Mille originali di musica del '700 venduti all'America

Mille originali di musica del '700 venduti all'America Incredibile a Udine Mille originali di musica del '700 venduti all'America Con la ricchissima collezione è emigrata anche una rara opera di Giuseppe Tartini Ecco una notizia lieta e amara insieme. Del prezioso trattato di tecnica violinistica di Giuseppe Tartini, il celeberrimo <Maestro delle nazioni», (chi non ne ha sentito almeno II Trillo del diavolo?), era finora nota solamente una quasi coeva traduzione francese, 1771. Invano cercata, la prima stesura italiana parve perduta per sempre. Grande fortuna e sorpresa, ne son venuti fuori due esemplari; uno, manoscritto e completo, rinvenuto dal dottor Pierluigi Petrobelli nella Biblioteca del Conservatorio B. Marcello a Venezia; l'altro, manoscritto e in parte diverso, acquistato in Italia nel 1958 dalla Biblioteca dell' Università di California a Berkeley. Commenti ciascuno i fatti: primo, ci sono in Italia ricche biblioteche statali tanto disordinate da ignorare il possesso d'un libro di sì gran valore; sercondo, un unicum può emigrare senza controllo. Ma la perdita del patrimonio è assai più vasta. Come informa nel Musical Quarterly il prof. David D. Boyden, appunto dell'Università di Berkeley, questa ha comperato in Italia anche una collezione di circa mille composizioni, che, formata nel "700, forse da una famiglia veneta, probabilmente aristocratica e cultrice di musica, fu da molte generazioni di eredi serbata a Sacile, in provincia di Udine. Altro non si sa. Il pubblico annuncio del trovamento fu ritardato, scrive lo svizzero Erwin R. Jacobi nella Prefazione all'edizione integrale, di cui dirò più avanti, dal 1957 al '60, for technical reasons, per motivi tecnici. Quali? Come avvenne la vendita? a qual prezzo? Potrebbe forse recar luce l'Ufficio della Soprintendenza bibliografica al territorio di Sacile, se proprio da quella cittadina i pezzi rari partirono per gli Stati Uniti. Sono dunque più di mille composizioni per piccoli complessi strumentali d'arco, che, sorte fra il 1750 e il 1800, e manoscritte o stampate, recano i nomi di circa ottanta autori, dei quali ventitré men noti agli storici: 387 sonate per violino, 248 concerti, 224 trii, 76 quartetti, 23 sinfonie, parecchie danze. Di Tartini la collezione contiene manoscritti e in parte sconosciuti, 106 concerti, 102 sonate per violino solo, 15 trii, 4 sonate a quattro; per ciò essa è seconda solamente a quel-, la padovana. Cospicua è là rappresentanza degli allievi di lui. Abbondantissimo poi è 11 mucchio dei fogli anonimi, circa duemila, recanti anche saggi di cadenze, appunti di abbellimenti < alla Corelli », intiere melodie fiorite; di queste centotrentuna sono state riconosciute di vari autori, venti di Tartini; ma altre annotazioni d'ogni specie scolastica sarebbero da attribuire a lui oppure a discepoli già esperti; abbondanza e qualità utili alla miglior conoscenza, sia della pratica dell'« abbellimento » nel '700, tormentosa questione stilistica, sia delle norme d'un pedagogo sì illustre e nuovo, in te gran ti il trattato di cui si parla. Poiché le copie della . traduzione in francese, curata, talvolta trascurata, dal compo sitore e mandolinista parigino Pietro Denis, sono rarissime, da molti anni spesseg giavano le esortazioni degli studiosi agli editori per una agevole ristampa. L'incita mento venne accolto dal citato dottor Jacobi. D'accordo con l'Hermann Moeck Verlag, che ha sede a Celle, in Germania, ed a New York, decise la pubblicazione non solo del testo francese, ma anche della traduzione di esso in te desco e in inglese, a fronte, Era già pronta, in macchina, l'edizione, bellissima, corret tisslma, con la policroma riproduzione del ritratto di Tartini che è nel Conservatorio di Bologna, con nitidi facsimili epistolari, con una eru dita prefazione, e improvvise spuntano le copie italiane di Venezia e di Berkeley. Non si poteva ignorarle. Subito l'Jacobi provvide ad aggiungere in appendice al volume il fac simile del testo italiano, quel 10 completo, s'intende, e ad inserire qua e là informazioni opportune, ed ecco, 1961, aboiamo sotto gli occhi le Re gole per arrivare a saper ben suonar il Violino, col vero fondamento di saper sicuramente tutto quello che si fa; buono ancora a tutti quelli ch'esercitano la Musica, siano Cantanti o Suonatori, date in luce dal celebre Sig. Giuseppe Tartini, per uso di chi avrà volontà di studiare, copiate dei Giovanni Francesco Nicolai, suo Scolaro. La data della stesura? Fra 11 1752 e il '56. Tartini aveva circa sessant'anni. Oltre il Nicolai, parecchi studenti nel < Tartiniano ginnasio > a Padova tennero come breviario quelle regole e le comunicarono ad avidi concertisti in tutta l'Europa. D'un trattato di tecnica violinistica non si può dare qui neppure un brevissimo sunto. Basti sommariamente dire che tutte le basilari questioni ancora discusse intorno all'uso tìell'archeggiamento e della digitazione sono minuziosamente esposte e ragionate, e che, malgrado la varia accezione settecentesca e posteriore di alcuni vocaboli, (il -.- vibrato » per esempio era denominato < tremolo » e con siderato un < abbellimento >), le sagge Regole tartiniane illuminano tuttora la coordinazione di quegli atti meccanici e l'esattezza di quella lettura che valgono a ridonare alle opere degli artisti d'altri tempi la propria voce e dizione. A. Della Corte