Due torinesi in moto stritolati dal camion che sbanda per la sonnolenza dell'autista

Due torinesi in moto stritolati dal camion che sbanda per la sonnolenza dell'autista tira all'alba sull'autostrada al casello di Brandizzo Due torinesi in moto stritolati dal camion che sbanda per la sonnolenza dell'autista Le vittime erano operai che lavoravano al raddoppio della carreggiata - Il pesante veicolo proveniva da Feltre con un carico di diciotto tonnellate - Il conducente, per 36 ore filate, si era alternato alla guida col suo aiutante - Poco prima dell'incrocio l'autotreno ha cominciato a spostarsi obliquamente a sinistra • Poi ha travolto la motoretta trascinandola per quaranta metri (Dal nostro inviato speciale) Brandizzo, 4 ottobre. In una grave sciagura stradale questa mattina all'alba hanno perso la vita lungo l'autostrada due motociclisti investiti da un autotreno che da destra si era improvvisamente spostato a sinistra. A quanto risulta l'incidente è stato provocato da un accesso di sonno dell'autista che guidava il veicolo investitore. Una così imperiosa e catastrofica ondata di sonno non può che esser conseguenza dell'eccessiva stanchezza in cui egli si trovava dopo due notti e un giorno di guida, in cui per quasi trentasei ore si era alternato al volante col secondo autista. Le vittime della sciagura sono gli operai Amedeo Viotti, di 56 anni, abitante con moglie e due figlie a Torino in via Pietro Aficca 1, e Giovanni Fornasier, di l/l anni, abitante con la moglie e una figlia in via Ghaberton 5; procedevano in motoretta per raggiungere il cantiere di lavoro della ditta da cui dipendono, impegnata nel raddoppio dell'autostrada. Il veicolo investitore è un autotreno Bsatau To 1389X1 appartenente all'autotrasportatore Rino Suragni di via Quadrone 1B a Torino. Al momento della sciagura era alla guida il primo autista Antonio Rizzetto di 33 anni, che risiede a Portogruaro in via Portovecchio in cabina dormiva il secondo autista, Ferruccio Maritan, di si anni, abitante a Torino in via Caselette 11. La motoretta era guidata dal Viotti, sul seggiolino posteriore era sistemato il Fornasier. Il leggero veicolo procedeva regolarmente sulla propria destra. L'incidente ha avuto due testimoni, che a loro volta hanno corso il rischio di esservi coinvolti. Essi sono Giuseppe Vernetti di so anni, abitante a Torino in via Domodossola SS, alla guida d'una 1900; e il suo compagno di lavoro Sergio Rossetti, residente a Valdellatorre, seduto accanto al conducente; entrambi dipendono a loro volta da una ditta che lavora al raddoppio dell'autostrada. La vettura sulla quale si trovavano il Vernetti e il Rossetti seguiva di qualche diecina di metri la motoretta. All'altezza del decimo chilometro dell'autostrada, poco prima del casello di Brandizzo, i due au tomobilisti notarono provenire in senso inverso, e cioè verso Torino, un autotreno Esatau. Il grosso veicolo a un tratto sbandò verso sinistra puntando sulla motoretta. Il conducente della 1900 comprese che a sua volta sarebbe stato investito dall'autotreno, e per un attimo ebbe la tentazione di buttarsi a destra, sulla pi sta dove sono in corso i lavori di raddoppio. Una decisione più felice però lo indusse a fre nare energicamente, e la ma novra lo salvò dallo scontro. Per i due della motoretta in vece non vi fu scampo. L'autotreno percorse obliquamen te quattrocento metri senza guida, infine attraversò la carreggiata e li travolse. I due motociclisti furono trascinati per una quarantina di metri insieme con i rottami della motoretta, poi le ruote del grosso veicolo, carico di diciotto tonnellate di materiale, li schiacciò. La loro morte è stata istantanea. La corsa dell'autotreno si arrestò sulla pista spartitraffico, quando il Rizzetto, ripresa coscienza, atterrito azionò i freni. Era sconvolto. Alla polizia stradale, accorsa da Chivasso e da Torino, egli dichiarò di non sapere come l'incidente era avvenuto, di non ricordare nulla. Un malore improvviso t Un'improvvisa e irresistibile ventata di sonno? Il Rizzetto non sa fornire una spiegazione esatta. Non sa, ma la spiegazione non può essere che una. Stanchezza e sonno dopo una lunga insensata galoppata di un migliaio di chilometri in poco meno di trentasei ore, due notti e un giorno di volante, piticamente senza dormire, senza riposare. E questo lo si deduce dalla tabella di marcia. Il Rizzetto e il Maritan partirono da Torino lunedì sera al¬ le otto; viaggiarono- tutta la notte; al mattino arrivarono a Oonegliano Veneto; scaricarono il materiale e ripartirono per Feltre. Vi arrivarono- alle tredici di ieri martedì; rifecero il carico, alle 16,30 erano di nuovo in marcia, diretti a Torino. Si fermarono la sera a Verona per cenare; ripartirono un'ora dopo. Uno guidava l'altro sonnecchiava in cuccetta, ma si sa cosa valgono il sonno e il (riposo viaggiando in quelle condizioni. A Novara il volante fu preso dal Rizzetto, ancora stanco e assonnato. E due ore dopo, la sciagura. L'art. Iti' del codice della strada prescrive per ogni autista « un turno di riposo a terra di almeno sei ore per ogni 2lf ore di viaggio ». Dalla tabèlla di marcia risulta chiaro che quelle sei ore il Maritan e il Rizzetto non hanno potuto averle. r g» r. Le due vittime Giovanni Fornasier e Amedeo Viotti a e Antonio Rizzetto, 33 anni, era alla guida del camion iiiiiiiiiiiiiiiiiiniiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiii