Il colonnello che governava col terrore
Il colonnello che governava col terrore Il colonnello che governava col terrore Con l'arresto del col. Serra] viene chiarito definitivamente l'unico punto oscuro della rivolta siriana: quale fosse l'esatta posizione del colonnello in tutta la faccenda. E' evidente il precìso rapporto di successione cronologica fra la defenestrazione di Serra] da vice-presidente della Rau, il 27 settembre, e lo scoppio della rivolta militare a Damasco, il giorno successivo; da ciò il passo è breve a vedere fra i due fatti anche un nesso causale, nel-senso che i militari siriani sarebbero insorti perché l'estromissione di Serra] rappresentava l'ultimo di lina lunga serie di atti di soggiogamento della Siria da parte di Nasser. Questa spiegazione è vera, ma non è tutta la verità, perché d'altra parte Serra] era odiatissimo dai suoi compatrioti, verso i quali si comportava da spietato tirannello, si da spingere lo stesso Nasser ad inviare in Siria il maresciallo egiziano Amer per, cercare di attenuare il regime feroce di Serraj. Siamo quindi in presenza di quello che Le Monde chiama c un paradosso puramente levantino »: in sostanza la caduta di Serra] servì ai .militari siriani di pretesto occasionale per scatenare la rivolta, ch'era diretta insieme contro Nas- II colonnello Serraj ser e contro l'inviso colonnello. Ora che si conosce il profilo politico del nuovo governo siriano, l'arresto del colonnello rientra nella logica delle cose; è un regolamento di conti, rinviato di qualche, anno, fra Serra] e i suoi vecchi avversari. Gli uomini venuti al potere in Siria erano a suo tempo seguaci del generale Scisciakly, un dittatore di estrema destra, che si era impadronito del Paese nel '50, con un colpo di mano militare, cosi come un altro pronunciamiento doveva abbatterlo nel febbraio '54. Serra], non ancora trentenne, era allora un ambizioso ufficiale inferiore, che aveva prestato servizio presso le unità blindate della base di Katana, donde era partito il movimento che rovesciò Scisciakly; perciò questi, dittatore ma buon profeta, doveva confidare più tardi a un giornalista francese: «Serra] tradirà Nasser come ha tradito me». Intanto, restaurato nel '54 il regime civile, Serraj passava al servizio informazioni dell'esercito, di cui poi diveniva il capo, facendosene uno strumento efficiente per i suoi fini personali. Da un simile centro reale di potere, manovrando contro o dietro i sempre più deboli ' governi civili, Serraj potè ordire la manovra che, il primo febbraio '58 si concluse con là fusione della Siria con l'Egitto nella Rau. Come è nella natura unama, egli era animato insieme da un impulso ideale, il nazionalismo arabo, e da un altro bassamente egoistico: sottomettersi, sì, a Nasser, ma per riceverne in cambio pieni poteri sulla Siria Avutili, il « Fouché di Hama » (come era chiamato, dalla città natale) organizzò un famigerato « ufficio speciale », forte di ben dodicimila agenti segreti; gli arresti arbitrari, le torture, le minacce erano gli strumenti con i quali egli esercitava, infaticabile e spietato, le funzioni di viceré di fatto della « provincia siriana ». Si è già detto come neanche Nasser riuscisse a controllarlo; meno che mai, ovviamente, le forze locali siriane, che egli perseguitò imparzialmente, dai nazionalisti di destra ai seguaci del Baath, il « partito socialista della rinascita araba », che pure era l'unica forza politica congeniale alle sue idee. Ma Serraj, benché vagamente intinto di aspirazioni nazionali e sociali, non era in realtà un uomo di idee; per lui contava solo il potere personale e lo strumento indispensabile per conservarlo, la polizia politica segreta. Perciòr oggi che i nazionalisti di destra si sono presi la rivincita su di lui, nessuno certo lo rimpiangerà; con Serra] non cade un' idea, ma solo un ambizioso aguzzino, f. v. -i...ju-p i__-ji»
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