Mostra, Giovanni Paccagnini, non sa nemmeno lui spiegarsi il fervore di questo incontro tra il pittore di cinque secoli fa e gli uomini del nostro tempo, ali Mantegna — dijoe — è artista talmente grande che non aveva bisogno di essere scoperto da una mostra. Ma qualcosa è accaduto che non avevamo previsto: la gente che è venuta una volta, ne parla a casa, e di giorno in giorno i visitatori crescono. Ciò che piace forse di più, al profano, è il criterio con cui le opere sono esposte. Le abbiamo disposte nel loro ambiente naturale, senza lasciarci prendere la mano dal gusto di metterle in evidenza. Così la mostra non ha il carattere di una esposizione di pitture, ma è un palazzo, un nobile palazzo ritornato agli splendori che doveva avere al tempo dei Duchi*. Di Andrea Mantegna, ritornato -nella reggia di San Giorgio, parla tutto il mondo. Dopo la prima settimana d'apertura . della Mostra, il museo del Prado,.che.non ha l'abitudine di prestare le sue opere, fece sapere, di essère disposto a mandare la sua preziosa < Morte della Vergine > che in un primo tempo aveva rifiutato. Il quadro arrivò di notte, in-vagone speciale, con la scorta d'un diplomatico e di due funzionari della « brigata criminale > di Madrid. Furono tolti i sigilli, in presenza d'un notaio e del console di Spagna. Nella notte fu stilato il verbale. L'opera, che è assicurata per 550 milioni, fu presa in consegna dal prefetto di Mantova. Quando il direttore della Mostra aprì la cassa, un grande silenzio si fece intorno al crepitare dei legni e degli involucri dissuggellati. Apparve una tavoletta, non più grande di 60 centimetri per SO. La Madonna moriva sullo sfondo mantovano, lo sfondo che ancor oggi si vede, affacciandosi alle finestre del palazzo; quella celeste dolcezza del lago, le sue barche, le mura di Mantova bianche nella lontananza, e la cima delle case dietro la chioma dei pioppi. Forse questa rispondenza immediata fra il pittore e il suo ambiente ha fatto sì che l'interesse sorgesse immediato e vario, spontaneo, popolare, intorno alla sua pittura. Mantova in questi giorni vende più cartoline del Mantegna che libri di scuola, in cartoleria. Un negozio di stoffe espone pergamene, in cui risulta che in quella stessa bottega si commerciava tessuti sin dai tempi del pittore; finita la cena, al ristorante, il trattore ci fa omaggio d'una pubblicazione, stampata per sua cura, sulle opere del Mantegna. Non si contano le comitive di stranieri che dirottano, nel viaggio.di ritorno in patria, per fare tappa a Mantova, città derelitta dal turismo fino a pochi giorni fa. Chi ricorda Mantova, con le muffe e le malinconie della città bellissima, ma fuori mano, oggi la troverà trasformata, viva, Andrea Mantegna ha fatto ala ai buoni affari, sicché il sindaco, Luigi Grigato, riceve ogni giorno commissioni di esercenti. Gli domandano se non ci sia qualche altro pittore da tirar fuori dalla penombra nei prossimi anni. < Io vi capisco, ma di Mantegna ce n'è uno solo ». Gigi Ghirotti